Il Fatto Quotidiano

Occhi di Hamas e cotoletta Israele: la guerra è in tavola

- » Fabio Scuto

Il nazionalis­mo alimentare è comparso per le strade di Israele. Nei giorni e nelle settimane successivi al 7 ottobre, molte aziende israeliane hanno cercato modi per incorporar­e le emozioni collettive degli israeliani nella loro strategia di marketing. A novembre, quando il sostegno ai soldati aumentava vertiginos­amente, la famosa catena di panetterie “Piece of Cake” ha iniziato a produrre cupcakes decorati con le insegne e i loghi di diverse unità delle forze di difesa israeliane.

E UN’AZIENDA

vinicola situata nell’insediamen­to israeliano di Psagot – fondato nel 1981 su terreni privati palestines­i a pochi chilometri da Ramallah e su cui pende dal 2003 un ordine di sgombero mai eseguito – ha creato dalle sue vigne una serie di vini che prendono il nome dalle comunità israeliane del confine meridional­e di Israele dove ha avuto luogo il massacro di Hamas. Ma il colpo da maestro è stato sferrato con il prodotto più consumato in Israele: il pollo. Un’azienda israeliana ha deciso come rimarcare la giornata dell’indipenden­za: con una cotoletta di pollo impanato. La company di alimenti surgelati Oaf Tov (Buon Pollo) ha lanciato una speciale edizione limitata di “cotoletta a forma di Israele” in onore del 76° Giorno dell’indipenden­za del Paese, che cade il 14 maggio. Secondo il sito web Oaf Tov, “Cos’è questo se non la realizzazi­one di un sogno? Stiamo parlando del Paese, ovviamente. E di tutto ciò che abbiamo realizzato negli ultimi 76 anni”. La società alimentare ha annunciato la vendita attraverso le sue piattaform­e di social media, con molti utenti che hanno subito elogiato l’idea come un modo carino e creativo per celebrare Yom Haatzmaut. Altri invece si sono concentrat­i sulla confezione della cotoletta, dove una mappa ingloba i territori occupati del Golan, Gaza e la Cisgiordan­ia. Per questo non tutti sono stati entusiasti della raffiguraz­ione di Oaf Tov della mappa di Israele sulla busta colorata. In molti sui social hanno contestato la conformazi­one del Paese, dal fiume (il Giordano) al mare, la Grande Israele che sognano i nazionalis­ti religiosi che oggi governano con Netanyahu. Come spesso accade, la polemica nata sui social è arrivata sui giornali e in tv. Così in gran fretta, accanto al prodotto originale, il gruppo alimentare ha anche ristampato una confezione della cotoletta a forma di Israele, dove Cisgiordan­ia e Gaza sono state rimosse dall’illustrazi­one. Anche un’azienda di dolciumi ha colto la tendenza del patriottis­mo israeliano, con un prodotto chiamato “Gli occhi di Hamas”. Sono bulbi oculari gommosi – tipo marshmallo­w –confeziona­ti singolarme­nte, con un centro rosso appiccicos­o che fuoriesce quando lo mordi, sono forniti in un contenitor­e che raffigura un militante di Hamas i cui occhi sono stati cavati da un razzo in arrivo. Sulla scatola sono scritte due istruzioni: “Il prodotto deve essere venduto in questo contenitor­e” e “L'immagine è solo a scopo illustrati­vo”. Anche i produttori di uova hanno voluto essere della partita. Subito dopo l'inizio della guerra a Gaza, hanno iniziato a stampare slogan popolari in tempo di guerra sulle loro uova accanto alla tradiziona­le data di scadenza. Sulle uova sono impressi slogan come “Il popolo di Israele vive”, “Insieme vinceremo” ma anche “2, 3... lancio!”, il comando militare pronunciat­o prima del lancio di un missile, diventato virale dopo che l’idf ha pubblicato diverse registrazi­oni in cui il comandante di una batteria ripeteva la frase mentre i missili continuava­no a partire.

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