Boiardi di Stato tifano FDI Agi, Descalzi conferma la trattativa Eni-angelucci
I big di Leonardo & C. posano con la maglia del partito. L’ad del cane a 6 zampe in difficoltà: “Ho una reputazione...”
Manager pubblici arruolati per la campagna elettorale del partito di maggioranza. Senza neanche lo scrupolo di mascherare la presenza alla Conferenza programmatica di Fratelli d’italia, in corso a Pescara, come un’ospitata istituzionale: i boiardi di Stato non solo elogiano Giorgia Meloni e il suo governo, ma addirittura si fanno fotografare sorridenti mentre mostrano la maglietta azzurra con stampato lo slogan di Fratelli d’italia per le Europee: “L’italia cambia l’europa”.
E COSÌ LA SFILATA di dirigenti pubblici diventa un passerella elettorale non così diversa da un comizio. La maglia la ricevono tutti. Claudio Descalzi, numero uno dell’eni, parla dal palco in serata quando ormai le foto dei colleghi arruolati dal partito hanno fatto il giro di tutti i siti. Descalzi accetta la maglia, sta per mostrarla ai fotografi ma, da manager navigato, prima vuole capire cosa c’è scritto. La gira, vede lo slogan e la ripiega. Non può esibirla. Si gira e scherza con Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d’italia al Parlamento Europeo: “Non posso, ho una reputazione...”. Anche Marco Minniti, ex ministro del governo Gentiloni e presidente della fondazione Med-or, pur essendo tra i più applauditi, decide di rifiutare la t-shirt.
Sembrano invece calciatori in posa il presidente di Leonardo
Stefano Pontecorvo e Bruno Frattasi, l’uomo a capo dell’agenzia per la cybersicurezza. Ma pure Pierroberto Folgiero (amministratore delegato di Fincantieri) non si tira indietro e mostra la maglia; mentre Flavio Cattaneo (ad di Enel) fiuta l’aria ed evita.
Al di là delle foto, anche i toni dei manager nei confronti del governo sono intrisi di miele. Descalzi promuove il misterioso Piano Mattei, incolpando l’europa dei guai con l’africa: “Se Meloni non spinge con il suo team, l’ue si distrae immediatamente. La scommessa dell’europa sull’africa è quasi persa, mentre la scommessa dell’italia non lo è. Il primo punto è andare a combattere la povertà, dando energia”. Meloni “ci sta riuscendo” lavorando “con incredibile tenacia”, ma la strada è ancora lunga. Durante l’incontro Descalzi parla più volte (e bene) della politica estera e dello sviluppo energetico promosso dal governo Meloni, tanto da farlo definire così da Fidanza: “Descalzi è un sovranista”. Nello stesso panel, moderato dal direttore di Libero ed ex capo ufficio stampa di Palazzo Chigi Mario Sechi, il viceministro degli Esteri di Fratelli d’italia Edmondo Cirielli dice che “bisogna essere atlantisti, ma senza essere servi”. Al governo arrivano elogi pure da Cattaneo: “Il lavoro fatto dal ministro Urso è fondamentale, ha messo al centro la qualità dei prodotti come condizioni chiave per accedere agli incentivi. Ha posto rimedio a storture degli ultimi anni, quando gli incentivi venivano dati direttamente al consumatore”. Da Fratelli d’italia però fanno sapere che le magliette del partito sono state date anche ad esponenti del Pd e del centrosinistra come Fausto Bertinotti. “La sinistra si impegna come sempre in una polemica sterile – dice il responsabile organizzazione di FDI Giovanni Donzelli – Nel tempo l’hanno ricevuta in dono anche noti esponenti del Pd, che grazie al cielo non hanno per questo aderito a FDI”.
UNA NOTIZIA arriva anche a margine del panel con Descalzi e Sechi e riguarda la probabile vendita dell’agenzia di stampa Agi (di proprietà del cane a sei zampe) al deputato leghista Antonio Angelucci, con conseguente conflitto di conflitto d’interessi evidente. “Non abbiamo ancora deciso, stiamo facendo valutazioni”, spiega Descalzi ai cronisti (il video è sul fattoquotidiano.it). Poi aggiunge che il preliminare non è stato ancora firmato ma che la trattativa in corso c’è eccome: “Noi siamo un’azienda e non un editore – continua – stiamo facendo le nostre valutazioni, vedendo se ci sono altre società interessante”. E ancora: “Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto diverse offerte ma non sono state reputate congrue”. Passa Sechi, che potrebbe tornare di nuovo a dirigere Agi con Angelucci, saluta tutti e ride: “Siamo sempre qua...”.
Stampa Si va verso la vendita dell’agenzia al deputato salviniano: “Stiamo ancora valutando, ma non siamo un editore”
tito e ministri – da Andrea Abodi a Eugenia Roccella – hanno preso le distanze dalle parole del generale sulle “classi separate per i disabili”. Ma la spiegazione è anche un’altra: Salvini sa benissimo che la giornata di oggi sarà tutta per lei, per Meloni, e lui sarà oscurato dalla candidatura della premier. Un calcolo che deve aver fatto anche l’altro vice, Tajani, che ha annunciato una conferenza stampa alle 15.30 a Pescara proprio per presentare le liste di Forza Italia. Come dire: era tutto già programmato da tempo.
ALLA VIGILIA del discorso di Meloni – nel bel mezzo di alcune uscite che hanno destato scalpore sul palco come quella del capogruppo Tommaso Foti secondo cui gli universitari dovevano “andare a zappare” – però in Fratelli d’italia si riflette sul possibile esito delle elezioni e su quanto potrà portare la candidatura di Meloni. Tra un panel e l’altro, dopo aver chiuso l’ipotesi di una candidatura alle suppletive, la sorella della premier Arianna
si ferma a parlare col Fatto e spiega di non aver dato alcun consiglio a Giorgia sul discorso: “Non ne ha certo bisogno, casomai è lei che dà consigli a me…” dice tra un selfie e l’altro con militanti e dirigenti. Poi sull’obiettivo di FDI alle europee replica così a chi le indica la cifra del 30%: “Certo, di più…” mima con le mani verso l’alto, tra il serio e il faceto.
Per Raffaele Fitto l’asticella resta quella del 26%, cioè “quella delle politiche perché non è mai successo che un partito dopo due anni al governo raggiungesse lo stesso risultato”. L’unica eccezione è Salvini nel 2019 che dal 17 raddoppiò i consensi al 34% ma allora “era passato solo un anno di governo”. Sull’indicazione di Ursula von der Leyen alla presidenza della commissione “niente è stato deciso”. Dopo la candidatura, Meloni farà campagna soprattutto da Palazzo Chigi e con ospitate in tv: al massimo un paio di comizi prima della chiusura, uno nel Veneto leghista.