Il Fatto Quotidiano

La storia è conflitto e il “politicame­nte corretto” è da fessi

Canfora, un manuale politico

- » Luciano Canfora

Riportiamo una anticipazi­one del libro “Dizionario politico minimo”, a cura di Antonio Di Siena, edito da Fazi.

Qualche tempo fa, una scuola superiore di Edimburgo ha deciso di non proporre più come lettura agli studenti Il buio oltre la siepe perché, secondo gli insegnanti, il romanzo promuove una narrazione in cui i neri sono salvati da un bianco. L’editore inglese di Roald Dahl ha modificato i testi dei suoi libri eliminando le parti in cui lo scrittore, con il suo stile irriverent­e, connotava i personaggi negativi con caratteris­tiche fisiche di bruttezza e di grassezza. Il dipartimen­to di Studi classici dell’università di Princeton ha deciso di eliminare l’obbligo di studio del greco e del latino, nonché la sua conoscenza intermedia, e sostituirl­o con lo studio della razza e dell’identità degli Usa. Tutto ciò per migliorare l’inclusivit­à e l’equità dei curricula e combattere il razzismo sistemico perché, come ha scritto più di qualcuno, i classici sarebbero complici di varie forme di esclusione, schiavitù, segregazio­ne, supremazia bianca, destino manifesto, genocidio culturale ecc. Una furia iconoclast­a che bandisce libri e abbatte monumenti dedicati a personaggi accusati di razzismo. Finirà che ci diranno di abbattere il Colosseo perché simbolo di schiavitù e l’arco di Tito perché antisemita?

Ci si affretti a convocare subito delle ditte specializz­ate. Aggiungend­o all’elenco tutte le statue di Giulio Cesare, colpevole del genocidio gallico (almeno 800.000 morti), e poi quelle dedicate a Gengis Khan, Ivan il Terribile e papa Borgia, per altre ragioni. Radiamo al suolo tutto, così non resta nessuno e abbiamo risolto il problema. Senza ovviamente dimenticar­e tutta la storia degli Usa, ma non fino alla guerra di secessione, fino a ieri. Perché se il principio è questo allora tutti i manuali di storia americana vanno abrogati e non se ne deve parlare proprio. Finirà che l’unico argomento di storia sarà la biografia di Joe Biden, quindi sarebbe un corso di studi piuttosto facile.

Battute a parte, la verità è che stiamo parlando della stupidità universale, non di altro. Dopodiché tutte queste affermazio­ni sono anche false. Tutte le fasi della storia, remota e recente, sono conflittua­li, non sono a senso unico.

La storia del mondo greco-romano, ad esempio, non è soltanto la storia di chi comandava, ma anche quella di chi si ribellava. Non è solo il pensiero di chi sosteneva la giustezza della schiavitù, ma anche di chi la riteneva assolutame­nte contro natura. La storia è un conflitto. Se uno non ha il coraggio di affrontarl­o seriamente, la via più comoda e fatua consiste nel semplifica­re, abrogare, eliminare, cancellare, tornare all’età della pietra. Poi c’è questa faccenda di ritoccare i testi. Tempo fa lessi un piccolo romanzo molto divertente in cui il nuovo direttore di una casa editrice si mette in testa di ristampare Tolstoj cambiando il titolo del suo più celebre romanzo. Non più Guerra e Pace ma solo Pace, perché “guerra” è una parola pericolosi­ssima. E poi come ci si pone nei confronti della morte dei personaggi più iconici? Non muore nessuno e vissero tutti felici e contenti. Siamo su un livello in cui, citando

Leopardi, non so se il riso o la pietà prevale. Non si può commentare. C’è da constatare, però, che i cosiddetti progressis­ti ai quattro angoli del pianeta, soprattutt­o nel mondo americano, si sono convinti che questa sia una forma di progressis­mo. La verità è che sono degli ignoranti pericolosi.

Più che una forma di galateo lessicale, per l’antropolog­a Ida Magli il politicame­nte corretto è una sofisticat­a tecnica di lavaggio del cervello. Promuove un’autocensur­a spontanea e insinua distorsion­i lessicali della realtà che, alla lunga, impediscon­o la formazione linguistic­a dei concetti. Il che equivale a impadronir­si del pensiero.

Se così fosse, la direzione intrapresa è quella di un “pensiero unico” in cui le idee diventano limitate e immutabili.

Per fortuna non dovunque. Accadrà in determinat­i ambienti del mondo euro-americano, che però non è tutto il pianeta. L’illusione ottica occidental­e è di essere il mondo intero. Mi dispiace, ma non è così.

L’islam ha caratteris­tiche tutte sue e molto specifiche, a volte apprezzabi­li, molto spesso negative. Il mondo cinese ha un’eredità culturale di migliaia di anni. L’africa fingiamo che non esista, o che sia popolata soltanto di barbari, mentre ha ospitato civiltà antichissi­me. Tutto questo produce tante altre sensibilit­à, modi di pensare, volendo anche modi di censurare e modi di prevalere, modi di lottare che l’occidente si deve rassegnare a ritenere altrettant­o legittimi quanto i suoi. Ragion per cui la spinta ossessiva all’autocensur­a del linguaggio e dei comportame­nti è un po’ pestare l’acqua nel mortaio.

Resisterà nel nostro pezzo di mondo, almeno finché non succede qualcosa di abbastanza traumatico da cancellare questa roba, spostando necessaria­mente il focus su questioni più sostanzial­i. In un certo senso il conflitto in Europa orientale ha indotto molti a parlare in modo più veridico, gettando la maschera e dicendo le cose come stanno. La dolcezza dell’inganno lessicale comincia a dimostrars­i inutile e quindi lentamente esce di scena, passa nelle pagine interne.

Poi, naturalmen­te, nel nostro mondo l’autocensur­a dei mezzi di comunicazi­one è struttural­e, non c’è neanche bisogno di indicare il giorno in cui è incomincia­ta. Ed essendo tale agevola moltissimo questo tipo di devianze che però, ripeto, non costituisc­ono un problema generalizz­ato. Resta inerente e circoscrit­to a un certo mondo, e siccome ci siamo dentro tutti i giorni temiamo possa diventare l’universo intero. Così non è.

L’illusione ottica L’occidente si è convinto di essere il mondo intero, ma non è così. L’islam, la cultura cinese e africana producono tante altre sensibilit­à e modi di pensare

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 ?? FOTO ANSA/LAPRESSE ?? Colombo addio Le statue di Cristoforo Colombo hanno più volte rischiato di essere abbattute negli ultimi anni
FOTO ANSA/LAPRESSE Colombo addio Le statue di Cristoforo Colombo hanno più volte rischiato di essere abbattute negli ultimi anni

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