La Lega accusa i pm, ma il Nord ribolle: “Chi ha imbarcato?”
Nulla meglio dell’indagine sul recordman di preferenze Luca Sammartino fotografa la Lega di oggi. Da una parte, Matteo Salvini e i suoi fedelissimi, la cui linea difensiva è che si tratti di giustizia a orologeria. Dall’altra, l’opposizione interna, rappresentata soprattutto dalla vecchia guardia del Nord, che di fronte alle notizie dalla Sicilia strabuzza gli occhi: “Questa è la gente che ci siamo messi in casa”.
È questo d’altra parte il peccato originale imputato a Salvini: l’aver reso la Lega un partito nazionale, al prezzo di imbarcare ras e capibastone di altri partiti costruendo così in maniera artificiale una classe dirigente là dove il Carroccio a malapena si presentava alle elezioni fino a qualche anno fa. Qualcuno ricorda pure che Stefano Candiani, mandato in Sicilia come commissario nel 2018, fu poi sollevato proprio perché poco propenso a “consegnare” il partito a Sammartino. I malumori rimangono sottotraccia, ma sono sempre più diffusi. A darne voce c’è per esempio Paolo Grimoldi, “grillo parlante” padano vicinissimo a Umberto Bossi: “Se imbarchi la qualunque umiliando i militanti rischi queste cose”. Ben lontano dall’autocritica, Salvini sceglie un’altra strada. Basta sentire cosa dicono i big della Lega appena si diffondono le novità da Catania: “Tra il 2015 e il 2018 Sammartino non era con la Lega, quindi non c’entriamo nulla – svicola il vice-segretario Andrea Crippa – Poi le indagini sono state chiuse nel 2021 ma solo oggi arrivano i provvedimenti, dopo tre anni, guarda caso a ridosso delle Europee”.
Concetti ribaditi poco più tardi da Claudio Durigon, che peraltro è commissario del partito in Sicilia: “Premesso che siamo garantisti, esattamente come lo siamo stati per Bari e Torino, è sconcertante che per quanto le indagini siano state condotte tra il 2018 e il 2021 i provvedimenti siano scattati solo ora, a poco più di un mese dalle Europee. Siamo certi che Sammartino saprà dimostrare la propria innocenza”.
DIFFICILE PERÒ
associare i casi Bari e Torino al garantismo della destra, che semmai fin dall’inizio ha cavalcato gli scandali. Anche per questo il Pd con Walter Verini ora chiede pari trattamento: “Le notizie dalla Sicilia sono gravissime. Chiederemo che anche la Commissione Antimafia si occupi al più presto della questione”. Con l’imbarazzo però che Sammartino è stato a lungo legato pure al Pd, con cui fu eletto all’assemblea siciliana. Anche per queso intreccio opaco di voti e cambi di casacca il leader M5S Giuseppe Conte usa toni forti: “Stiamo attraversando una fase che un po’ ci ricorda Mani Pulite, laddove iniziarono a venire fuori degli scandali e la politica del tempo non comprese che c’era un morbo diffuso, un modo di far politica completamente deviato. Il quadro è sconcertante, mentre il governo smantella le intercettazioni”. Eppure la reazione della Lega va da un’altra parte. Se i vertici nazionali fanno quadrato intorno a Sammartino, pure in Sicilia il partito non molla l’ormai ex vicepresidente della Regione: “Siamo e rimaniamo garantisti – scrivono in una nota gli eletti leghisti all’ars e siamo certi che il collega Sammartino, di cui conosciamo il senso delle istituzioni e la grande abnegazione nel servire la Sicilia, dimostrerà la sua estraneità ai fatti”.
Tra l’altro il peso di Sammartino nell’isola non è da sottovalutare e non solo per i voti “controllati”. A inizio anno, Durigon e l’eurodeputata Annalisa Tardino avevano chiuso un’intesa per le Europee con l’ex governatore Raffaele Lombardo e il suo Movimento per l’autonomia, accordo saltato poche settimane fa dopo forti pressioni di Sammartino, molto più vicino a Totò Cuffaro che a Lombardo.
Detto dell’aria che tira nella Lega, resta la tiepida difesa degli alleati. Fratelli d’italia tace, mentre da FI parla – e non potrebbe esimersi – il governatore siciliano Renato Schifani, il quale si schiera con Sammartino pur accogliendone le dimissioni dalla giunta: “Nel ribadire piena fiducia nei confronti della magistratura – è la versione di Schifani – confido pienamente nella possibilità che l’onorevole Sammartino possa dimostrare la propria totale estraneità ai fatti che gli vengono addebitati. Sammartino ha ricoperto il suo ruolo istituzionale con decoro, lealtà e trasparenza”.
DIFESA VIA BELLERIO SE LA PRENDE COI TEMPI DELL’INDAGINE