Separazione, Nordio insiste Ma le toghe: “Incompatibile”
Da una parte il poliziotto buono e dall’altra quello cattivo. I ministri Matteo Salvini e Carlo Nordio si dividono i ruoli. Il primo attacca le toghe per l’indagine di Genova, mentre il secondo fa il “collega” dei magistrati al 36esimo congresso nazionale dell’anm a Palermo, dove ha deciso di andare all’ultimo minuto.
Salvini “spera” che i magistrati “non vogliano bloccare un intero Paese”, mentre Nordio ribadisce la solita storia del “sono stato per 40 anni pubblico ministero, figuriamoci se posso pensare che stia sotto l’esecutivo”. Ma la platea presente al congresso non ci crede e, quando il ministro difende la sua riforma sulla separazione delle carriere, dicendo che è nel “programma elettorale” anche se non c’è una data, la sala mugugna. Si aggiunge poi l’alleato (di fatto) del governo, Matteo Renzi che parla “di rapporto malato che certi magistrati, certi politici, hanno con alcune redazioni di giornali”. Senza fare nomi, ma riferendosi a Il Fatto. Renzi attacca il leader 5S Giuseppe Conte, al quale andrebbe “regalata una copia della Costituzione” per aver detto che “garantismo e giustizialismo sono la stessa cosa”. E sferra un colpo a tutta l’anm per non aver fatto nessun comunicato sulla “condanna in primo e secondo grado dell’ex presidente dell’anm”, Piercamillo Davigo, mentre lui per aver “criticato i pm” è stato “ripetutamente attaccato”.
In realtà, le riforme della destra hanno un unico comune denominatore: stravolgere la Costituzione affinché la politica controlli la magistratura. Oltre al bavaglio alla stampa. “Se qualche pm venisse intercettato, non so quanti andrebbero a spasso”, dice Salvini, che rilancia la responsabilità civile per i pm: “Non esistono caste”.
A PALERMO, Nordio dialoga con gli ex colleghi spiegando che “un principio non negoziabile” è “una assoluta indipendenza del pubblico ministero nei confronti di qualsiasi autorità, a cominciare dal potere esecutivo”. Poi quando cita l’accordo di Bordeaux, leggendo alcuni articoli e spiegando, secondo la sua interpretazione, che legittimerebbe la separazione delle carriere. Ma la sala mugugna rumorosamente e Alessandra Maddalena, vicepresidente Anm, lo dice chiaro: “La riforma è incompatibile con il mantenimento dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura”. Nordio affronta anche il nodo Csm: “Nella composizione del nuovo Csm la prevalenza dei magistrati togati sarà assoluta”.
Al congresso giudici e magistrati esprimono un coro unanime contro tutte le riforme. “Viviamo una fase storica di emergenza democratica – dice il senatore Roberto Scarpinato (M5S), per una vita magistrato –. Se diamo uno sguardo alle riforme in cantiere, dal premierato, all’assetto della magistratura si comprende come la posta in gioco sia totale e riguardi la sopravvivenza del modello di democrazia che nasce dalla Costituzione. La maggioranza è erede delle stesse forze politiche che hanno manifestato avversione alla Costituzione del ’48”.