Al femminile Matilde di Canossa, Sissi e Clotilde di Savoia: donne nella Storia declinata sui maschi
Donne, grandi donne, nel caso tre nobildonne. Una è dimenticata; le altre due sono note, ma c'erano altre storie su di loro da raccontare. Tre buoni libri, usciti ora, aprono e riaprono il discorso su Matilde di Canossa, Clotilde di Savoia e l’imperatrice Sissi (Elisabetta d’austria). Il primo è Figlia di re. Un matrimonio per l’italia (Ali Ribelli Edizioni) di Patrizia Debicke
Van der Noot. Un romanzo storico, fedele ai documenti. Emerge il ritratto di una giovane piena di passione che si sacrifica per la ragion di Stato, per favorire l’alleanza fra il Regno di Sardegna e Napoleone III in vista della seconda guerra d'indipendenza (1859). Poi scoprirà che ci può stare pure l’amore. È la principessa Clotilde, figlia di Vittorio Emanuele II di Savoia e di Maria Adelaide d'asburgo-lorena. Sposò il principe Napoleone Giuseppe Bonaparte, detto Gerolamo o Plon Plon. Uomo intelligente, amico dell’italia, un po’ farfallone amoroso (con varie amanti al traino), era figlio di Gerolamo Bonaparte, fratello di Napoleone I, e di Caterina di Württemberg. Valerio Vitantoni, invece, con L’imperatrice Sissi a Madera (Mursia) ricostruisce meticolosamente per la prima volta un episodio poco noto della vita tormentata della bella imperatrice, moglie di Francesco Giuseppe: una sua fuga nel 1860 a Madera, voluta per una malattia e anche per trovare se stessa. Un episodio pressoché inedito dell’imperatrice più anarchica e non conformista della storia, che per destino sarà uccisa, assurdamente, da un anarchico italiano.
Il libro più originale, invece, è quello scritto molto bene e con partecipazione da Paolo Ciampi, fiorentino, autore di varie opere storiche, amante dei viaggi lenti, ossia a piedi o tutt’al più in bicicletta. Si tratta di In cammino con Matilde. Canossa e gli altri luoghi della donna che sconfisse l'imperatore (Mursia). Racconta il suo viaggio (a piedi) fra l’emilia e la Toscana per inseguire, mille anni, dopo il fantasma della Grancontessa: Matilde di Canossa. È una delle presenze femminili più significative e straordinarie del Medioevo. Feudataria che conta possessi che vanno dall’adriatico al Tirreno, dal lago di Garda alla Tuscia, è alleata e amica del grande Papa Gregorio VII (Ildebrando di Soana) nello scontro con l’imperatore Enrico IV. Fonda castelli, abbazie, chiese, e nello stesso tempo si fa condottiera del suo esercito contro le armate imperiali. Ha una vita sentimentale sfortunata, una religiosità profonda; soprattutto ribalta cultura, costumi e leggi di un’epoca, una delle tante, assolutamente declinata al maschile. Recuperata dalla Chiesa a partire dalla Controriforma in chiave integralista, e nel corso dei secoli come icona reazionaria e persino anticomunista (pensate un po'...), in realtà Matilde è un'eroina della lotta eterna per la libertà.
Ciampi va alla ricerca della Grancontessa sulle sue montagne reggiane, cammina tra Modena, Parma, la Garfagnana e Lucca. E incontra un’italia assai antica, considerata “minore” e dimenticata dai più (per fortuna), che profuma ancora di Matilde. Un profumo che resiste in qualche luogo di Dio, in un bosco e su una collina, nelle rovine di un castello di Matilde o in uno stemma nobiliare, e nel gusto del vino Lambrusco.