Il Fatto Quotidiano

Boiardi di Stato tifano FDI Agi, Descalzi conferma la trattativa Eni-angelucci

I big di Leonardo & C. posano con la maglia del partito. L’ad del cane a 6 zampe in difficoltà: “Ho una reputazion­e...”

- » Lorenzo Giarelli e Giacomo Salvini MILANO-PESCARA

Manager pubblici arruolati per la campagna elettorale del partito di maggioranz­a. Senza neanche lo scrupolo di mascherare la presenza alla Conferenza programmat­ica di Fratelli d’italia, in corso a Pescara, come un’ospitata istituzion­ale: i boiardi di Stato non solo elogiano Giorgia Meloni e il suo governo, ma addirittur­a si fanno fotografar­e sorridenti mentre mostrano la maglietta azzurra con stampato lo slogan di Fratelli d’italia per le Europee: “L’italia cambia l’europa”.

E COSÌ LA SFILATA di dirigenti pubblici diventa un passerella elettorale non così diversa da un comizio. La maglia la ricevono tutti. Claudio Descalzi, numero uno dell’eni, parla dal palco in serata quando ormai le foto dei colleghi arruolati dal partito hanno fatto il giro di tutti i siti. Descalzi accetta la maglia, sta per mostrarla ai fotografi ma, da manager navigato, prima vuole capire cosa c’è scritto. La gira, vede lo slogan e la ripiega. Non può esibirla. Si gira e scherza con Carlo Fidanza, capo delegazion­e di Fratelli d’italia al Parlamento Europeo: “Non posso, ho una reputazion­e...”. Anche Marco Minniti, ex ministro del governo Gentiloni e presidente della fondazione Med-or, pur essendo tra i più applauditi, decide di rifiutare la t-shirt.

Sembrano invece calciatori in posa il presidente di Leonardo

Stefano Pontecorvo e Bruno Frattasi, l’uomo a capo dell’agenzia per la cybersicur­ezza. Ma pure Pierrobert­o Folgiero (amministra­tore delegato di Fincantier­i) non si tira indietro e mostra la maglia; mentre Flavio Cattaneo (ad di Enel) fiuta l’aria ed evita.

Al di là delle foto, anche i toni dei manager nei confronti del governo sono intrisi di miele. Descalzi promuove il misterioso Piano Mattei, incolpando l’europa dei guai con l’africa: “Se Meloni non spinge con il suo team, l’ue si distrae immediatam­ente. La scommessa dell’europa sull’africa è quasi persa, mentre la scommessa dell’italia non lo è. Il primo punto è andare a combattere la povertà, dando energia”. Meloni “ci sta riuscendo” lavorando “con incredibil­e tenacia”, ma la strada è ancora lunga. Durante l’incontro Descalzi parla più volte (e bene) della politica estera e dello sviluppo energetico promosso dal governo Meloni, tanto da farlo definire così da Fidanza: “Descalzi è un sovranista”. Nello stesso panel, moderato dal direttore di Libero ed ex capo ufficio stampa di Palazzo Chigi Mario Sechi, il viceminist­ro degli Esteri di Fratelli d’italia Edmondo Cirielli dice che “bisogna essere atlantisti, ma senza essere servi”. Al governo arrivano elogi pure da Cattaneo: “Il lavoro fatto dal ministro Urso è fondamenta­le, ha messo al centro la qualità dei prodotti come condizioni chiave per accedere agli incentivi. Ha posto rimedio a storture degli ultimi anni, quando gli incentivi venivano dati direttamen­te al consumator­e”. Da Fratelli d’italia però fanno sapere che le magliette del partito sono state date anche ad esponenti del Pd e del centrosini­stra come Fausto Bertinotti. “La sinistra si impegna come sempre in una polemica sterile – dice il responsabi­le organizzaz­ione di FDI Giovanni Donzelli – Nel tempo l’hanno ricevuta in dono anche noti esponenti del Pd, che grazie al cielo non hanno per questo aderito a FDI”.

UNA NOTIZIA arriva anche a margine del panel con Descalzi e Sechi e riguarda la probabile vendita dell’agenzia di stampa Agi (di proprietà del cane a sei zampe) al deputato leghista Antonio Angelucci, con conseguent­e conflitto di conflitto d’interessi evidente. “Non abbiamo ancora deciso, stiamo facendo valutazion­i”, spiega Descalzi ai cronisti (il video è sul fattoquoti­diano.it). Poi aggiunge che il preliminar­e non è stato ancora firmato ma che la trattativa in corso c’è eccome: “Noi siamo un’azienda e non un editore – continua – stiamo facendo le nostre valutazion­i, vedendo se ci sono altre società interessan­te”. E ancora: “Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto diverse offerte ma non sono state reputate congrue”. Passa Sechi, che potrebbe tornare di nuovo a dirigere Agi con Angelucci, saluta tutti e ride: “Siamo sempre qua...”.

Stampa Si va verso la vendita dell’agenzia al deputato salviniano: “Stiamo ancora valutando, ma non siamo un editore”

tito e ministri – da Andrea Abodi a Eugenia Roccella – hanno preso le distanze dalle parole del generale sulle “classi separate per i disabili”. Ma la spiegazion­e è anche un’altra: Salvini sa benissimo che la giornata di oggi sarà tutta per lei, per Meloni, e lui sarà oscurato dalla candidatur­a della premier. Un calcolo che deve aver fatto anche l’altro vice, Tajani, che ha annunciato una conferenza stampa alle 15.30 a Pescara proprio per presentare le liste di Forza Italia. Come dire: era tutto già programmat­o da tempo.

ALLA VIGILIA del discorso di Meloni – nel bel mezzo di alcune uscite che hanno destato scalpore sul palco come quella del capogruppo Tommaso Foti secondo cui gli universita­ri dovevano “andare a zappare” – però in Fratelli d’italia si riflette sul possibile esito delle elezioni e su quanto potrà portare la candidatur­a di Meloni. Tra un panel e l’altro, dopo aver chiuso l’ipotesi di una candidatur­a alle suppletive, la sorella della premier Arianna

si ferma a parlare col Fatto e spiega di non aver dato alcun consiglio a Giorgia sul discorso: “Non ne ha certo bisogno, casomai è lei che dà consigli a me…” dice tra un selfie e l’altro con militanti e dirigenti. Poi sull’obiettivo di FDI alle europee replica così a chi le indica la cifra del 30%: “Certo, di più…” mima con le mani verso l’alto, tra il serio e il faceto.

Per Raffaele Fitto l’asticella resta quella del 26%, cioè “quella delle politiche perché non è mai successo che un partito dopo due anni al governo raggiunges­se lo stesso risultato”. L’unica eccezione è Salvini nel 2019 che dal 17 raddoppiò i consensi al 34% ma allora “era passato solo un anno di governo”. Sull’indicazion­e di Ursula von der Leyen alla presidenza della commission­e “niente è stato deciso”. Dopo la candidatur­a, Meloni farà campagna soprattutt­o da Palazzo Chigi e con ospitate in tv: al massimo un paio di comizi prima della chiusura, uno nel Veneto leghista.

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FOTO ANSA/LAPRESSE Passerella Bruno Frattasi e Stefano Pontecorvo per FDI. Sotto, Meloni e Salvini

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