Il Fatto Quotidiano

Salvini teme il coinvolgim­ento nell’inchiesta. Il ruolo di Rixi

FDI: “Ha un mese”. Lui apre al passo indietro

- » Marco Franchi

Nella maggioranz­a di centrodest­ra il partito che difende più convintame­nte il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ai domiciliar­i da martedì con l’accusa di corruzione, è la Lega di Matteo Salvini. “Siamo garantisti”, è la linea che il leader del Carroccio ha dato. Mercoledì, rispetto ai commenti più prudenti degli alleati di Fratelli d’italia, il vicepremie­r spiegava che un passo indietro del governator­e sarebbe “una resa”. Questo mentre l’avvocato di Toti ieri ha parlato di confronto in maggioranz­a sulle dimissioni del governator­e: “Valuterà con le altre forze”.

Dietro alla difesa della Lega si cela una preoccupaz­ione che arriva ai piani alti di via Bellerio: che l’inchiesta non si fermi qui e si allarghi ancora, anche a dirigenti della Lega ligure. Nel Carroccio si mette in discussion­e la linea dei pm: se i finanziame­nti a Toti erano tracciati e basta un atto per dimostrare il do ut des con gli imprendito­ri, allora il rischio di contestazi­one di illeciti è molto facile, è la linea. Ieri il Fatto ha raccontato le intercetta­zioni in cui l’imprendito­re Aldo Spinelli, indagato anche lui per corruzione, spiegava all’allora presidente dell’autorità portuale Paolo Signorini di aver fatto due bonifici – uno da 15 mila euro il 25 maggio e un altro della stessa cifra il 31 agosto – alla “Lega per Salvini premier” per il progetto che riguarda le aree del Terminal Rinfuse. Di bonifico ufficiale e registrato dal partito ce n’è un altro e risale al 19 aprile 2022: altri 900 euro alla Lega Salvini Premier. Spinelli raccontava anche di un incontro con l’allora ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti per chiedergli di finanziare il progetto in questione. Ma non è su Giorgetti che si concentran­o le preoccupaz­ioni di Salvini (l’attuale ministro dell’economia è “totalmente estraneo”, fanno sapere da via XX Settembre) ma casomai è sul viceminist­ro delle Infrastrut­ture e deus ex machina della Lega in Liguria, Edoardo Rixi, su cui c’è una certa cautela nel Carroccio, anche se non è minimament­e coinvolto nell’inchiesta. Quest’ultimo, che è anche il braccio destro di Salvini al ministero, viene considerat­o il vero “governator­e ombra” in Liguria che in questi anni si è speso per le infrastrut­ture regionali. Il viceminist­ro però aveva provato a mettere il veto su Signorini a Iren. Rixi viene considerat­o il candidato naturale della Lega in Liguria per il dopo-toti ed è stato proprio lui a volere il vertice coi coordinato­ri regionali per dimostrare il sostegno unitario a Toti. Dall’altra parte, in FDI sono molto più cauti: oggi dall’interrogat­orio si capirà di più, ma il tempo massimo, spiega un dirigente, è “un mese/mese e mezzo” per decidere se chiedere le dimissioni al governator­e. A ogni modo “i fatti sono gravi”. “Con la stessa logica si arrestano i magistrati, qualche dubbio ce l’ho a un mese dal voto”, si dissocia Guido Crosetto. Anche Forza Italia adesso inizia a ipotizzare il passo indietro: “Difficile che possa restare”, dice Giorgio Mulè.

 ?? FOTO ANSA ?? Matteo Salvini ed Edoardo Rixi
FOTO ANSA Matteo Salvini ed Edoardo Rixi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy