Il Fatto Quotidiano

Kiev, in fuga dalle armi: “Ora è troppo rischioso”

- » Alessandro Parente

Prima toccò ai volontari, che all’indomani del 24 febbraio 2022 corsero ad arruolarsi, intanto, parallelam­ente, folle di civili armati auto-organizzat­i combatteva­no disordinat­amente per le strade delle città resistendo all’avanzata russa. Poi si sparse la voce che si potevano fare soldi combattend­o al fronte e una nuova ondata di giovani raggiunse le trincee. Tremila euro in prima linea, mille nelle retrovie. Quando dopo mesi tornavano, il motivo era solo uno: l’impossibil­ità di combattere. I giovani tornavano morti o gravemente feriti. Non esiste una legge sulla smobilitaz­ione, al fronte si resta finché si può, da oltre due anni i soldati combattono senza sosta. La situazione è molto scoraggian­te, soprattutt­o dopo la controffen­siva che non ha portato alla vittoria di cui si era certi. Insomma, chi voleva andarci ci è andato, e ora chi rimane si nasconde. Volontari non ce ne sono più.

LE ASSOCIAZIO­NI

denunciano la violazione dei diritti umani costituita dal divieto di lasciare il Paese e dall’arruolamen­to forzato i cui casi sono in grande crescita e ampiamente documentat­i. Alcune pagine telegram però mostrano anche video di chi riesce a fuggire. Un soldato ucraino scorta un gruppo di giovani nel bosco fino al confine rumeno, poi li abbraccia uno alla volta e li lascia andare. Il militare ha rischiato molto, nei commenti si dice l’abbia fatto per soldi, mentre i ragazzi, una volta entrati in Romania, sembra che non rischino niente. Nel 1957 è stata redatta a Parigi la Convenzion­e europea sull’estradizio­ne che esclude la pratica in caso di obbligo all’offesa militare. Ciò nonostante la Polonia, secondo quanto dichiara l’associazio­ne tedesca Connection-ev, avrebbe violato la legge per via di un accordo raggiunto con l’ucraina, tramite il quale avrebbe già consegnato alcuni rifugiati ucraini a Kiev. La leva obbligator­ia non è cosa nuova e molti ucraini hanno disertato già negli anni passati ricevendo asilo in Europa, per esempio il caso del 2017 in cui il comune di Perugia ha accordato l’asilo a un renitente. Zelensky si è rivolto ai circa 860 mila uomini ucraini in età di leva, chiedendo loro di arruolarsi volontaria­mente mentre i consolati ucraini sospendono loro ogni diritto, il

IL TIK-TOKER “LASCIAMOGL­I LA CRIMEA E FINIAMOLA QUI”

presidente spera con questo tranello di portarne al fronte qualche centinaia di migliaia.

Il tiktoker 36enne llja Ovcharenko replica dall’ungheria: “Lasciamo Crimea e Donbass alla Russia e finiamola, la vita delle persone è più importante di una linea sulla mappa”. L’influencer ha lasciato l’ucraina prima del 2022 e piuttosto che tornare e arruolarsi ha preferito fare campagna per l’obiezione di coscienza. Ce ne sono molti sui social, non solo ucraini ma anche russi, come Maxim Gaidukov, un giovane modello residente a Berlino e molte sono le associazio­ni per i diritti umani e per la pace che supportano tali scelte. Intanto Yurii Sheliazhen­ko, coordinato­re del movimento pacifista ucraino, è ancora in carcere.

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Soldato ucraino in trincea vicino Bakhmut FOTO LAPRESSE

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