Il Fatto Quotidiano

Nonostante il freddo episodico, aprile è più caldo di 1-2° C

- LUCA MERCALLI

IN ITALIA – Aprile verrà ricordato per il rapido passaggio da una prima metà straordina­riamente calda (2-4 °C sopra media) a un episodio di freddo e neve a bassa quota che a più riprese si è rinnovato. Tuttavia questo freddo – per quanto notevole e poco usuale per la stagione in termini di durata ed estensione a tutta l’europa – è risultato meno rilevante rispetto al caldo precedente, tanto che aprile nel suo insieme si avvia a chiudersi con temperatur­e 1-2 °C oltre norma. Solo localmente c’è stato qualche elemento eccezional­e a lungo termine, come le basse temperatur­e diurne del 22-23 aprile in Valpadana, quando, sotto piogge battenti (71 mm a Modena), i valori massimi non sono andati oltre 7,8 °C a Piacenza e 7,6 °C a Parma, mai accaduto prima nella terza decade di aprile nelle rispettive serie di misura del 1871 e 1878. Dal Cuneese all’emilia e al Nord-est, la neve ha coperto colline e boschi ormai verdi talora fino a 500 m di quota, depositand­osi in spessori anche di 50-80 cm sopra i 1.000 m sull’appennino Tosco-emiliano, situazione simile a quella, ancor più tardiva, del 5 maggio

2019. Qualche lieve gelata in pianura e fondovalle con locali danni all’agricoltur­a, ma la frequente nuvolosità o il vento hanno “disturbato” le inversioni termiche scongiuran­do il ripetersi dei disastri di aprile

2017 e 2021. Grandine abbondante martedì presso Rovigo, Macerata e Grosseto, e mercoledì a Cremona e in provincia di Roma, con rovina delle colture. Meno toccato il Meridione: la Sicilia continua a soffrire una siccità estrema che costringe a razionamen­ti dell’acqua; da inizio anno a Catania sono caduti appena 47 mm di pioggia, un quinto del normale, e secondo il Cnr-irpi il contenuto idrico nei suoli dell’isola è ai minimi in almeno

75 anni. Ora tornano correnti calde da Sud, ma anche umide con piogge frequenti fino al 2 maggio al Nord-ovest. Già ieri notte forti temporali e allagament­i all’elba (61 mm a Portoferra­io).

NEL MONDO –

In Europa centrale la recente fase fredda è stata più intensa che in Italia: in Germania varie località hanno misurato temperatur­e minime record per la terza decade di aprile (-8 °C in Sassonia), ma anche qui il mese resterà sbilanciat­o sul caldo della prima metà, chiudendo sopra media di un paio di gradi. Allo stesso tempo una soffocante onda di calore interessav­a i Paesi dal Sahel al Mediorient­e e alla Grecia, dove la polvere sahariana ha tinto i cieli di Atene di un rosso surreale; battuti i precedenti record nazionali di caldo per aprile in Turchia (39,2 °C), Israele (45,5 °C), Giordania (43,5 °C), eguagliati in Niger (47,2 °C) e Ciad (47,0 °C). Distruzion­i venerdì in Nebraska e Iowa per una serie di violenti tornado. Il servizio Copernicus e l’organizzaz­ione meteorolog­ica mondiale hanno pubblicato il rapporto sullo stato del clima europeo nel 2023: la temperatur­a media continenta­le è stata la più elevata dopo il caso del 2020; record di caldo per i mari con anomalie fino a +5,5 °C in luglio e agosto nel Mediterran­eo, di estensione degli incendi forestali (circa 500 mila ettari), ma anche di portata dei fiumi in dicembre, con diffuse inondazion­i in Europa centrale; inoltre i ghiacciai delle Alpi hanno perso un decimo del loro volume in appena due estati. Il gruppo di ricerca “World Weather Attributio­n” ha valutato che il riscaldame­nto globale antropogen­ico ha reso più intense del 10-40% le piogge alluvional­i del 14-15 aprile negli Emirati Arabi e in Oman, rispetto a quanto sarebbe avvenuto in un mondo più freddo di 1,2 °C. Secondo un articolo pubblicato su Nature (The economic commitment of climate change) da ricercator­i del Potsdam Institute for Climate Impact Research, l’economia globale soffrirà danni per 38 trilioni di dollari all’anno da qui al 2050 per gli effetti dei cambiament­i climatici, sei volte il costo della mitigazion­e. Prevenire costa meno che riparare i danni.

ECONOMIA IL SURRISCALD­AMENTO CI COSTERÀ 38 TRILIONI DI $, SEI VOLTE LA TRANSIZION­E

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