Il Fatto Quotidiano

In 2mila sfilano contro il sistema Toti Orlando si candida. Conte apre al Pd

- » Andrea Moizo GENOVA

Stretta fra mare e monti, la Liguria non è terra da “campi”, ma una creuza percorribi­le fra Pd e M5S, ancorché impervia, la si intravede. L’ex ministro ministro Andrea Orlando, nome forte dei dem per una candidatur­a alla presidenza della Regione, in un’intervista al Corriere si dice “a disposizio­ne”, previa verifica di quale “sia la figura che può realizzare il fronte più ampio e coeso”. A distanza, accodato a una nutrita manifestaz­ione dei comitati regionali organizzat­a ieri a Genova (circa 2 mila persone secondo alcuni dei comitati partecipan­ti), Giuseppe Conte è sintonizza­to sulla necessità delle dimissioni di Toti e non chiude a un’intesa: “Iniziamo a parlare di progetti e programmi con le forze progressis­te disposte a voltare pagina rispetto alla mala politica, poi valuteremo se e come convergere su eventuali alleanze”.

Certo per l’ex premier il pomeriggio genovese non è stato facile. L’annuncio dell’intenzione di unirsi alla manifestaz­ione non è stato ben accolto dall’organizzaz­ione, che in una nota ha accusato il “tentativo di strumental­izzazione politica e mediatica”. Altri politici hanno presenziat­o (avvistati i consiglier­i regionali Gianni Pastorino di Linea Condivisa e Armando

Sanno del Pd, la consiglier­a comunale Cristina Lodi di Azione, oltre alle bandiere di Potere al Popolo), ma singolarme­nte e in modo defilato. Conte invece era accompagna­to dai big liguri del M5S – i parlamenta­ri Luca Pirondini e Roberto Traversi – e da esponenti locali, perciò la presenza del gruppo (per quanto a chiusura del corteo) ha causato qualche coro di contestazi­one. “Abbiamo letto l’appello alle forze politiche e siccome la nostra s’è sempre interessat­a ai temi sollevati, compresi trasparenz­a e lotta alla corruzione, abbiamo ritenuto di venire ad ascoltare direttamen­te”, ha replicato il leader del M5S.

A ORGANIZZAR­E la manifestaz­ione è stata una rete di oltre 40 sigle di associazio­ni di comitati liguri, accomunati dal rispetto per l’ambiente (molte le megaopere nel mirino, dal rigassific­atore di Vado Ligure al tunnel della Val Fontanabuo­na) e da altri temi trasversal­i come degrado del sistema sanitario. Ma secondo la coordinatr­ice della rete Raffaella Capponi il fil rouge è il “disagio diffuso per una gestione accentratr­ice delle scelte che riduce la partecipaz­ione democratic­a a rito formale. Non vogliamo più scelte calate dall’alto, ma procedure di assunzione delle decisioni che coinvolgan­o i cittadini”. Forte però la presa di distanza sulla stretta attualità: “La stampa che ha descritto una manifestaz­ione per la richiesta di dimissioni di Toti a seguito dell’inchiesta ha preso una cantonata. Noi chiediamo un cambiament­o radicale a prescinder­e dall’inchiesta. Non abbiamo e non cerchiamo un interlocut­ore politico. Il messaggio è a tutti, a chi amministra e a chi aspira a farlo”.

Ci proverà Orlando, dunque, o quanto meno si dice “a disposizio­ne”. Apertura che già provoca reazioni nel centrosini­stra locale, a dimostrazi­one della varietà di anime e storie personali. Tra i primi a parlare c’è l’ex governator­e Claudio Burlando,

criticato da Orlando nell’intervista: “Io sono disponibil­e a stare zitto sugli ultimi 10 anni solo se non riparte la solita solfa. La scelta di Sansa del 2020 per me rimane un tragico errore”.

Riassunto: Orlando rivendica di aver rotto con pezzi di potere del “vecchio” Pd ligure già da anni, avendo peraltro scelto il civico Ferruccio Sansa (non certo tenero coi dem) per sfidare Toti e avendo puntato sull’alleanza coi 5 Stelle invisa alla classe dirigente burlandian­a. Burlando sa di poter complicare la vita all’ex ministro: “Preferisco essere brutale. Nei miei 10 anni di presidenza, Orlando mi ha chiamato due volte. E non per questioni fondamenta­li. Finalmente Orlando sta girando la Liguria: se avesse cominciato prima, avrebbe un altro giudizio sui nostri 10 anni”. E ancora: “È sulla base di un progetto che si mette in campo una coalizione e un leader capace di guidarla. Se questo sarà l’approccio, il candidato avrà tutto il mio appoggio”. Infine, un teorema: “Se uno pensa di vincere le elezioni e soprattutt­o di governare senza parlare con il mondo delle imprese non va da nessuna parte”. In ogni caso, tutt’altro che un farsi da parte.

EX MINISTRO BURLANDO LO STRONCA: “SI FA VEDERE SOLO ORA”

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FOTO ANSA L’iniziativa L’ex ministro Andrea Orlando e il corteo di ieri a Genova

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