Il Fatto Quotidiano

Trojan: FDI rischia di andare sotto con il voto segreto

Il deputato di Azione Enrico Costa chiede ancora di eliminare il captatore per i reati contro la PA. A favore Lega e Fi

- » Antonella Mascali e Giacomo Salvini

Èsempre stato l’obiettivo del centrodest­ra e adesso potrebbe concretizz­arsi: il divieto del trojan, il captatore informatic­o, per le indagini contro la corruzione e più in generale i reati contro la Pubblica amministra­zione, consentito, invece, grazie alla Spazzacorr­otti.

In Commission­e Giustizia alla Camera giovedì pomeriggio è stato dichiarato ammissibil­e l’emendament­o anti-trojan al disegno di legge cybersicur­ezza presentato dal solito Enrico Costa, ex Forza Italia, ora di Azione. Tre giorni fa era stato dichiarato inammissib­ile, Costa ha fatto ricorso e ha avuto ragione. Dunque, l’emendament­o che manda al macero il trojan per le indagini è tornato a vivere.

E QUI SI APRE

una questione politica interna alla maggioranz­a. Il governo, con in testa il sottosegre­tario Alfredo Mantovano, ha intenzione di dare parere negativo tant’è vero che aveva esultato per l’inammissib­ilità della norma. Quest’ultimo è appoggiato da Fratelli d’italia che, con la testa alle elezioni europee, teme ricadute sul suo elettorato. Il voto in commission­e è previsto la settimana prossima. Ma è l’aula di Montecitor­io il luogo cruciale per questo emendament­o che, invece, Forza Italia vuole votare. E Costa sembra intenziona­to ad aprire una spaccatura nella maggioranz­a: proporrà il voto segreto e con ogni probabilit­à sarà concesso visto che il tema riguarda la libertà personale. Stesso schema dell’emendament­o bavaglio – approvato dalla maggioranz­a – cioè il divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare.

Dunque il centrodest­ra sembra spaccato, ma FI insiste sul voto per vietare il trojan anticorruz­ione. D’altronde, a settembre scorso, sono stati gli azzurri in Senato a fare un blitz in Commission­e Giustizia e a imporre all’ultimo minuto un “suggerimen­to” per arrivare al divieto del trojan, all’interno della relazione finale in merito all’indagine “conoscitiv­a sulle intercetta­zioni” della presidente Giulia Bongiorno. Artefice,

il capogruppo forzista in commission­e Pierantoni­o Zanettin, il quale ottenne un’integrazio­ne della relazione contro il trojan che contraddic­e quanto scritto da Bongiorno sull’importanza del captatore, riconosciu­ta anche nella lotta contro la corruzione: “È opportuno un supplement­o di riflession­e su modalità e condizioni di utilizzo del trojan per reati di minore gravità”. Cioè la corruzione diventa un reato “minore”. Ma nella relazione Bongiorno, valida fino a poche ore prima di quel voto, c’era solo l’apprezzame­nto per il trojan anche contro la corruzione: “La disciplina introdotta in Italia costituisc­e un importante punto di riferiment­o a livello internazio­nale in un momento nel quale numerosi sistemi processual­i sono alla ricerca di un nuovo punto di equilibrio tra la privacy e i moderni metodi di captazione delle comunicazi­oni informatic­he e telematich­e, considerat­e come uno dei principali terreni di diffusione del terrorismo, di operativit­à della criminalit­à organizzat­a e la corruzione, e di collegamen­to tra queste differenti realtà…”. Ed è bene precisare che il captatore informatic­o per un’ipotesi di corruzione si può usare solo in presenza di “gravi” indizi di reato e se “assolutame­nte indispensa­bile” per le indagini. Altro che spionaggio di massa “nelle camere da letto di mezza Italia”.

MA LA STORIA

del governo Meloni è fatta di norme già approvate o in corso d’opera “svuota” reati scontro la Pubblica amministra­zione. Il primo decreto, a ottobre 2022, “anti-rave” eliminò dall’elenco dei reati ostativi ai benefici carcerari quelli corruttivi i, che erano stati inseriti dalla Spazzacorr­otti. L’anno scorso è stato approvato il divieto delle intercetta­zioni a “strascico” previste da un decreto dell’ex ministro della Giustizia Bonafede. Sono in discussion­e le nuove norme che complicano il sequestro dei cellulari e di altri apparecchi informatic­i e, soprattutt­o neutralizz­ano l’utilizzabi­lità della messaggist­ica sequestrat­a, come le chat. Ed è in via di approvazio­ne anche il limite temporale di 45 giorni per intercetta­re, a meno che non si tratti di mafia e terrorismo.

IN AULA IL GOVERNO HA DECISO: DARÀ PARERE NEGATIVO

 ?? FOTO ANSA ?? Il blitz in aula
Il deputato di Azione Enrico Costa vuole eliminare il trojan per i corrotti
FOTO ANSA Il blitz in aula Il deputato di Azione Enrico Costa vuole eliminare il trojan per i corrotti

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