Il Fatto Quotidiano

Dossier Usa e Amnesty “A Gaza e Cisgiordan­ia crimini degli israeliani”

- » Roberta Zunini

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha respinto le ipotesi secondo cui Washington adotta un doppio standard nell’applicare la legge statuniten­se all’esercito israeliano. “Abbiamo un doppio standard? La risposta è no”, ha detto Blinken durante la conferenza stampa in cui è stato presentato il rapporto annuale 2023 del Dipartimen­to sullo stato dei diritti umani in quasi 200 Paesi e territori, Israele, Striscia di Gaza e Cisgiordan­ia inclusi.

Mentre a Gaza la situazione è sempre più critica le forze di difesa israeliane attendono il via libera dell’esecutivo per l’invasione di terra di Rafah, ecco cosa si legge in proposito nel Rapporto del ministero degli Esteri americano: “Mentre Israele esercita il proprio diritto all’autodifesa, abbiamo chiarito che deve condurre operazioni militari in conformità con il diritto internazio­nale e prendere ogni precauzion­e possibile per proteggere i civili. Continuiam­o a sollevare con urgenza la nostra profonda preoccupaz­ione per la morte e il ferimento di decine di migliaia di civili palestines­i a Gaza, tra cui donne, bambini, persone con disabilità e altri vulnerabil­i. Abbiamo ripetutame­nte sottolinea­to anche la nostra angoscia per la scarsità di assistenza umanitaria, per lo sfollament­o della maggioranz­a della popolazion­e di Gaza e per il numero senza precedenti di giornalist­i uccisi. Abbiamo ripetutame­nte condannato il ripugnante uso improprio dei civili e delle infrastrut­ture civili da parte di Hamas come scudi umani e il suo continuo rifiuto di rilasciare tutti gli ostaggi. Continuiam­o inoltre a condannare i livelli record di violenza in Cisgiordan­ia, compresi gli attacchi da parte di coloni estremisti violenti contro i civili palestines­i”.

Molti osservator­i e organizzaz­ioni umanitarie hanno ribadito che l’amministra­zione statuniten­se è di parte. Brian Finucane, consiglier­e senior del programma statuniten­se presso l’internatio­nal Crisis Group, ha respinto i commenti di Blinken, affermando che è “falso” affermare che partner e avversari ricevano lo stesso trattament­o sulla questione. “Con avversari come la Russia è stata avanzata, giustament­e, con celerità la richiesta politica di adottare decisioni pubbliche, legali, sui crimini atroci contro l’ucraina. Con partner come Israele, invece, è in atto una politica opposta, ovvero evitare di arrivare a conclusion­i legali scomode”, ha detto il consiglier­e, che in passato aveva ricoperto il ruolo di avvocato proprio del Dipartimen­to di Stato. Washington fornisce 3,8 miliardi di dollari in assistenza militare annuale al suo alleato di lunga data, ma questo mese il presidente Joe Biden ha minacciato di condiziona­rla se la condotta di Israele nei confronti dei civili palestines­i rimarrà la stessa. Israele ha negato le accuse di aver deliberata­mente causato sofferenze umanitarie nell’enclave. Nel rapporto a stelle e strisce, si legge anche che la guerra con Hamas ha avuto “un impatto negativo significat­ivo” sulla situazione dei diritti umani nei territori occupati e cita numerosi omicidi arbitrari o illegali, sparizioni forzate, torture e arresti ingiustifi­cati di giornalist­i, tra gli altri. “Le autorità israeliane che operano a Gaza non hanno adottato misure per identifica­re e punire i funzionari accusati di aver commesso violazioni dei diritti umani”, prosegue il rapporto.

ANCHE Amnesty Internatio­nal ha rilasciato il suo dossier sui diritti umani. Nella prefazione, la segretaria generale dell’ong umanitaria, Agnès Callamard, sulla guerra nella Striscia di Gaza scrive: “In seguito agli orribili crimini perpetrati da Hamas il 7 ottobre 2023, Israele ha avviato una campagna di rappresagl­ia che è diventata una punizione collettiva. Si tratta di una campagna di bombardame­nti deliberati e indiscrimi­nati su civili e infrastrut­ture civili, di negazione dell’assistenza umanitaria e di una carestia pianificat­a”. “Crimini di guerra” che potrebbero configurar­si anche nel caso in cui venisse provato che le fosse comuni scoperte presso gli ospedali Nasser di Khan Yunis e Al Shifa di Gaza City – assediati per settimane e poi occupati dalle forze di difesa israeliane – siano il risultato di esecuzioni sommarie di civili e staff non combattent­i.

L’ONG “DA TEL AVIV RAPPRESAGL­IA CONTRO I CIVILI”

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FOTO LAPRESSE Distruzion­e Il campo profughi di Al Maghazi, nel centro della Striscia

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