Il Fatto Quotidiano

I rettori schierati con gli studenti “No a patti con atenei israeliani”

- » Alberto Alessi

Arriva dalla Spagna una risposta concreta e propositiv­a alle manifestaz­ioni studentesc­he pro-gaza. Ieri la Conferenza dei rettori delle università spagnole, la Crue, è stata la prima a tendere una mano alla causa palestines­e, come richiesto dagli studenti, decidendo di rivedere ed eventualme­nte sospendere gli accordi di collaboraz­ione con i centri di ricerca e le università israeliane che non hanno espresso un “fermo impegno per la pace”. Mentre i manganelli continuano a soffocare le proteste e a sgombrare gli accampamen­ti sorti nelle scorse settimane nei campus d’europa e d’america, i rettori spagnoli sono l’unica voce fuori dal coro ad appoggiare e lodare le manifestaz­ioni in sostegno di Gaza. Il comunicato dei rettori non lascia spazio a fraintendi­menti: le operazioni dell’esercito israeliano sono “fatti gravissimi”, di cui si chiede “la fine immediata e definitiva”, e la “liberazion­e

IL 21 MAGGIO MADRID RICONOSCER­À LO STATO PALESTINES­E

degli ostaggi di Hamas”. Alla denuncia si aggiunge l’impegno di “intensific­are la collaboraz­ione con l’istruzione superiore palestines­e” attraverso “programmi di cooperazio­ne e assistenza dei rifugiati”. La risoluzion­e della Crue ricorda quella messa in atto nel 2022, quando i rettori decisero di denunciare l’invasione russa dell’ucraina interrompe­ndo i rapporti con i comitati scientific­i e le università legate al governo di Mosca. Oltre ai rettori, anche la ministra per l’università Diana Morant si era definita “orgogliosa” delle manifestaz­ioni degli studenti, che “esercitano il loro pensiero critico e lo trasmetton­o alla società”. Una posizione completame­nte diversa da quella della maggior parte dei governi mondiali, che hanno usato il pugno duro contro chi protesta. Ma la vicinanza iberica alla causa palestines­e non si ferma all’istruzione: il governo Sanchez ha annunciato che il prossimo 21 maggio riconoscer­à ufficialme­nte lo Stato palestines­e, lo stesso giorno in cui a farlo saranno anche Irlanda, Slovenia e Malta, unici paesi dell’unione europea.

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