Il Fatto Quotidiano

Usa, i giudici salvano Weinstein “Errore madornale in 1° grado”

- » Roberto Festa

La Corte d’appello dello Stato di New York ha annullato la condanna a 23 anni di prigione per reati sessuali comminata a Harvey Weinstein nel 2020. La sentenza – quattro giudici a favore contro tre – afferma che il giudice del processo del 2020 commise un “errore madornale” e che al produttore fu negato il diritto alla difesa. L’ufficio del procurator­e di Manhattan annuncia che “farà di tutto per far ripetere il processo”. Weinstein, che è ricoverato nell’unità medica del carcere di Syracuse per problemi di cuore e diabete, viene ora rilasciato e spedito in California, dove deve scontare un’altra condanna a 16 anni. La sentenza di New York mostra in generale la difficoltà per il Movimento

#Metoo di trovare conferma in tribunale a molte accuse di violenza sessuale.

WEINSTEIN fu condannato nel 2020 per aver costretto un’attrice, Miriam Haley, a subire un atto di sesso orale e per aver più volte stuprato un’altra attrice, Jessica Mann. All’accusa fu consentito, per mostrare l’attitudine predatoria di Weinstein, di portare in aula le testimonia­nze di altre tre donne oggetto delle sue violenze. Questo, secondo la Corte d’appello, è stato l’“errore madornale” compiuto da James Burke, il giudice di allora: consentire testimonia­nze “che non c’entravano con le accuse delle querelanti”. Di più: il giudice Burke diede all’accusa la possibilit­à di interrogar­e Weinstein su episodi violenti del suo passato che niente avevano a che fare con le accuse (per esempio, una scazzottat­a con il fratello). Per evitare altri problemi, Weinstein decise di non testimonia­re. Così, afferma oggi la Corte d’appello, gli è stato negato il diritto alla difesa.

Oltre 100 donne, a partire dal 2017, denunciaro­no molestie e violenze sessuali da parte di quello che era stato l’uomo più potente di Hollywood, il produttore di Pulp Fiction e Shakespear­e in Love, l’uomo che con la sua Miramax era riuscito a combinare arte e mercato, puntando su registi come Quentin Tarantino, Michael Moore, Pedro Almodóvar. Weinstein cadde in disgrazia, fu arrestato e condannato; oltre che dal tribunale di New York, anche da uno della California, per aver stuprato una attrice in un hotel di Beverly Hills. Il coraggio di centinaia di donne, che uscirono allo scoperto per denunciarl­o, fu ciò che diede forza al #Metoo. Una delle protagonis­te di quel movimento, Ashley Judd, ha reagito così alla sentenza: “Essere donne in America significa vivere con il diritto del maschio sui nostri corpi”.

La decisione di New York va del resto oltre il caso Weinstein e mette in pericolo uno dei pilastri legali su cui ha contato il #Metoo: quello del “prior bad acts”, il principio secondo cui la testimonia­nza di una donna, che sostiene di essere stata vittima di violenza sessuale, è supportata dalle testimonia­nze di altre donne che denunciano “atti violenti precedenti”. Questo principio, che è servito a ottenere condanne importanti – oltre a Weinstein, Bill Cosby – viene ora ribaltato.

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Hollywood Harvey Weinstein

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