FIORELLA “CHIAMA” ALLE ARTI A Verona live contro i femminicidi
Dalla Mannoia a Emma e Bersani: tutti insieme per una raccolta fondi
Il bicchiere è quasi pieno. Quasi. Quella che Fiorella Mannoia definisce una “chiamata alle arti” per contrastare i femminicidi, dopo il maxi evento di Verona (in onda su Raiuno e Radiodue mercoledì sera) si è risolta in una raccolta fondi significativa. Seicentomila euro già a disposizione di centri antiviolenza e case di accoglienza che si reggono sul volontariato: più i soldi che verranno dal numero solidale 45580. Fiorella, padrona di casa in una kermesse di irripetibili duetti fra big della musica italiana con l’ultima “storica” conduzione affidata ad Amadeus prima del passaggio a Discovery - è presidente onoraria della Fondazione “Una Nessuna Centomila”, nata dopo un analogo ultralive a Campovolo del 2022, dove però le quote rosa erano del 100 per cento, mentre in Arena si sono aggiunti i colleghi uomini: da Fabi a Sangiorgi, passando per Moro, Meta, Brunori SAS, Bersani, Mahmood, Tananai, Lauro, Pelù. Con loro, Amoroso, Annalisa, Emma, Elodie, Noemi, Big Mama, Turci. Michielin. Più Anna Foglietta e Massimiliano Caiazzo, attori dialoganti. Assente giustificata Ornella Vanoni, che dopo due set agli Arcimboldi si è scusata: “Fossi venuta da voi sarei morta, non riuscivo più a muovermi”. I finanziamenti serviranno per sostenere centri di accoglienza in situazioni territoriali complesse: al Parco Verde di Caivano, a Lagonegro, Catania, Nuoro, nella Locride. Con strutture sequestrate a mafia, camorra, alla Banda della Magliana. E allora perché pensare che il bicchiere non sia colmo? Perché il Partito del Pop nazionale è ora a un punto di non ritorno. La musica,
’’ ’’more solito, sa rivelarsi più eloquente di fanfare e bla-bla dei papaveri istituzionali: le star italiane potrebbero non limitarsi a passerelle, gala, intruppamenti mediatici o promozionali.
UNA PRIMA
serata tv all’anno non basta, servirebbe una mobilitazione permanente effettiva. Lo abbiamo chiesto a Fiorella: è utopistico pensare a tour dedicati a Una Nessuna Centomila? Non necessariamente con colossali spiegamenti di forze, giusto due o tre cantantoni random a dispiegare la voce nelle aree più sorde. Si può fare? “Il nostro è un laboratorio artistico al quale si aggiungono man mano in tanti. Un lavoro che non si esaurisce dopo l’ultimo bis. E se ci chiamano nelle scuole andiamo a parlare, l’italia è l’unico Paese europeo dove non è prevista per legge l’educazione all’affettività. Ma per sostenere i centri antiviolenza ci servono soldi, che si accumulano solo grazie a grandi spettacoli”. Eppure, verrebbe da insistere, l’emergenza femminicidi è tragicamente quotidiana, e il pop in prima linea farebbe la differenza. Gli ostacoli organizzativi non mancano, andrebbero rimodulate agende, priorità manageriali e discografiche, opportunità tv. “Questa è una rivoluzione che non si fa in un giorno, il nostro è un treno a vapore, facciamo un passo alla volta, qualcosa già si muove”, chiosa Mannoia, notando “come a sentirsi offesi dovrebbero essere soprattutto gli uomini, considerati come primati che non riescono a tenere a posto le mani quando una donna dice no”. Paola Turci valuta che nello show veronese “la presenza dei maschi è un segnale fondamentale, in una lotta che dobbiamo fare insieme”. Riflette Sangiorgi: “Stiamo sbagliando atteggiamento da secoli. E per quanto trovi assurdo che nel 2024 sia necessario ribadire il valore sacro della donna, se c’è da costruire un’identità nuova si dovrebbero mettere in discussione anche quelli che dicono: io non sono un mostro come quelli”. Gli fa eco Meta: “Ho passato giornate a leggere messaggi che mi scrivevano donne vittime di violenza, mi colpiva era la linea comune del silenzio, della vergogna, della condanna perfino dei familiari, il ‘te la sei cercata’. Della sfiducia nell’intervento farraginoso delle istituzioni, che speriamo di aver bypassato”.
‘‘ Il nostro è un treno a vapore, facciamo un passo alla volta, qualcosa già si muove Fiorella Mannoia
PURE AMADEUS,
congedante da Viale Mazzini, dice la sua: “C’è ancora tanto da fare, ma vedere quello che si sta realizzando grazie a questo progetto mi fa capire quanto sia giusto e importante unirsi quando c’è qualcosa di importante, unirsi per raggiungere un obiettivo che riguarda le donne che stanno subendo violenza, che potrebbe riguardare un giorno le nostre figlie, quindi è qualcosa che ci riguarda tutti e in questo dobbiamo unirci noi uomini insieme alle donne per aiutare le donne”. Ama confessa di essersi emozionato quando è sceso in platea per salutare Caterina Caselli, omaggiata dai performer in una esecuzione corale di “Nessuno mi può giudicare”. L’autocrate di Sanremo saluta la compagnia, e il direttore dell’intrattenimento Prime Time Rai, Marcello Ciannamea, sospira: “Abbiamo fatto un percorso straordinario, noi e lui. E in futuro chissà”. ‘Sta casa aspetta a te.
La presenza dei maschi è un segnale fondamentale, in una lotta che da fare insieme Paola Turci