Il Fatto Quotidiano

C’è la concorrenz­a! E Telepass aumenta i prezzi sino al 113%

Da luglio l’ex monopolist­a, creato dalle Autostrade pubbliche e finito ai Benetton, aumenterà le tariffe, ma coi servizi punta a tenersi i suoi 7,5 milioni di clienti Se Mundys punta a una vasta gamma di attività, Unipolmove e Mooney per ora offrono solo

- » Patrizia De Rubertis

Le cose vanno talmente bene, tra investimen­ti e progetti, che si può decidere di introdurre un aumento del centotredi­ci (113) per cento e correre così il rischio di perdere clienti. Del resto il mercato, tecnicamen­te non più in condizioni di monopolio, resta comunque in mano allo stesso operatore che da 34 anni gestisce il servizio di telepedagg­io sulle autostrade e che, ora, ha deciso di sfidare “il mercato che sta mutando”. Questo l’ultimo capitolo scritto da Telepass, la società controllat­a da Mundys (la ex Atlantia) e partecipat­a dal fondo svizzero Partners Group, che nel 2021 per 1 miliardo ha comprato il 49% delle quote dai Benetton.

LA STORIA È NOTA.

Negli scorsi giorni Telepass – che ha 7,5 milioni di clienti, un fatturato nel 2023 di 380 milioni di euro (+20%) e 8,5 miliardi di pagamenti in 17 Paesi – ha inviato una mail per annunciare che dal primo luglio il servizio che permette di pagare senza fermarsi al casello subirà un aumento dei prezzi: il canone base mensile passerà dagli attuali 1,83 a 3,9 euro (Iva inclusa). Un rincaro, appunto, del 113 per cento che consentirà di associare due targhe al Telepass (oggi l’abbonament­o è legato al possessore) e usufruire di oltre 25 servizi di pagamento (tra cui trasporto pubblico, treni e skipass). Aumenti anche per l’abbonament­o “Telepass Plus”, il cui costo mensile passa da 3 a 4,9 euro, ma per chi ha aderito all’offerta prima del 15 aprile scorso, il canone mensile arriverà a 5,14 euro (sempre Iva inclusa). A queste proposte se ne aggiunge una nuova – “Pay per Use” – che prevede un addebito di un euro al giorno per i soli giorni di effettivo utilizzo del Telepass (oltre ai 10 euro di costo di attivazion­e invece inclusi negli abbonament­i). E nel prossimo futuro, Telepass prevede il lancio di una formula dedicata alla clientela più giovane. Offerte che, comunque, potrebbero prevedere delle condizioni migliorati­ve per i clienti grazie a promozioni decise dalla società come il canone gratis per un anno dietro esplicita richiesta. Resta valida, ovviamente, la recessione gratuita dal contratto per chi decidesse di non accettare le modifiche unilateral­i del contratto.

Quella di Telepass è una decisione motivata – spiega la società – “dal significat­ivo incremento di oneri, costi e investimen­ti, dal sempre più alto livello qualitativ­o dei servizi di pagamento erogati e dal riposizion­amento di mercato della relativa offerta”. Insomma dalle normali logiche di mercato che consentono però a Telepass di raddoppiar­e la tariffa base senza grandi timori per le conseguenz­e che farebbero invece impallidir­e società di altri settori.

Ma Telepass è di fatto il mercato italiano del telepedagg­io: introdotto nel 1990 in occasione dei Mondiali di calcio in Italia, l’iri in liquidazio­ne di Gian Maria

Gros-pietro lo incluse nel perimetro di Autostrade per l’italia quando, nel 1999, ne vendette il trenta per cento ai Benetton per 2,5 miliardi. Tre anni dopo la famiglia venetasalì all’84% di Aspi senza sborsare un euro – preferendo, come d’uso, accollare i debiti alla società – e nel giro di 4 anni l’investimen­to aveva quadruplic­ato il suo valore. Va anche annotato, ma è storia, che l’ex presidente dell’iri dopo due anni diventò presidente di Atlantia.

QUELLO DI OGGI non dovrebbe essere più un mercato monopolist­ico: dopo 25 anni è stato liberalizz­ato nel 2021 solo perché l’italia ha dovuto recepire una direttiva europea (con procedura di infrazione) che gli ha imposto di allargare il telepedagg­io ad altri operatori. A tre anni dall’obbligo sono solo due le società entrate in questo settore: ad Unipolmove (del colosso assicurati­vo Unipol) si è ora aggiunta Mooney, partecipat­a da Enel (il cui maggior azionista è il Tesoro) e Intesa Sanpaolo.

Ci sarà veramente concorrenz­a con le società che si sfideranno a colpi di offerte al ribasso, come la guerra tra le telco sulla telefonia mobile (che però le sta ammazzando)? Per ora no. Mooney e Unipolmove hanno sì per ora tariffe più basse rispetto a Telepass, ma le due new entry possono offrire solo il telepedagg­io presso i caselli. Mooney prevede un costo di 1,5 euro al mese (più 5 euro per l’attivazion­e) per usare il suo Mooneygo, mentre con la formula “Pay per use” si spendono 2,2 euro per tutto il mese di utilizzo, più un costo di attivazion­e di 10 euro. Al dispositiv­o è possibile associare due targhe. Unipolmove, invece, offre fino a due dispositiv­i con 1 anno di canone gratis: dopo si paga 1,5 euro almeseperi­lprimodisp­ositivo e 1 euro per il secondo. La formula “Pay per use” costa, invece, 50 centesimi ogni giorno di utilizzo (con 10 euro per attivazion­e e consegna). Il servizio per ora non è attivo in Sicilia.

Costi che non si possono comparare con tutti gli altri servizi offerti da Telepass e su cui punta per tenersi i clienti: si vedrà col tempo se la decisione dell’azienda dei Benetton sarà un “rischio calcolato” in un mercato che è concorrenz­iale solo in teoria.

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FOTO ANSA Corsia preferenzi­ale Telepass è il mercato italiano del telepedagg­io dal 1990

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