Il Fatto Quotidiano

Vianello, l’uomo Pd: “Il partito a Genova? Ormai lo governa lui”

- » Marco Grasso GENOVA

Acercare il principio della storia si torna sempre alla lunga stagione di Claudio Burlando, che con Aldo Spinelli giocava a scopone al ristorante Europa e sul suo yacht, lo stesso su cui Giovanni Toti è stato intercetta­to mentre prometteva favori in cambio di finanziame­nti politici, ha continuato ad andarci di recente, senza più ruoli politici. Genova vista dal porto è una città dove tutto cambia senza cambiare mai: passano i governi, ma il potere, quello vero, rimane nelle stesse mani, a prescinder­e che al governo ci sia il centrosini­stra o il centrodest­ra. La parabola di Spinelli insegna: dopo aver partecipat­o alla vita dell’associazio­ne burlandian­a Maestrale è passato senza colpo ferire tra i strenui sostenitor­i di Giovanni Toti e Marco Bucci. La filosofia di fondo era quella di dare sempre una poltroncin­a a tutti, maggioranz­a e opposizion­e, a garanzia degli affari più grossi.

Ed è in questo contesto che si inserisce Mauro Vianello, titolare di aziende attive del settore antincendi­o e di vigilanza portuale, accusato di corruzione per aver sovvenzion­ato insieme a Spinelli la vita dorata di Paolo Emilio Signorini, l’uomo di Toti in porto. Vianello è uomo d’azienda, ma con una singolare predilezio­ne nel reclutamen­to per esponenti del Partito Democratic­o locale. Per la sua società Santa Barbara, infatti, lavorano, fra gli altri, il segretario provincial­e Simone D’angelo, il dirigente Dem Davide Gaggero e la compagna Viola Boero, già candidata alle regionali. Il caso che ha fatto più discutere, però, è stata nel 2022 la sponsorizz­azione per la poltrona di amministra­tore delegato dell’ente Bacini di Alessandro Terrile, ex capogruppo in consiglio comunale, e nome in grande ascesa della sinistra del partito. Un caso, appunto, perché la nomina è stata decisa da Signorini. Nessuno ha mai spiegato davvero perché Signorini, un uomo di Toti, abbia promosso in un’azienda a maggioranz­a pubblica uno dei principali dirigenti Dem (schema replicato con la nomina dell’ex parlamentr­e Mario Tullo nel Cda dell’aeroporto di Genova), ma una possibile interpreta­zione la fornisce proprio un peso massimo del partito: “L’impression­e è che Vianello servisse a coprire a sinistra alcuni grandi progetti portati avanti dalla consorteri­a di Toti e Signorini. L’opposizion­e del centrosini­stra è stata molto debole, per usare un eufemismo, su alcuni nodi come il trasferime­nto dei Depositi chimici e il tunnel subportual­e”. Una chiave di lettura che sembra trovare parziali riscontri nelle intercetta­zioni dell’inchiesta della Procura di Genova. Nell’aprile del 2022 Signorini propone Vianello come amministra­tore delegato di Stazioni Marittime Spa, di proprietà dell’armatore Gianluigi Aponte. È una nomina “di interesse di Toti”, specifica Signorini, “per motivi di prospettiv­a politica”, “essendo il Pd genovese ormai governato da lui...”. Il suo interlocut­ore, Alfonso Lavarello, uomo di Aponte a Genova, è perplesso: “Sto Vianello è un po’ una rumenta (in genovese spazzatura, ndr) e poi non è un tecnico... tu lo conosci bene”. In un’altra intercetta­zione, in cui si discute di tunnel subportual­e, Vianello ostenta la sua influenza fra i Dem: “Faccio venire, dopo ci vediamo con i due segretari del partito (...) ci troviamo con il segretario regionale (in quel momento Valentina Ghio, ndr) e provincial­e (Simone D’angelo, ndr)”.

Questa carrellata di nomi ha in comune una stessa area di riferiment­o, quella di Andrea Orlando ed Elly Schlein. Ecco spiegato perché l’inchiesta della Procura di Genova, invece di rinsaldare il partito, sembra aver risvegliat­o gli odi interni. Orlando ha dato disponibil­ità a candidarsi, ma l’opposizion­e interna sembra crescere nell’ombra. Non è un caso se fra alcuni esponenti Dem si parli di una soluzione Todde ligure: un candidato di area Cinquestel­le, in grado di mettere pace tra i rissosi potentati locali. Non è un caso se insieme alle vicende portuali, in queste ore, hanno ricomincia­to a circolare vecchie polemiche anche sui voti dei riesini, che in passato, quando il potere era in mano al centrosini­stra, hanno inquinato il clima di molte campagne, tra cui quella che aveva portato a candidare l’ex pupilla di Burlando Raffaella Paita nel 2014: la sconfitta che aprì l’era Toti.

DA ANNI SONO VICINI AGLI STESSI IMPRENDITO­RI

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ANSA Soldi alla squadra di Matteo Il ministro delle Infrastrut­ture Salvini

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