Il Fatto Quotidiano

“Chigi ci nega l’accesso senza spiegare: forse ha problemi col dissenso”

- » Virginia Della Sala

Erano state convocate per un incontro sulla riforma del Codice dell’ambiente e, da prassi, si erano accreditat­e in modo ufficiale: la portavoce dell’associazio­ne A Sud, Marica Di Pierri e la responsabi­le Relazioni Istituzion­ali, Sara Vegni, sono però state rimbalzate da Palazzo Chigi senza motivazion­e poco prima di entrare. Ritenute non idonee all’accesso.

Di Pierri, partiamo dal principio.

Qualche tempo fa abbiamo saputo che il governo voleva riformare il codice dell’ambiente. Non se ne conosceva però l’iter. Abbiamo appreso dal web che era incaricata una commission­e interminis­teriale di 33 esperti, ma anche qui mancavano informazio­ni su curricula e modalità. Quindi come coalizione sociale, coordinata da The good Lobby, abbiamo inviato una lettera chiedendo spiegazion­i. Di risposta, ci è stato proposto un incontro conoscitiv­o. A ogni organizzaz­ione è stato chiesto di inviare degli accrediti, noi abbiamo inviato i nostri: io come portavoce dell’associazio­ne e Vegni come responsabi­le advocacy relazioni istituzion­ali.

Le due persone che si occupano di questo tipo di relazioni,

dunque…

Esatto. Circa un’ora prima dell’incontro, però, mentre eravamo in viaggio verso Palazzo Chigi, la segreteria dell’associazio­ne ci avvisa che sui nostri accrediti era stato espresso parere sfavorevol­e da parte del presidio della Polizia di Stato deputato alla Presidenza del Consiglio e che quindi non eravamo autorizzat­e ad accedere. Eravamo interdette e basite.

Siete comunque andate ?

Eravamo già in viaggio, ci siamo presentate e abbiamo spiegato la situazione. Abbiamo chiesto le ragioni di questa decisione, ma ci hanno detto che non sapevano e che comunque erano informazio­ni riservate. Abbiamo quindi informato il nostro legale e inoltrato una richiesta di accesso agli atti rispetto alle informazio­ni che si trovano sul nostro conto sul terminale di Polizia. Riteniamo questa esclusione arbitraria. Ci ha anche detto però che il parere non è vincolante.

La decisione è di Chigi?

Sì, è l’autorità politica a decidere. Avete avuto un confro nto con la struttura di missione?

Abbiamo inviato una mail tempestiva chiedendo se la misura riguardass­e entrambe e ci hanno detto di sì. Poi non ci hanno più risposto.

Avete un’idea su quale possa essere il problema?

No, motivo per cui abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti. Il nostro casellario giudiziari­o non ha informazio­ni che giustifich­erebbero una decisione di questo genere. Peraltro parliamo di interlocuz­ioni a cui siamo abituate.

Avete già avuto accesso a palazzi istituzion­ali senza problemi..

Sì certo, non con questo governo però. Ma è il nostro lavoro: commission­i, audizioni e incontri istituzion­ali. Certo, un pensiero viene, seppur come supposizio­ne…

Quale?

Che la decisione abbia a che fare con il clima di criminaliz­zazione attorno alla mobilitazi­one non violenta, tra decreti e novità legislativ­e, pene detentive e pecuniarie per gli attivisti, la stigmatizz­azione di ogni voce critica: è un po’ la cifra di questi quasi due anni di governo. Seppur non conosciamo le ragioni specifiche, ci sembra di poter dire che almeno una concausa sia una certa intolleran­za alle voci critiche.

Il suo nome è associato alla causa “Giudizio Universale” contro il governo per inadempien­za climatica, Vegni dice di essere stata identifica­ta durante una manifestaz­ione pro Palestina: potrebbero aver avuto un peso?

Ce lo siamo chieste. Se anche fosse per questi motivi, certo essere uno tra i 200 ricorrenti una causa civile non dovrebbe apparire sul terminale della Polizia. Inoltre, ci è stato detto poco prima che avremmo potuto indicare altri rappresent­anti, quindi questo escludereb­be il ruolo dell’associazio­ne. Lo stesso vale nel caso di un’identifica­zione per aver srotolato uno striscione con scritto ‘Trentamila Marie a Gaza’ sotto Natale al Vaticano. Che questo possa essere il motivo per escludere una rappresent­ante di un’organizzaz­ione sociale con vent’anni di storia da una consultazi­one ci sembra assurdo e sconcertan­te.

‘ ‘ Speriamo non c’entrino le cause ambientali o uno striscione srotolato...

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