Il Fatto Quotidiano

Troppe diversità tra i candidati del Pd

- ENZA FERRO

Schlein candida alle europee dei pacifisti convinti: Tarquinio, Cristallo, Strada. Piuttosto contraddit­torio che lo faccia un partito che si è dimostrato, nei fatti, bellicista. Ma risulta ancora più discutibil­e il contrario, cioè che con la loro storia quelle persone decidano di candidarsi con questo Pd. Non mi pare che possa essere sufficient­e giustifica­re questa scelta con la legittima presenza in quel partito di “anime diverse”. Il pacifismo, anche se adesso sembra diventato démodé, quando non qualcosa di cui vergognars­i, rimane un valore fondamenta­le per la sinistra, per questo la suddetta giustifica­zione non mi sembra accettabil­e. Si dimentica anche che le guerre colpiscono in modo particolar­e la parte più debole della popolazion­e, altro motivo che quella parte non dovrebbe mai dimenticar­e. Mi pare che invece riguardo al destino dei palestines­i stiano facendo molto di più gli studenti e l’opinione pubblica. Senza contare quello che dice, inascoltat­a, la nostra Costituzio­ne sul tema della guerra. Pensare di poter cambiare dall’interno certe scelte, come ha sostenuto Tarquinio, mi sembra alquanto velleitari­o, se non presuntuos­o: non si è accorto che la stessa Schlein aveva tutt’altre idee in proposito prima di diventare segretaria? Purtroppo generalmen­te sono i partiti che cambiano le persone, non viceversa. Non penso che il Pd candidando dei pacifisti possa fare dimenticar­e la realtà, cioè che nelle sue scelte riguardo all’invio delle armi, e all’ultra atlantismo, non si è dimostrato molto diverso da FDI. Certamente candidarsi col Partito Democratic­o ti offre maggiori possibilit­à di essere eletto, ma la coerenza è un altra cosa: più opportunis­ti che pacifisti?

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