Il Fatto Quotidiano

L’astensioni­smo è utile solo alla maggioranz­a

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La logica, spesso, ci porta a sviluppare dei ragionamen­ti e, alla fine, a trarre delle conclusion­i. Logica vuole che, se un partito o un’alleanza di partiti come ce l’abbiamo noi in Italia, proceda male nel gestire il Paese (aumento incontroll­ato del debito pubblico, assenza di lotta all’evasione fiscale, perdita di posizioni in libertà di stampa etc.), proponga leggi peggiorati­ve (vedi autonomia differenzi­ata, che spaccherà ancora di più il

Paese in due, legge bavaglio, carcere per i giornalist­i, eliminazio­ne del reato di abuso d’ufficio etc.) e addirittur­a molti componenti del governo stesso siano condannati o prescritti o indagati o rinviati a giudizio (vedi Santanchè, Montaruli, Sgarbi che addirittur­a viene proposto alle Europee, Delmastro, Pozzolo, Bassi, D’alì, Fitto, Fidanza, Calovini, Salvini etc.) riceva, come risposta dagli elettori, una forte e decisa flessione nei consensi. E invece, ogni mese, leggiamo dati ricavati da sondaggi che vedono la coalizione di governo sempre salda al primo posto. E la logica dov’è in tutto questo? A cosa dobbiamo assistere (ancora di peggio) per far cambiare le sorti di questo nostro Paese? Cosa deve fare più di quello che ha fatto e sta facendo questo governo per perdere consensi? È arrivato il momento di prendere coscienza che le cose non possono cambiare con l’astensioni­smo. Questa non è una forma di protesta, è una formidabil­e occasione che si offre a chi ha veri e forti interessi personali ad andare a votare, e questi sono i risultati di oggi: con manciate di voti (inferiori al 50%) conquistan­o tutto. Credo che si debba andare a votare in massa, e qualcuno onesto, integro, preparato e di alto spessore profession­ale ancora c’è. Basta aprire gli occhi.

BENEDETTO MINUTO

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