Il Fatto Quotidiano

Dal caso Palamara agli appalti di Pozzuoli: quel che i pm non avrebbero mai scoperto

- » Vincenzo Iurillo

“Ma che vuoi dalla mia vita, io mi devo cautelare pure capisci perché oggi fottono te, fottono tizio e fottono l’altro… forse non hai capito a me mai mi hanno fottuto è dal 1990… io ho fatto 40 anni che faccio… che ammuogghio (falsifico ndr) centomila verbali non mi hanno fottuto mai”. Così parlava il medico Agostino Genova, coordinato­re dell’ufficio “Invalidi civili” dell’asp di Palermo, candidato al consiglio comunale di Palermo con la Dc di Totò Cuffaro e assessore in carica a Partinico, arrestato a giugno con l’accusa di aver truccato le pratiche di invalidità in cambio di mazzette, corruzione e falso scoperti grazie al trojan che secondo gli inquirenti registrò una sorta di confession­e.

Quel trojan che ora l’emendament­o Costa vorrebbe eliminare dalle inchieste contro la pubblica amministra­zione. Senza l’uso del quale le vicende del Palamara Gate, e in particolar­e la riunione all’hotel Champagne tra il pm radiato dalla magistratu­ra, Cosimo Ferri, Luca Lotti e cinque componenti del Csm per discutere della nomina del procurator­e di Roma, nulla avremmo saputo.

Il virus fu inoculato sul cellulare di Palamara in base a vecchie accuse di corruzione che poi caddero. Ma fu utile a scoperchia­re il pentolone.

Detto questo, in un mondo dove tutti hanno sugli smartphone delle app che consentono di chiamare e videochiam­are senza passare per la rete telefonica, non c’è pm che non abbia usato il trojan per reati di tangenti e pubblica amministra­zione. I pm di Napoli che indagavano su appalti per la riqualific­azione turistica di Pozzuoli lo introdusse­ro nel cellulare dell’allora presidente dell’enit (Agenzia Nazionale per il Turismo) Giorgio Palmucci, e attraverso il suo ascolto arrivarono alle mazzette che un imprendito­re di Pozzuoli versò a Nicola Oddati, ex coordinato­re della segreteria dem di Nicola Zingaretti e dirigente della Regione Campania, su nomina del governator­e Vincenzo De Luca, con l’incarico di curare la sede di Roma. La retata di arresti è scattata a gennaio, quasi certamente ci sarà un processo.

In primo grado si è invece concluso, con la condanna a nove anni

A PALERMO IL MEDICO INTERCETTA­TO: “NON MI FREGANO”

e mezzo, il processo all’ex presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano (Forza Italia), imputato di aver autorizzat­o l’ampliament­o della discarica di Grottaglie in cambio denaro e favori. Decisivo fu il trojan installato sul suo cellulare e su quello di un imprendito­re che gli avrebbe regalato un’auto di lusso. E c’è traccia dell’uso di un captatore informatic­o anche nella recente inchiesta ‘Aspide’, 13 misure cautelari per accuse di corruzione e turbativa nell’asp di Trapani, infestata secondo le indagini da vicende di appalti truccati e ricatti sessuali. Il software fu inserito nel cellulare del funzionari­o Asp Antonino Sparaco, che avrebbe ricevuto l’incarico di direttore dell’unità operativa complessa attraverso favoritism­i.

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ANSA Intercetta­to Luca Palamara

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