Anm, Santalucia contro la riforma “Toghe soggette solo alla legge”
“Va sgombrato il campo da questa ipoteca, liberandoci dal sospetto, maliziosamente coltivato, che i magistrati che intervengono nel pubblico dibattito su temi che ineriscono alla giustizia siano politicizzati e quindi inaffidabili”. Sono le parole del presidente Giuseppe Santalucia all’apertura del 36esimo congresso dell’anm iniziato ieri al teatro Massimo di Palermo. Nel suo lungo discorso, davanti al presidente Sergio Mattarella, al presidente del Senato Ignazio La Russa, al viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e a numerose altre cariche istituzionali e regionali, Santalucia bacchetta a più riprese il governo Meloni.
CENSURA
“l’iniziativa disciplinare del ministro della Giustizia nei confronti di un collegio di una Corte di appello di Milano” (per il caso Artem Uss, ndr) e le “dichiarazioni di esponenti della maggioranza di governo di aspra critica” nei confronti della giudice di Catania, Iolanda Apostolico. Santalucia si sofferma sulle riforme proposte dal Guardasigilli Nordio, a partire dall’eliminazione dell’abuso d’ufficio, e sul “progetto di separazione delle carriere, portato avanti con ostinazione” che provocherebbe “il germe dell’indebolimento della giurisdizione, almeno quella penale”. Senza dimenticare le scelte del “mantenimento di moduli emergenziali” ereditati dal Covid-19, e la proroga per tutto il 2024 dello “scudo erariale”.
I ripetuti attacchi alla sfera giudiziaria, secondo Santalucia sarebbero “figli della incapacità della politica, di coinvolgere ampi strati della società nella definizione di progetti collettivi per la realizzazione di fini condivisi”. “La nostra soggezione – conclude Santalucia – è alla legge e a nessun altro”.