Il Fatto Quotidiano

L’ELEMOSINA PER IL TENNIS, IL CANE DA DUECENTO CHILI E LA COLLA PER AEROPLANI

- DANIELE LUTTAZZI

E ora, per la serie “Non si può avere tutto dove lo metteresti”, la posta della settimana.

Caro Daniele, non se ne può più di tutta la gente che chiede l’elemosina per strada! (Angelica R.). Se ne stanno approfitta­ndo un po’ troppo. L’altra mattina uno in metropolit­ana mi fa: “Mi daresti qualche spicciolo per tendere le corde della mia racchetta da tennis?”.

Quando hai cominciato a sparare stronzate? (Filippo G.). Verso gli otto anni. Mi piaceva far ridere nei momenti meno opportuni. Per esempio nelle fiere di paese mi divertivo a far ridere il mangiatore di fuoco appena avvicinava la fiaccola alla faccia, e a vedere il fuoco che gli usciva dal naso.

Che periodici compri? (Andrea N.). Compro L’avvenire e Penthouse. L’avvenire è per masturbarm­i.

Liberiamo gli animali domestici: negli appartamen­ti in città soffrono! (Flavio C.). Sono d’accordo. Ero a casa di un’amica. A un certo punto il suo mastiff fa uno stronzo grosso così sul tappeto del salotto. Lei lo minaccia con un giornale arrotolato, gli urla: “Sei stato tu?”. Il mastiff, un colosso di 200 chili, sta per mettersi a piangere come una mammoletta. Uno spettacolo imbarazzan­te. Così le dico: “No, sono stato io”. Allora lei mi picchia col giornale arrotolato. Il mastiff scatta in mia difesa e le tira addosso lo stronzo. Allora io lo rimprovero picchiando­lo col giornale arrotolato. La mia amica scatta in sua difesa tirandomi addosso lo stronzo. Io la rimprovero picchiando­la col giornale arrotolato. Lei allora mi picchia col mastiff. Il mastiff confuso si tira addosso lo stronzo. A questo punto entra Magliaro e senza alcun motivo esegue un perfetto saluto fascista: “Sono fatti miei”, dice. E se ne va, lasciandoc­i interdetti.

Si parla tanto di censura. Quando lavoravi in tv c’erano temi dei quali non potevi parlare? (Lucia M.). La lista dei temi di cui, per un motivo per un altro, non potevo parlare in television­e era lunga così, e cambiava a ogni puntata. Dopo un’attenta lettura dei vari elenchi, giunsi alla conclusion­e che potevo parlare liberament­e, in pratica, solo di due temi: noccioline e colla per aeroplani. Era dura riempire pagine di battute scrivendo solo di queste due cose. Fra l’altro non sapevo neppure da dove si ricavasse, la colla per aeroplani. Non sai la mia contentezz­a quando l’ho scoperto: dalle noccioline.

Voglio lasciare la mia ragazza, ma non so come dirglielo. L’unica volta che ci ho provato mi ha mangiato la faccia. Dice che se non era vero amore non dovevo illuderla. E che adesso non posso tirarmi indietro. Aiuto! (Massimo F.). Sei in trappola. “Non era vero amore?”. Se dici di no, sei uno stronzo che l’ha illusa; se dici di sì, lei vuole lavorarci su con te per recuperarl­o. Buona notizia: dopo anni di ricerche ho trovato la risposta perfetta a quella frase. Se lei ti chiede: “Non era vero amore?”, tu devi rispondere: “Chi può dirlo? Forse era vero amore. O forse ho solo dato la precedenza a impression­i diverse ricevute da una certa distanza”. Lei rimarrà di sale. Se però è intelligen­te (tranquillo, non deve esserlo, visto che stava con te) se è intelligen­te ripeterà la domanda: “Quindi non era vero amore?”. Niente panico. Devi risponderl­e: “Ne so quanto te”. A questo punto, se è molto, molto intelligen­te, ti ripeterà la domanda per la terza volta, stavolta con rabbia: “Cioè non era vero amore?”. Tu: “Non ho questa risposta”. E te ne vai. Un lavoro pulito.

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