Fischi contro Roccella: solidarietà dal Quirinale
Ad accoglierla cartelloni dal contenuto chiarissimo: “Sul mio corpo decido io”. E poi le urla, incessanti (“vergogna, vai via”) che l’hanno convinta ad abbandonare anzitempo la sala: la contestazione da parte di alcuni studenti contro Eugenia Roccella agli Stati generali della natalità si è trasformata in un caso politico. Il ministro della Famiglia, già contestata in passato per le sue posizioni su aborto e famiglie omogenitoriali, è stata incalzata da fischi e cori che le hanno impedito di parlare e a nulla è valso il tentativo del “padrone di casa”, il presidente della Fondazione sulla Natalità, Gigi De Palo, di placare la platea dando la parola a chi protestava: “Nessuno del governo, in un anno, ha dato risposte alle nostre richieste. Non ci stiamo alla triade Dio-padre-famiglia” ha detto dal palco una studentessa. “Una protesta rumorosa ma pacifica, per fare sentire la nostra voce che voce non ha” dirà qualcun altro fuori dall’auditorium di via della Conciliazione con vista su San Pietro quando ormai Roccella è già lontana e la polemica divampa. A stretto giro, la solidarietà di Sergio Mattarella
in una telefonata con la ministra che è servita al capo dello Stato a sottolineare il concetto: “Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione”. Caso chiuso? No.
“Sono certa che la segretaria del Pd, Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. –, La ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare ha scritto su Facebook la ministra. Glissando sul fatto che fossero solo fischi. “Spettacolo ignobile” è stato il commento di Giorgia Meloni, che ha tuonato contro i contestatori invitando tutte le forze politiche ad avere “il coraggio di esprimere solidarietà al ministro Roccella e di condannare, senza se e senza ma”. Poi valanga di commenti contro i contestatori “violenti” (Renzi), “i veri fascisti” (Occhiuto), “illiberali e incivili” (Urso).
MA A FINIRE sulla graticola sono i presunti fiancheggiatori politici della protesta. “Allarma l’escalation della dittatura del pensiero progressista. La sinistra ‘democratica’ diventa responsabile, non solo della diffusione di ideologie pericolose, ma avalla, con un silenzio complice, manifestazioni di violenza e di totalitarismo che impediscono il giusto rispetto del pluralismo culturale” dice la consigliera regionale del Lazio, Chiara Iannarelli (FDI). Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro evoca la “galassia della sinistra violenta” e l’opera “dei soliti rottami ideologici sessantottini” e il silenzio della “sinistra parlamentare che non riesce a rescindere il doppio filo rosso che la lega a questi soggetti”. A fine giornata la Costituzione, i fascisti e i sessantottini, censori e censurati, finiscono nel gran calderone della pugna politica. Domani è un altro giorno.