Il Fatto Quotidiano

Netanyahu spegne Al Jazeera Primo stop alle armi per Israele

- » Roberta Zunini

La libertà di stampa non è più di casa nel governo israeliano. Le telecamere della tv qatarina Al-jazeera non potranno più inquadrare ciò che accadrà sul territorio di Israele e a Gerusalemm­e-est. il presidente Benjamin Netanyahu ha bandito le trasmissio­ni della tv panaraba e fatto mettere sotto sequestro la sede e le attrezzatu­re. “Il mio governo ha deciso all’unanimità: il canale di incitament­o Al Jazeera chiuderà in Israele”, ha scritto il primo ministro in un post su X. “La decisione di chiudere gli uffici locali della nostra emittente è pericolosa”, ha affermato il capo dell’ufficio dell’emittente in Israele, Walid Al-omari, secondo cui si tratta di una “decisione molto pericolosa contro i media internazio­nali in generale perché è chiaro che si vuole impedire a tutti di sapere cosa sta succedendo in questa guerra, a Gaza, in Israele, in Cisgiordan­ia”. La redazione ha accusato il vertice israeliano di violare la libertà di espression­e e i diritti umani. La tv potrà operare in Cisgiordan­ia e a Gaza, e dal Cairo dove ha seguito i colloqui poi falliti.

NEL FRATTEMPO

da Rafah venivano lanciate decine di missili – rivendicat­i da Hamas e Jihad Islamica – contro il territorio israeliano di confine con la Striscia, con sette feriti tra militari e civili. Il nord di Israele è stato più tardi colpito da alcuni razzi provenient­i dal Libano. Hezbollah questa volta ha aumentato la dose: ben 60 missili che sono stati intercetta­ti. Mentre gli ostaggi rimangono prigionier­i e gli sfollati ammassati a

Rafah friggono per le temperatur­a e il terrore, i carri armati israeliani sono ormai pronti a entrare nella città-rifugio a sud della Striscia di Gaza. I negoziati indiretti tra Israele e Hamas sono di fatto collassati, se mai siano stati solidi. Ad avvantaggi­arsene è l’ala militare di Hamas e, dalla parte opposta, Netanyahu. Entrambi hanno sabotato a modo loro il negoziato, nonostante le pressioni dell’amministra­zione americana e la folla che manifesta a Tel Aviv e Gerusalemm­e per chiedere che si faccia l’accordo per liberare gli ostaggi e che Bibi rassegni le proprie dimissioni. Netanyahu e Hamas invece sono più forti di prima. Le relazioni tra Israele e l’alleato di ferro a stelle e strisce però si stanno deterioran­do, almeno apparentem­ente. Washington sembrerebb­e aver sospeso già la scorsa settimana, con una decisione senza precedenti, il trasferime­nto di una partita di armi allo stato ebraico, secondo quanto riferito da Axios. Israele afferma invece che le consegne continuano normalment­e. Il direttore della Cia, William Burns ha provato a salvare extremis l’accordo. Osama Hamdan, alto funzionari­o di Hamas, ha dichiarato che Israele “si è concentrat­o esclusivam­ente sugli ostaggi e non ha risposto alle richieste presentate da Hamas”.

NEGOZIATO TREGUA LONTANA: IN CAMPO IL CAPO CIA

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Blindati israeliani Pronti a invadere Rafah

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