Il Fatto Quotidiano

LA VILLA INSANABILE Casa Santanché, 9 richieste di condono per abusi edilizi

- » Thomas Mackinson INVIATO A PIETRASANT­A (LU)

Casina Rossa”, così si chiamava il rustico dei sogni della “nera” Santanchè, nel bosco della Versiliana. Quando ci arrivi davanti, una siepe alta e fitta con un’anima di rete verde impedisce a chiunque di vedere all’interno. Perfino i cancelli sono ricoperti da assi di legno che occludono la vista. Cosa ci sia dentro lo si scopre solo dall’alto, facendo levare un drone sopra gli steccati o zoommando con google maps, cosa che chiunque può fare. E quello che un tempo era un “rudere al grezzo” – senza allaccio alle fogne, acqua e luce – si rivela per quel che è diventato: una villa di charme da 270 metri quadri con giardino, corredata di porticato con “cotto umbro” e impreziosi­ta da una splendida veranda addossata stile inglese, tanto glamour per il tè del tramonto.

“Lorenzo Mazzaro” si legge sul citofono. Nessuno risponde. Per tutti a Pietrasant­a non è la casa del figlio, bensì di Daniela Santanchè, la regina degli affari, della politica e delle estati chic e felici nella riviera toscana. Per anni l’esponente di Fratelli d’italia ne ha affittata un’altra, nella zona di Roma Imperiale, finché nel 2014 mette gli occhi su un rustico nel cuore del parco pubblico, epicentro dell’attività turistica e culturale di una delle località più rinomate e lussuose della riviera, tra Marina di Pietrasant­a e Forte dei Marmi. Dieci minuti a piedi dal famoso “Twiga”, di cui Daniela Santanchè è stata socia finché ha ceduto le quote al compagno Dimitri Kunz, altri dieci dalla famosa “Villa Alberoni”, quella che nel giro di un’ora fruttò a Kunz e alla moglie di La Russa la plusvalenz­a record. La stessa Meloni vi ha soggiornat­o più volte, come tanti politici, artisti e intellettu­ali di destra che si raccolgono d’estate attorno ai lidi e al

Caffè della Versiliana, la terza Camera agostana d’un tempo.

C’è solo un problema: le importanti opere che l’hanno resa la bomboniera che è, incensata dalla stessa Santanchè nella sua rivista Villa e Giardini dell’agosto 2016, al Comune di Pietrasant­a risultano realizzate senza autorizzaz­ione paesaggist­ica. E la storia prende una strana piega, quella della Ministra del Turismo con villa abusiva nel Parco pubblico della Versiliana. E di nove tentativi di sanare “l’abuso oltre la siepe”, appesi ora alla sanatoria annunciata dal suo collega Salvini. Degli accertamen­ti e degli abusi, che han portato anche a un procedimen­to penale, non si era mai avuta notizia. Tantomeno di ordini di demolizion­e, come prevedereb­be la legge.

PER CAPIRCI qualcosa tocca affondare nelle pratiche dello Sportello unico per l’edilizia di Pietrasant­a. Da lì ne saltano fuori 11, tutte intestate a Lorenzo Mazzaro, anche se molti elementi fanno pensare sia l’intestatar­io fittizio della proprietà. Nel preliminar­e firmato il 28 febbraio 2014 a Milano, quando era ancora minorenne, si legge: “La signora Daniela Garnero Santanchè si riserva di nominare un terzo acquirente finale dei beni, il signor Lorenzo Mazzaro, che accetta tale nomina”. Il rogito avviene il 17 aprile 2014, due giorni dopo che Lorenzo è diventato maggiorenn­e, con acquisto dell’immobile in costruzion­e “al rustico”: niente acqua luce e fognature, pavimenti, scale, inferriate, recinzioni o finestre.

Il giorno dopo inizia “il ballo del mattone”. Il 18 aprile 2014 un geometra di Firenze, Simone Banchi, presenta un permesso per “modifiche interne, senza opere struttural­i”, che viene accolto. Il problema, infatti, è quel che la proprietà intende realizzare all’esterno. Il 2 maggio 2014 un geometra locale, Giuseppe Del Carlo, deall’interno posita a nome di Mazzaro un progetto dal titolo ampio: “Ristruttur­azione edilizia con modifiche interne ed esterne, rifaciment­o di recinzioni e nuovi ingressi pedonali e carrabile a fabbricato di civile abitazione del Parco della Versiliana, denominato Casina Rossa”. I rendering arrivano da uno studio di Milano. Cinque mesi dopo la pratica viene però bocciata, proprio sul fronte della paesaggist­ica, che viene “diniegata” il 30 settembre 2014.

E tuttavia la proprietà costruisce quel che desidera: il 17 novembre 2014 il progettist­a Banchi protocolla in Comune una richiesta di accertamen­to di “opere eseguite in assenza di autorizzaz­ione paesaggist­ica” indicando, tra le altre, “modifiche al tetto e al comignolo, costruzion­e di pergolati e pavimentaz­ioni esterne, nuovi ingressi pedonali, abbassamen­to del piano di calpestio al piano terra”. Anche questa pratica risulta però cassata il 13 luglio 2015. La proprietà non demorde: tra il 2014 e il 2017, saranno in tutto nove i tentativi di sanare quel che forse sanabile non era, in parte per il contesto tutelato, in parte (probabilme­nte) per il mancato rispetto delle distanze dei nuovi “corpi” realizzati dal corso del “Fiumetto” e dalla strada comunale.

L’ultimo tentativo risale al 30 giugno 2017. Il geometra Banchi, sotto sua responsabi­lità, quel giorno attesta sia la conformità in sanatoria e sia la compatibil­ità paesaggist­ica, pratica che risulta poi “chiusa da ufficio”, non “rilasciata”. Negli uffici tecnici del circondari­o, tutti concordano: è stata archiviata, non approvata. Chiedere al geometra non si

La “Casina rossa” Nell’area protetta l’edificio di 270 mq, 12 vani con giardino, tettoia e veranda: ma non sono autorizzat­e

può: purtroppo è deceduto otto mesi dopo, il 13 febbraio 2018. Non si accolla responsabi­lità il collega con studio in Pietrasant­a: “Io fui coinvolto solo per la prima pratica – dice al Fatto Giuseppe Del Carlo – e quando mi fu bocciata dall’autorità paesaggist­ica e venne fuori il problema mi tolsero l’incarico. Si vede che poi le cose le hanno fatte lo stesso, come piaceva a loro”.

LORENZO Mazzaro non risponde al citofono. Avvertito via telefono, neppure a quello. Dalla carte risulta risiedere proprio lì, e lo rivela anche la pratica di mutuo che il Fatto ha potuto consultare: 18enne da due giorni, il figlio della futura ministra ha immediatam­ente ottenuto da Banca Mediolanum un mutuo “fondiario ipotecario” da 750 mila euro da restituire in 25 anni garantito da un fideiussor­e (non indicato nell’atto) per 1,5 milioni. Mazzaro dichiara che trattasi di “acquisto abitazione”, e pertanto soggetto al pagamento dell’imposta sostitutiv­a dello 0,25%, “in luogo delle imposte di registro, di bollo, ipotecarie e delle tasse su concession­i governativ­e”. Naturalmen­te l’acquisto come “prima casa” gli permette anche successiva­mente notevoli risparmi sui contratti per le varie utenze e soprattutt­o di non pagare l’imu. Peccato che all’epoca, riferiscon­o diversi testimoni, studiasse in Inghilterr­a. Il Comandante dei Vigili di Pietrasant­a Giovanni Fiori conferma: a seguito di controlli la residenza fu negata due volte e contestual­mente “l’esito degli accertamen­ti di natura edilizia furono rimessi all’autorità giudiziari­a, ma l’esito a me non è noto”.

La vicenda, comunque sia finita, può imbarazzar­e la stessa Giorgia Meloni che nella villa è stata più volte ospite. Ad esempio il 4 agosto 2022, quando alla Versiliana presentò il suo libro Io sono Giorgia. Lei, il compagno e la figlia Ginevra furono inghiottit­i dalla siepe. E vai a sapere se è la stessa Giorgia che invocava le dimissioni della ministra del Pd Josefa Idem per presunti abusi edilizi e dell’ici. Nel caso della “sua” ministra, se confermati, sono avvenuti non in una palestra privata ma all’interno di un parco pubblico tutelato dagli anni Settanta, una sorta di “sacrario verde” inviolabil­e perfino all’amministra­zione cittadina: più sindaci e assessori nel corso degli ultimi 20 anni hanno proposto di realizzare strutture coperte per offrire riparo e servizi alla cittadinan­za senza riuscire (per fortuna) a posare neppure un mattone. Singolare è anche il silenzio su questa vicenda.

In una Versilia che pullula di vip, politici e affari immobiliar­i non se ne è mai saputo nulla. Possibile che sindaci e assessori di Pietrasant­a, sempre di area centrodest­ra, non abbiano battuto ciglio, o (peggio) abbiano chiuso un occhio sull’abuso oltre la siepe? “Avete le carte in mano, fate le vostre valutazion­i”, taglia corto il primo cittadino Alberto Giovannett­i. Non richiesto, anticipa lui stesso la soluzione: “Qui ci sono 299 case con problemi di sanatoria, ma a voi vi interessa solo la Santanchè perché è il vostro nemico. Non credo di essere tenuto a rispondere alle vostre domande, vi dico solo che bene ha fatto Salvini a tirar fuori il discorso della sanatoria”.

Intestata al figlio L’abitazione ha ospitato anche Meloni. In teoria sarebbe di Lorenzo, ma la residenza gli è stata negata due volte

 ?? ANSA/LAPRESSE ?? Cuore di mamma La villa di Marina di Pietrasant­a. A lato, Daniela Santanchè al mare con il figlio Lorenzo e il Twiga
ANSA/LAPRESSE Cuore di mamma La villa di Marina di Pietrasant­a. A lato, Daniela Santanchè al mare con il figlio Lorenzo e il Twiga
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