Sardegna, il ras Pd sfida Todde per il controllo degli aeroporti
Cabras vuole gestire i 3 scali, la governatrice ha dubbi
• Numero 2 di Bper, siede nel Cda del fondo F2i che vuole il Cagliari-elmans
Una newco a capitale in prevalenza privato con un controllo pubblico dimezzato, che dovrebbe governare in regime di monopolio le società di gestione dei tre aeroporti della Sardegna. Ma sullo sfondo di questo affare da 400 milioni c’è il rischio di uno scontro politico: da una parte Alessandra Todde, nuova presidente della Regione; dall’altra Antonello Cabras, cacicco del Pd sardo appena nominato vicepresidente di Bper, coinvolto nell’operazione come consigliere di amministrazione di F2i, il fondo partecipato da Cassa depositi e prestiti pronto ad acquistare dalla Camera di Commercio di Cagliari guidata da Maurizio De Pascale la quota dello scalo di Cagliari-elmas (il 94,35%) per accorparla con i già acquisiti Alghero-fertilia e Olbia-costa Smeralda.
L’EX PRESIDENTE Solinas si era opposto fermamente all’operazione, la presidente Todde ha scelto per adesso la linea della prudenza. Ai rappresentanti di F2i ha detto, come riporta l’unione Sarda: “Qualsiasi decisione presa in questi giorni sarà interpretata come un atto ostile nei confronti della Regione e della Sardegna intera”. Un invito a frenare per dare il tempo al governo regionale di accertare i termini di un’operazione “ingiustificata e dagli esiti finanghero) incerti”, come denuncia la sezione di controllo della Corte dei Conti. Invito rivolto indirettamente anche a Cabras, uno dei sostenitori della candidatura di Todde per il 25 febbraio. Se la presidente mettesse il veto sulla holding aeroportuale si troverebbe in una posizione politicamente imbarazzante, contrapposta al ruolo in F2i di un personaggio tra i più influenti del partito di maggioranza, la cui area ha espresso due assessori e sette consiglieri regionali. Per ora l’esito dell’intervento è stato un rinvio (“tutti i pareri vincolanti sull’operazione sono stati favorevoli, ma aspetteremo il pronunciamento della presidente Todde” ha detto De Pascale al Fatto) dopo un confronto aspro che si è allargato fino a coinvolgere quella che in Sardegna può ormai essere definita editoria di relazione: i due quotidiani dell’isola. È entusiasta del progetto la Nuova Sardegna e la posizione non sorprende: gli editori principali sono il costruttore De Pascale e la Fondazione di Sardegna, presieduta fino all’anno scorso da Cabras e oggi da Giacomo Spissu, area Pd che fa capo allo stesso Cabras. È contraria con un tasso di accanimento inedito l’unione Sarda, il cui editore è l’immobiliarista Sergio Zuncheddu: dopo aver mandato avanti per mesi colonnelli e caporali, è sceso in campo lui, con una lettera-editoriale rivolta ad Alessandra Todde in cui ha chiesto di fermare l’operazione. I toni gentili hanno oltrepassato in alcuni passaggi l’asprezza. A leggere il percorso tecnico indicato a Sogaer dall’avvocato Bernardo Mattarella, figlio di Sergio, la Camera di commercio di Cagliari, che detiene il 94,353% di Sogaer – bilancio di 53 milioni, 15 di utile dopo le tasse – dovrebbe conferire le proprie quote con la sottoscrizione di un aumento di capitale in F2i-ligantia, che detiene la maggioranza di Geasar (Alziari col 71% e Sogeaal (Olbia) 80%, malgrado due ricorsi pendenti davanti al Tar e al tribunale civile e le posizioni contrarie di Corte dei Conti, Anac ed Enac. Secondo il parere pro veritate del legale, la procedura a evidenza pubblica non sarebbe necessaria. Lo scenario annunciato è quello di un monopolio orientato sulla presenza privata: sparite le società di gestione originaria, F2i avrebbe il 40,5% della newco e esprimerebbe quattro consiglieri di amministrazione su nove più l’amministratore delegato. La stessa quota andrebbe alla Camera di Commercio. Il resto andrebbe alla Fondazione di Sardegna (10%) e Blackrock (9%), sede a New York, la più grande società di investimento al mondo. La privatizzazione – secondo i critici – verrebbe completata con un aumento di capitale da parte di F2i, titolare dello 0,20% a Cagliari. Ma De Pascale ha spiegato al Fatto che la Camera di commercio, partner pubblico della holding, manterrà il diritto di veto sulle operazioni rilevanti.
L’OBIETTIVO
dichiarato è riequilibrare il sistema aeroportuale sardo e fare profitti su tariffe, servizi a terra e rapporti con le compagnie aeree, più l’espansione fisica dell’aeroporto di Cagliari, contiguo a un’area di 30 ettari proprietà della famiglia De Pascale, dove sorgerà al posto di una ferriera abbandonata un’enorme città mercato con hotel e parcheggio per 3.000 auto destinata a essere collegata con una navetta all’aerostazione. A scanso di sospetti di conflitto di interessi, il costruttore ha detto al Fatto che non avrà alcun incarico nella newco. Una cosa è certa: sul futuro delle società aeroportuali si gioca una partita insieme politica ed editoriale, con il sospetto di contaminazioni personali. Il futuro dei trasporti sardi dipende dall’esito di un testa a testa che potrebbe non avere nulla a che vedere con gli interessi dei viaggiatori. Ed è sul confronto coi poteri cagliaritani che si potrà misurare la forza della giunta Todde: l’area di contrasto alla gestione unica degli aeroporti è larga forse più del campo politico che ha sostenuto l’ex sottosegretaria del M5S. Si tratta di capire quali interessi, tra pubblici e privati, finiranno per prevalere.
IL FONDO F2I PUNTA AL 94,35% DEL CAGLIARIELMAS