Plastic e sugar tax: Meloni non sa più come rimandarle
ZUCCHERO E PLASTICA Per evitare imposte su bibite e monouso servono 650 mln Rinvii dal 2019, l’ultimo scade a luglio: in maggioranza si lotta per le coperture
“Le aziende sono molto preoccupate dall’avvicinarsi della data prevista di entrata in vigore delle due tasse. Il nostro è l’unico settore colpito da entrambe in contemporanea, ma tutta la filiera ne risentirebbe”: Giangiacomo Pierini è il presidente di Assobibe, l’associazione Italiana Bevande Analcoliche. Le due tasse di cui parla sono la Sugar Tax e la Plastic Tax, imposte sul consumo rispettivamente dei manufatti in plastica monouso e delle bevande analcoliche.
INTRODOTTE
per la prima volta nella legge di Bilancio del 2019, sono state rimandate per cinque volte di seguito. L’ultima volta a dicembre: il prossimo primo luglio, però, stando all’ultima manovra, dovrebbero entrare in vigore entrambe salvo che non si intervenga per prorogare ulteriormente. Nel governo, che pure è sensibile alle pressioni degli industriali, al momento non riescono proprio a trovare una quadra. D’altronde la proposta di Lega e Forza Italia di un ulteriore stop era già naufragata in occasione del dl Milleproroghe. Ora confidano negli alleati di Fdi.
Al ministero delle Imprese e del Made in Italy di Adolfo Urso si pensa ad esempio che gli spazi di manovra per ulteriori proroghe siano molto limitati “in questa fase” a causa dell’ormai pluri-ribadito “buco nero” del Superbonus. Al ministero dell’economia si cerca di identificare una copertura al mancato gettito, ma nulla è ancora chiuso. Insomma, il punto è che pur volendo rimandare l’introduzione delle due tasse, proprio non si saprebbe dove andare a prendere i soldi. In termini di gettito mancato si parla di almeno 650 milioni all’anno. Finora sono stati persi 2,6 miliardi. In mezzo, c’è l’impatto che qualsiasi decisione potrebbe avere sui prossimi risultati elettorali.
“LA NOSTRA
speranza è che il governo decida per un ulteriore rinvio, almeno fino alla fine dell’anno, consapevoli del fatto che la cancellazione richiederebbe uno stanziamento di fondi maggiore per l’eventuale mancato gettito”, continua Pierini. La Sugar tax, ad esempio, colpisce praticamente il totale delle bibite e, secondo i produttori, la fiscalità sui prodotti aumenterà del 28 per cento, crescita di cui non si faranno carico le imprese e quindi si scaricherà sul consumatore. Il calo dei volumi di vendita è invece stimato al 16 per cento, seguendo un trend già in corso pari a circa il 5 per cento all’anno. “Le stime sul mancato gettito – conclude – non tengono conto del mancato gettito dell’iva per il calo delle vendite e di altri fattori”. Come il fatto che negli anni i produttori hanno progressivamente ridotto la presenza di zuccheri nelle bevande, rivedendo le ricette con nuovi prodotti e hanno anche aumentato la percentuale di plastica riciclata (esclusa dalla tassazione) nelle confezioni. Potrebbe quindi dover calare anche il calcolo del gettito fiscale, ad oggi fermo al 2019.
DALLA PARTE
di chi vorrebbe evitare, in tempi di conti al bilancino, di perdere diversi milioni di euro in bilancio, c’è invece una recente sentenza della Cassazione che ha ritenuto non fondata la questione di legittimità costituzionale della norma che introduce la Sugar tax. In pratica il Tar del Lazio aveva censurato la disciplina per violazione del principio di eguaglianza tributaria, sostenendo che la nuova imposta fosse destinata a colpire solo certe bevande analcoliche ottenute con l’aggiunta di edulcoranti e non anche altri prodotti alimentari contenenti le medesime sostanze. La Consulta ha invece ritenuto la scelta disincentivante del legislatore non irragionevole, né arbitraria, prendendo a riferimento le indicazioni dell’oms e gli studi scientifici alla base.
Fatto sta che siamo a fine aprile e, come spiega anche Assonime (Associazione fra le società italiane per azioni) che pure chiede una proroga, non esiste dal 2020 un decreto attuativo che spieghi alle aziende come si applicherà la legge. Se non si sbrigano a prendere una decisione, sarà difficile per le aziende essere pronte.
SPERANZE FORZA ITALIA SPINGE PER LA PROROGA, MA FDI FRENA