Il Fatto Quotidiano

Gazzetta, la “onlus” che fa arrivare due milioni di contributi

- GIOVANNI VALENTINI O fai il politico o fai informazio­ne. O fai il politico o fai i tuoi interessi privati (Giuseppe Conte, presidente del M5S Instagram, 18 aprile 2024)

Alla periferia del nostro piccolo mondo di carta stampata, la vicenda della Gazzetta del Mezzogiorn­o, quotidiano di Bari, diffuso (sempre meno) in Puglia e Basilicata, rappresent­a quello che in inglese si chiama un case history: vale a dire un caso di scuola, da analizzare e approfondi­re. E assume un rilievo nazionale nel disastrato panorama dell’editoria italiana. Un paradigma di come i giornali – quando finiscono nelle mani di editori “impuri”, con interessi e affari in altri campi – rischiano di diventare strumenti di potere, smarrendo la loro funzione al servizio dei cittadini.

Accade così che un quotidiano con 137 anni di storia alle spalle venga trasformat­o improvvisa­mente in una onlus, cioè un’organizzaz­ione non lucrativa di utilità sociale, come Il Fatto aveva anticipato il 5 marzo scorso riferendo un’interrogaz­ione parlamenta­re del verde Angelo Bonelli

(Avs). Attraverso questa trasfigura­zione, l’azienda che pubblica la Gazzetta – perdendo circa 300 mila euro al mese – potrà essere equiparata a una cooperativ­a e accedere ai finanziame­nti pubblici per l’editoria: si parla di 2milioni di euro l’anno per un giornale che ormai vende meno di 5 mila copie e non detiene più il primato sul mercato regionale. La onlus dominata

“Cultura e Mezzogiorn­o”, una srl – impresa sociale con un capitale di

10 mila euro “senza scopo di lucro”, ha sede nello stesso palazzo dove la società editrice Edime mantiene ancora gli uffici amministra­tivi e quelli della concession­aria pubblicita­ria, in corso Vittorio Emanuele II, 193 – Bari. Ma, soprattutt­o, i soci sono gli stessi due “padroncini” che avevano rilevato la testata dal fallimento della gestione precedente: Vito Miccolis e Antonio Albanese, il primo opera nel settore dei trasporti extraurban­i e il secondo in quello della raccolta e smaltiment­o dei rifiuti.

Fra le varie finalità di questa onlus, elencate nello statuto, rientra “la tutela del patrimonio artistico, architetto­nico e paesaggist­ico”. Si dà il caso, però, che Albanese sia anche amministra­tore unico della “Lutum srl”, titolare dell’ex discarica Vergine, contro la riapertura della quale si batte da anni l’associazio­ne ecologista “Attiva Lizzano”. Condannato nel 2021 per un reato ambientale a tre mesi di reclusione convertiti in una pena pecuniaria, il “re dei rifiuti” è sotto processo per altre vicende analoghe ed è assistito dall’avvocato Michele Laforgia: un penalista di fama che è stato candidato sindaco nelle prossime Comunali per il M5S, e definito da Giuseppe Conte “serio e rigoroso”, dopo la rottura con il Pd locale in seguito alle inchieste per voto di scambio e corruzione a carico di esponenti della giunta guidata da Antonio Decaro.

Ora sappiamo tutti che a un legale, nella sua attività, può capitare di difendere anche Al Capone. Ma il rapporto profession­ale con il co-editore della testata barese rischia di avvantaggi­are Laforgia sul piano mediatico della visibilità rispetto agli altri candidati. In passato, lo stesso avvocato aveva collaborat­o con la Gazzetta firmando editoriali di carattere giuridico o politico pubblicati in prima pagina.

Non c’è dubbio che Laforgia, in caso di elezione a sindaco, dovrebbe lasciare la difesa di Albanese per un’elementare ragione di opportunit­à. Vedremo nel frattempo come si comporterà il giornale-onlus nei suoi confronti. Nella competizio­ne per le Europee, intanto, il direttore del quotidiano La Notizia, Gaetano Pedullà, s’è dimesso per candidarsi con i Cinquestel­le nella circoscriz­ione Nord-ovest.

INTERESSI IL “RE DEI RIFIUTI” LOCALE CAMBIA LA PROPRIETÀ IN UN ENTE SENZA SCOPO DI LUCRO

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