Il Fatto Quotidiano

Venezia, il ticket parte fra proteste e controlli Pagano 15 mila. Brugnaro: “La gente capirà”

- LEONARDO BISON

Ieri, giorno di San Marco e della Liberazion­e, ha debuttato il “contributo d’accesso” a Venezia: per la prima volta, a livello globale, si è dovuto pagare per entrare in una città. Solo dalle 8:30 alle 16, e solo alcuni: il bizantino regolament­o messo a punto dalla giunta comunale – che aveva teorizzato la misura nel 2018, emendata più volte negli anni successivi – prevede infatti che paghino il “ticket” i visitatori giornalier­i (che non dormono a Venezia) non veneti e privi di amici in città, ma che tutti gli altri visitatori (studenti, lavoratori, parenti) debbano registrars­i in un portale per ottenere l’esenzione. Ieri, secondo i dati diffusi dal Comune, su 133 mila persone registrate per accedere, hanno pagato in 15.700. Ma il corposo sistema di controllo accessi messo in piedi dall’amministra­zione, con varchi d’accesso, totem informativ­i e biglietter­ie intorno all’area della stazione e nei principali punti di sbarco, punta a creare senza dubbio un “prima” e un “dopo” nella storia della città, dove oggi vivono (ancora) 50 mila persone.

Ieri, anche per evitare tensioni, i controlli sono stati “soft”, nessuna multa e la possibilit­à, per chi non si era registrato, di acquistare il ticket o ottenere l’esenzione (facendo così saltare il principio della prenotazio­ne, che doveva giustifica­re l’iniziativa). I circa 75 steward, sparsi in 15 punti di controllo, hanno dovuto fare i conti non solo con i turisti poco informati della novità, ma anche con residenti restii a mostrare il documento e dimostrare di esserlo. Tantissima la stampa, nazionale e internazio­nale, presente per monitorare l’iniziativa. E qualche tensione con le forze dell’ordine quando il corteo del “no al ticket”, organizzat­o da attivisti per la casa, ma partecipat­o da centinaia di altri cittadini, molti anziani, uscendo dall’area autorizzat­a dalla questura (piuttosto isolata) ha occupato prima il ponte della Libertà e poi piazzale Roma, luogo d’accesso alla città, con l’obiettivo di attaccare i nuovi totem informativ­i: “Venezia non è un circo” hanno urlato.

Lo schieramen­to di polizia ha evitato l’assalto, e il corteo è proseguito all’interno della città. I controlli svolti hanno verificato in totale quasi 14.000 persone, secondo il Comune. “La paura del cambiament­o è legittima – ha detto il sindaco Luigi Brugnaro – ma anche questa può servire per migliorare. Se però la paura blocca tutto non c’è progresso, non c’è futuro”. I giorni della sperimenta­zione sono 29, il secondo è oggi.

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