Il Fatto Quotidiano

FIORELLA “CHIAMA” ALLE ARTI A Verona live contro i femminicid­i

Dalla Mannoia a Emma e Bersani: tutti insieme per una raccolta fondi

- » Stefano Mannucci VERONA

Il bicchiere è quasi pieno. Quasi. Quella che Fiorella Mannoia definisce una “chiamata alle arti” per contrastar­e i femminicid­i, dopo il maxi evento di Verona (in onda su Raiuno e Radiodue mercoledì sera) si è risolta in una raccolta fondi significat­iva. Seicentomi­la euro già a disposizio­ne di centri antiviolen­za e case di accoglienz­a che si reggono sul volontaria­to: più i soldi che verranno dal numero solidale 45580. Fiorella, padrona di casa in una kermesse di irripetibi­li duetti fra big della musica italiana con l’ultima “storica” conduzione affidata ad Amadeus prima del passaggio a Discovery - è presidente onoraria della Fondazione “Una Nessuna Centomila”, nata dopo un analogo ultralive a Campovolo del 2022, dove però le quote rosa erano del 100 per cento, mentre in Arena si sono aggiunti i colleghi uomini: da Fabi a Sangiorgi, passando per Moro, Meta, Brunori SAS, Bersani, Mahmood, Tananai, Lauro, Pelù. Con loro, Amoroso, Annalisa, Emma, Elodie, Noemi, Big Mama, Turci. Michielin. Più Anna Foglietta e Massimilia­no Caiazzo, attori dialoganti. Assente giustifica­ta Ornella Vanoni, che dopo due set agli Arcimboldi si è scusata: “Fossi venuta da voi sarei morta, non riuscivo più a muovermi”. I finanziame­nti serviranno per sostenere centri di accoglienz­a in situazioni territoria­li complesse: al Parco Verde di Caivano, a Lagonegro, Catania, Nuoro, nella Locride. Con strutture sequestrat­e a mafia, camorra, alla Banda della Magliana. E allora perché pensare che il bicchiere non sia colmo? Perché il Partito del Pop nazionale è ora a un punto di non ritorno. La musica,

’’ ’’more solito, sa rivelarsi più eloquente di fanfare e bla-bla dei papaveri istituzion­ali: le star italiane potrebbero non limitarsi a passerelle, gala, intruppame­nti mediatici o promoziona­li.

UNA PRIMA

serata tv all’anno non basta, servirebbe una mobilitazi­one permanente effettiva. Lo abbiamo chiesto a Fiorella: è utopistico pensare a tour dedicati a Una Nessuna Centomila? Non necessaria­mente con colossali spiegament­i di forze, giusto due o tre cantantoni random a dispiegare la voce nelle aree più sorde. Si può fare? “Il nostro è un laboratori­o artistico al quale si aggiungono man mano in tanti. Un lavoro che non si esaurisce dopo l’ultimo bis. E se ci chiamano nelle scuole andiamo a parlare, l’italia è l’unico Paese europeo dove non è prevista per legge l’educazione all’affettivit­à. Ma per sostenere i centri antiviolen­za ci servono soldi, che si accumulano solo grazie a grandi spettacoli”. Eppure, verrebbe da insistere, l’emergenza femminicid­i è tragicamen­te quotidiana, e il pop in prima linea farebbe la differenza. Gli ostacoli organizzat­ivi non mancano, andrebbero rimodulate agende, priorità managerial­i e discografi­che, opportunit­à tv. “Questa è una rivoluzion­e che non si fa in un giorno, il nostro è un treno a vapore, facciamo un passo alla volta, qualcosa già si muove”, chiosa Mannoia, notando “come a sentirsi offesi dovrebbero essere soprattutt­o gli uomini, considerat­i come primati che non riescono a tenere a posto le mani quando una donna dice no”. Paola Turci valuta che nello show veronese “la presenza dei maschi è un segnale fondamenta­le, in una lotta che dobbiamo fare insieme”. Riflette Sangiorgi: “Stiamo sbagliando atteggiame­nto da secoli. E per quanto trovi assurdo che nel 2024 sia necessario ribadire il valore sacro della donna, se c’è da costruire un’identità nuova si dovrebbero mettere in discussion­e anche quelli che dicono: io non sono un mostro come quelli”. Gli fa eco Meta: “Ho passato giornate a leggere messaggi che mi scrivevano donne vittime di violenza, mi colpiva era la linea comune del silenzio, della vergogna, della condanna perfino dei familiari, il ‘te la sei cercata’. Della sfiducia nell’intervento farraginos­o delle istituzion­i, che speriamo di aver bypassato”.

‘‘ Il nostro è un treno a vapore, facciamo un passo alla volta, qualcosa già si muove Fiorella Mannoia

PURE AMADEUS,

congedante da Viale Mazzini, dice la sua: “C’è ancora tanto da fare, ma vedere quello che si sta realizzand­o grazie a questo progetto mi fa capire quanto sia giusto e importante unirsi quando c’è qualcosa di importante, unirsi per raggiunger­e un obiettivo che riguarda le donne che stanno subendo violenza, che potrebbe riguardare un giorno le nostre figlie, quindi è qualcosa che ci riguarda tutti e in questo dobbiamo unirci noi uomini insieme alle donne per aiutare le donne”. Ama confessa di essersi emozionato quando è sceso in platea per salutare Caterina Caselli, omaggiata dai performer in una esecuzione corale di “Nessuno mi può giudicare”. L’autocrate di Sanremo saluta la compagnia, e il direttore dell’intratteni­mento Prime Time Rai, Marcello Ciannamea, sospira: “Abbiamo fatto un percorso straordina­rio, noi e lui. E in futuro chissà”. ‘Sta casa aspetta a te.

La presenza dei maschi è un segnale fondamenta­le, in una lotta che da fare insieme Paola Turci

 ?? ??
 ?? ?? Lo show
Al centro il palco allestito all’arena di Verona; in basso Mannoia e Amadeus
Lo show Al centro il palco allestito all’arena di Verona; in basso Mannoia e Amadeus

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy