L’affare va in porto e Spinelli gongola: “Adesso il gruppo vale un miliardo”
“Eee... vale 1 miliardo adesso... se prima andava a 615 milioni, ora vale 1 miliardo”. E se lo dice Aldo Spinelli, con riferimento al suo gruppo e alle sue quote, c’è da credergli. I bonifici di poche decine di migliaia di euro a “Cambiamo l’italia” e i weekend a Montecarlo regalati, erano quindi spiccioli al confronto del ritorno in termini di aumento di valore delle proprie aziende, ogni volta che Giovanni Toti e Paolo Emilio Signorini ne accontentavano i desiderata sul porto di Genova. Sono gli stessi Spinelli, padre e figlio, a confermarlo in alcune intercettazioni.
Il riferimento è al rinnovo della concessione trentennale per il Terminal Rinfuse, l’assegnazione dell’area ex Enel, il tombamento di Calata Concenter. Operazioni compiute prima e a cavallo della trattativa con la quale Spinelli avrebbe ceduto all’armatore Hapag-lloyd una fetta del suo gruppo, il 49% della Spinelli srl. La cessione si concluderà il 12 gennaio 2023.
In particolare il riempimento di Calata Container avrebbe fatto schizzare in alto l’appetibilità del gruppo Spinelli, perché avrebbe potuto operare sulle navi portacontainer di grandi dimensioni. “Da 500 a 800 milioni”, sintetizzano gli inquirenti. È proprio Roberto Spinelli, figlio di Aldo, a sostenerlo in una conversazione intercettata con un interlocutore del fondo F21: “Oggi tu paghi 5... condizioni una cosa al valore già dell’azienda. Quindi, cioè, col riempimento l’azienda vale subito 700/800 milioni perché puoi fare le navi grandi!… Con il riempimento, l’azienda vale 650/700 milioni subito”.
Persino più ottimista il padre Aldo, in una delle consuete colazioni con Signorini al Caffè la Piazza. Al presidente dell’autorità portuale, parlando di una possibile futura vendita del suo 51 per cento, dice: “Eh allora non c’è prezzo... (...) vale 1 miliardo adesso... se prima andava a 615 milioni, ora vale 1 miliardo lo capisci... però io non venderei mai...”.