Il Fatto Quotidiano

Caso Bari, l’antimafia processa Emiliano: retromarci­a sul palco e quesiti “incongrui”

- VINCENZO IURILLO

Un proverbio inglese dice che il diavolo sta nei dettagli. Ieri in commission­e parlamenta­re antimafia il governator­e della Puglia Michele Emiliano ha detto questo: “Non escludo di aver dato dettagli sbagliati durante il mio intervento sul palco”. Si riferiva al motivo della convocazio­ne: aver rivelato una visita a Bari Vecchia alla sorella del boss Antonio Capriati a cui – secondo il racconto di Emiliano dal palco di piazza del Ferrarese nella manifestaz­ione in solidariet­à al sindaco delle scorse settimane – avrebbe partecipat­o anche Antonio Decaro, quando era il suo assessore comunale ai Trasporti ed era stato minacciato. “Se il sindaco di Bari dice di non essere stato presente probabilme­nte ha ragione lui”. Emiliano ha poi ha spiegato: “L’incontro da me citato dal palco aveva l’unico scopo di far capire che l’aria era cambiata, che dovevano comportars­i bene, mai per chiedere protezione come qualcuno sostiene in maniera strumental­e. L’evento fu un evento come tutti gli altri per imporre il rispetto delle regole anche a chi non aveva capito il significat­o politico e sociale dell’amministra­zione che io guidavo”.

Il governator­e dem è stato ascoltato per oltre cinque ore dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla data di convocazio­ne. Polemica proseguita anche in aula, con la presidente Chiara Colosimo accusata dal deputato pd Andrea Orlando di aver ammesso domande che non avevano nesso con l’oggetto della commission­e e avevano il solo scopo di “screditare” l’audito. In effetti si fatica a capire cosa c’entrasse con l’antimafia la domanda di un senatore sull’ammonizion­e del Csm ricevuta negli anni scorsi da Emiliano (pm in aspettativ­a, ndr) perché iscritto al Pd. Il presidente Colosimo gli ha invece fatto domande sull’esistenza o meno dei messaggi che avrebbe inviato all’ex commissari­o Arti, Alfonso Pisicchio, invitandol­o a dimettersi perché una inchiesta su di lui aveva subito un’accelerazi­one, poche ore prima che Pisicchio venisse arrestato. “Chi le aveva dato queste informazio­ni, perché non ha denunciato la fuga di notizie”? Emiliano ha replicato stizzito, sostenendo che la “domanda è incongrua rispetto all’oggetto dell’audizione”. “Non ho realizzato condotte non trasparent­i, sono a disposizio­ne della Procura se dovesse essere necessario”. E ha concluso: “Mi risulta dalla stampa che i messaggini sarebbero stati acquisiti dalla Procura, quindi l’unico soggetto che può dare risposte è il procurator­e che avete ascoltato”.

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