Mamme di serie B, bonus come propaganda. Altro che natalità
una mamma lavoratrice con partita Iva. Non so se mi è sfuggito, ma nessuno polemizza sul bonus mamma concesso solo alle mamme lavoratrici dipendenti? Noi partite Iva evidentemente per il governo Meloni non siamo mamme e i nostri figli non sono figli? E poi si preoccupano che in Italia non si fanno figli. Io (evidentemente madre di serie B) ho tre figlie (evidentemente di serie B).
CATERINA
GENTILE CATERINA, partiamo col dire che qui di mamma ce n’è una sola (sigh!) Come non ricordare: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”, urlato nel 2019 dalla leader di Fratelli d’italia Meloni. Eppure dopo cinque anni, quella stessa madre – diventata premier – ha pensato bene di svuotare le misure già previste (come, ad esempio, lo sconto dell’iva su pannolini e pappe) e introdurre una misura che si è rivelata una beffa. Ne abbiamo scritto. Ma è in giornate come quella di oggi (e ieri), mentre sono in corso gli Stati generali della natalità, che si comprende appieno come il bonus mamme sia l’ennesima misura spot di questo governo: solo annunci, senza coperture finanziarie e senza un benché minimo aiuto concreto, dal momento che i paletti imposti escludono una larga fetta di mamme lavoratici senza il contratto a tempo indeterminato, tra cui tutte le autonome e tutte le precarie, oltre alle lavoratrici domestiche. Tanto
che la platea potenziale delle beneficiarie, secondo la Ragioneria, è di appena 570 mila con due figli per quest’anno e 111 mila lavoratici con tre o più figli da quello prossimo. È, insomma, uno spottone che impegna poco il governo dal punto di vista delle risorse, ma che fa la differenza in termini di propaganda. Mentre il dramma resta lì: anche il 2023 ha registrato un nuovo minimo storico delle nascite in Italia, stabilmente ferme sotto le 400 mila unità, con un calo del 3,6% rispetto all’anno precedente. Ma c’è di più. Non solo questa misura, come lei rileva, è ingiusta ma si rivela una beffa ( fiscale) anche per le poche mamme che la ricevono. Il bonus è infatti una decontribuzione, uno sconto dei contributi previdenziali, che viene mangiato dalle tasse. E rischia di compromettere gli altri aiuti facendo salire l’isee.