Le due Germanie, tra feroci prussiani e amici di Voltaire
Elba. Il confine occidentale della Germania, cioè quello di sinistra, è il fiume Reno. Il confine orientale della Germania, cioè quello di destra, è il fiume Elba. Le terre al di là del fiume Elba sono chiamate Ostelbien (a est dell’elba). Ricordiamo questa parola, Ostelbien, benché difficile. Importante è soprattutto ricordare che gli abitanti al di là dell’elba erano un mistero spaventoso. Riti pagani, popoli talmente arretrati da pagar le tasse con partite di miele invece che con denaro. Ovvia necessità di convertire questi selvaggi, di farli cristiani. Ecco l’origine della Crociata in Ostelbien, raccomandata da Bernardo di Chiaravalle, promossa da papa Eugenio III (1145-1153).
Vendi. I “vendi” o slavi. Quelli che vivevano al di là dell’elba. Contro di loro la crociata dell’anno 1147. L’ostelbien viene conquistato solo a metà.
Diversa. Questa nuovissima Germania coloniale era totalmente diversa dalla Germania che esisteva da mille anni come parte dell’europa occidentale e che stava al di qua dell’elba.
Chaucer. Al di là dell’elba non c’erano solo i vendi. Nei Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer (1380-1400) appare un parfit gentil knight (“un cavaliere perfettamente gentile”) che ha fatto il crociato in Pruce. “Pruce”, nome collettivo delle tribù stanziate, sempre nell’ostelbien, tra Danzica e Riga. Quando non razziavano, i Pruce commerciavano in pellicce, ambra, pece, aringhe del Mar Baltico. Secoli di incursioni dei Cavalieri teutonici per sottometterli. Compito affidato infine ai cadetti delle famiglie nobili tedesche, giovani spiantati che andavano a cercar fortuna oltre il fiume. Cioè, gli Junker (jung Herr, “giovane signore”).
Junker. Nel XV secolo gli Junker non si consideravano particolarmente tedeschi.
Lutero. Il 1° novembre 1517 affigge le 95 tesi alle porte della cattedrale di Wittenberg. Wittenberg sta sull’elba, siamo quasi nell’ostelbien. Lutero ci manda subito suoi uomini a predicare. Fondamenti del pensiero luterano importanti per gli sviluppi successivi: esaltazione della sobrietà e della vita morale in contrapposizione alla corruzione romana; esortazione a controllare la propria chiesa; esortazione a spartirsi le terre ecclesiastiche e a tenere il proprio denaro in casa. Contro Roma. Contro gli ebrei.
Germanie. In definitiva, da quel momento, esistono due Germanie. Una, cattolica, europea, di cultura francese: quella al di qua dell’elba, che oggi chiamiamo Germania occidentale e meridionale, frazionata allora in centinaia di staterelli. L’altra, protestante, nazionalista, esaltata di sé e del proprio costume integerrimo: quella nell’ostelbien, riunita sotto un unico nome: Prussia (Pruce).
Settecento. Con Luigi XIV e Versailles, è il secolo del primato francese nella cultura, nel gusto. Gli staterelli tedeschi si riempiono di micro-versailles. Persino il re di Prussia Federico II dà alla sua dimora il nome francese di Sanssouci, cioè Sans Souci, “senza preoccupazioni”. Però, proprio in Prussia, fiorisce per reazione la nostalgia dell’antica anima tedesca, il Volk incontaminato con le sue fiabe e leggende, i fratelli Grimm, il pietismo, Schiller, ecc.
Federico II. Il re di Prussia, mentre si dice innamorato della Francia e corrisponde con Voltaire, prepara il più formidabile esercito della storia.
Mirabeau. Honoré de Mirabeau (1749-1791): “Molti Stati possiedono un esercito. L’esercito prussiano possiede uno Stato”. (2. Continua)
Notizie tratte da: James Hawes, “La più breve storia della Germania che sia mai stata scritta”,
Garzanti, pagg. 250, 15 €