QUELLI DEL “DERBY” E IL MONDO CABARET
✱SIAMO nelle mani del passato, il presente non è mai stato tanto inguardabile, almeno in televisione (ma se tanto mi dà tanto…), non ci restano che i documentari. Il fascino di C’era una volta il Derby Club di Marco Spagnoli (venerdì scorso Rai3, ora Rai Play) non è tanto e non soltanto nella storia della culla del cabaret alla milanese, la cantina del ristorante di Gianni Bongiovanni convertita in teatrino nel 1959, e nell’elenco dei suoi protagonisti (ci sono tutti da Diego Abatantuono in poi, primo in ordine alfabetico ma anche araldico, essendo il nipote dei proprietari). È soprattutto in ciò che rese possibile a quella cantina di diventare un monumento, anni che avevano parecchie cose in comune con il cabaret. Per dirne una, due ristoranti su tre di Milano non servivano solo sushi e poke: cantine difficili da riconvertire in cabaret, al massimo si potrebbe tentare il Teatro Kabuki. Per dirne un’altra, a quei tempi ci si parlava. A Milano ogni bancone di bar era un potenziale palcoscenico di cabaret. Oggi, se parli ti guardano strano. Tutti a scrivere, chini sul telefonino. Al massimo, un vocale; ma con il messaggio vocale il monologo brillante non viene bene. Per dirne un’altra ancora, si facevano battute, al Derby Club c’era una continua compravendita di battute con tanto di copyright (sulla parola, visto che ci si parlava). Più erano cattive, e più erano buone. Ma di questi tempi chi osa più fare una battuta? E poi chi glielo dice ai social? Se la battuta è veramente buona, la fai a tuo rischio e pericolo. Per dirne un’altra ancora, e poi ancora, il popolo della notte non è più quello. Al Derby Club c’era una mescolanza irripetibile di viveur, malavitosi, balordi, giornalisti, artisti, geni, e una cosa non escludeva l’altra. Anzi. Per questo, quando nel 1985 il Derby chiude all’improvviso, chiude per via di due retate; quella rimasta negli annali della Narcotici, e quella invisibile ma non meno fatale della televisione aspiratutto. Come dire: non chiuse solo il Derby; chiuse anche lo spirito del suo tempo.