“Così ci sarà una valanga di ricorsi”
Il disegno di legge elaborato dall’amministrazione Todde, che presto andrà all’esame del consiglio regionale, non basterà a fermare l’invasione di pale eoliche e di pannelli solari in Sardegna. A sostenerlo sono le associazioni ecologiste, impegnate in una lotta a difesa del paesaggio che si annuncia durissima: “Lo scopo dell’iniziativa di contrasto è nobile – spiega Stefano Deliperi, il giurista leader del Grig (Gruppo d’intervento giuridico) – ma produrrà solo una valanga di ricorsi vincenti da parte delle società dell’energia. Una norma dello Stato, il decreto Draghi, non può che prevalere su una norma regionale”. Qualcosa però bisognava fare, per la Regione. Ed era indispensabile farla con urgenza: “Serve una moratoria a livello nazionale – è il parere di Deliperi – perché è vero che la Sardegna è la Regione più gravata da progetti invasivi, ma neppure le altre possono gioire”.
Per il Coordinamento dei comitati che si battono contro l’invasione delle rinnovabili quello del governo regionale “è un provvedimento debole, uno strumento legislativo leggero rispetto a quanto sarebbe necessario per bloccare davvero l’assalto delle multinazionali dell’energia ed è un provvedimento non condiviso con le comunità”. I portavoce Antonio Muscas, Marco Pau e Rita Corda sono comunque in linea con l’impegno della Todde: “Siamo contenti che la presidente abbia preso un’iniziativa in merito all’assalto in corso, ma ad oggi il provvedimento non blocca né i procedimenti autorizzativi né la realizzazione, perché serve approvare una legge regionale e nel frattempo tutto va avanti”. Il Coordinamento ribadisce la necessità di “una legge organica che parta da un’analisi dei fabbisogni energetici per capire quanto serve al territorio”.
Opposta la posizione dei signori del vento: “La previsione normativa contenuta nel provvedimento sembra figlia di un accanimento verso le fonti pulite, che finirebbe per avvantaggiare solo il gas e le centrali a carbone” scrive l’anev, l’associazione delle imprese dell’eolico. “Sembra incredibile e invece è vero – prosegue – come le paginate giornalistiche e le ospitate in tv, siano incentrate sulla tutela dello status quo energetico della Sardegna, con tonnellate di scemenze raccontate senza vergogna. Oltre all’atteggiamento irrispettoso delle norme vigenti – prosegue l’anev – che già definiscono le aree idonee, quelle non idonee e i criteri di valutazione di impatto ambientale, e l’attacco duro a ministero e Regioni che avevano già lavorato a una bozza avanzata di provvedimento, lascia stupiti l’assoluta indifferenza per i moltissimi imprenditori italiani e internazionali che stanno investendo risorse in questa meravigliosa isola e che saranno costretti a lasciare, a vantaggio delle solite fossili sarde. L’anev ha dovuto spesso contrastare analoghe iniziative regionali, tutte poi dichiarate illegittime”.