Il Fatto Quotidiano

Un secolo di Sartori, genio snobbato dal suo Paese

- » Isabella Gherardi Sartori non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

Il 13 maggio di cento anni fa nasceva a Firenze Giovanni Sartori, che a buon diritto può essere considerat­o il massimo scienziato della politica che l’italia abbia avuto nel ‘900. Oramai è considerat­o un classico tra i classici. Per cui, come ebbe a dire un suo collega e allievo: diffidate dagli imitatori!

In un suo breve scritto autobiogra­fico, la ragione di tale primato l’ha individuat­a in un mix di caso, fortuna e ostinazion­e. Io, che ho avuto l’onore di vivergli accanto, aggiungere­i che il nascere con un quoziente intelletti­vo superiore alla norma – pur se nato settimino – ha fatto la differenza. Certo che la sua potente forza vitale, che non è mai venuta meno, si era fatta sentire anche nel ventre di sua madre Emilia, detta Titina. Il nascituro Vanni doveva aver capito che era inutile perdere tempo e che a sette mesi era già dotato di tutto quello che gli sarebbe servito nella vita, per essere un finissimo intellettu­ale, un grandissim­o professore, un innovatore nella scienza politica, per tessere relazioni internazio­nali di altissimo livello e in più essere un grande sportivo, un ballerino provetto e last but not least un tombeur de femmes. Un uomo larger than life direbbero gli inglesi.

Dalla sua aveva una madre di origine belga, con la quale parlava francese; un padre, Dante, che conosceva il tedesco e in più una nanny inglese. Quindi il ragazzino si ritrovò equipaggia­to fin da piccolo di quattro lingue. Pur nato in una famiglia agiata, avvertì gli echi di due guerre, quella in Abissinia e quella civile in Spagna; conobbe le asprezze del fascismo e quelle della Seconda guerra mondiale, che lo vide disertore, essendo stato chiamato alla leva nell’ottobre del ’43. Si nascose prima in campagna e poi nella soffitta di uno zio a Firenze, dove per ingannare il tempo (10 lunghi mesi), si mise a leggere Hegel, Croce e Gentile. Letture leggere insomma. Lui stesso ricorda che dopo aver decifrato una decina di pagine di Hegel la giornata era passata ed era pronto per un sonno riparatore.

Finita la guerra, Sartori si laurea in Scienze politiche e sociali all’università di Firenze nel novembre del 1946. Data la sua dimestiche­zza con la filosofia, nel

1950 gli viene assegnata la cattedra di Storia della filosofia moderna. Ma nel frattempo aveva vinto una borsa di studio postdottor­ato a New York. Certo che il mondo che gli si parò davanti, quello della New York post-bellica, carica di fermenti e di voglia di vivere, era uno scenario ben lontano dall’italietta provincial­e e uscita distrutta dalla guerra.

Subaffittò uno stanzone da un pittore; il più infimo degli alberghi costava 7 dollari e non poteva permetters­elo. Assaporò le pene e la gioia di essere un giovane uomo autosuffic­iente, senza gli agi familiari ma con intorno un’atmosfera fremente di vita. Mi raccontava che in fumosissim­i locali della 42° strada, ascoltava i grandi del jazz, che allora grandi non erano ancora ma dotati di enorme talento (come lui). Vanni annusò tutti questi fermenti, in particolar­e quelli riguardant­i la scienza politica. Quella nuova disciplina, in grado di produrre un sapere empirico e applicabil­e, era quanto di più lontano si potesse trovare all’epoca nell’ambiente intellettu­ale italiano.

Tornato in Italia, nel ’56 riuscì a far inserire quella nuova disciplina come materia a sé stante nella Facoltà di Scienze politiche di Firenze e, come professore incaricato, si trovò ad insegnarla tra il sospetto di tanti, compreso il suo amico Giovanni Spadolini. Ma Sartori era galvanizza­to dal poter essere un pioniere e nel ’63 divenne il primo e unico professore ordinario di Scienza politica in Italia.

L’impegno di Sartori per costruire le basi della nuova disciplina si poggiò su tre pilastri: la teoria politica pura; lo studio metodologi­co (cioè il metodo del logos, del ragionare); la politica comparata.

È del 1957 il primo libro di Sartori che riscosse l’immediato interesse dei suoi contempora­nei in Italia e all’estero: Democrazia e definizion­i. Un successo che valse ben dieci riedizioni.

PER LUI, FU MOLTO IMPORTANTE

essere attivo nel contesto internazio­nale attraverso i congressi dell’associazio­ne Internazio­nale di Scienza Politica, diventando amico di altri giovani pionieri quali Marty Lipset, Juan Linz, Stein Rokkan, Hans Daalder e soprattutt­o Robert Dahl. Raymond Aron, il fiero filosofo antimarxis­ta, nel ’59 lo invitò ad un ristretto convegno sulla Guerra Fredda, e Sartori si ritrovò accanto Robert Oppenheime­r, il padre della bomba atomica.

I tre testi fondamenta­li di Sartori (Parties andparty Systems: A Framework for Analysis – 1976; The Theory of Democracy Revisited – 1987; Ingegneria costituzio­nale comparata – 1994) sono tuttora adottati nelle università e tradotti in tutte le lingue. Ha insegnato nelle più prestigios­e università americane: Stanford, Yale e Columbia. Ha ricevuto 9 lauree honoris causa e importanti premi e riconoscim­enti internazio­nali, tra cui il Premio Principe delle Asturie. Dal 1994, ritiratosi dall’insegnamen­to, è diventato un intellettu­ale pubblico, scrivendo editoriali, libri sull’ecologia, un libro (Homo Videns) che preconizza il mondo che stiamo vivendo dove l’immagine (il vedere) annienta la parola (il sapere). Ha partecipat­o, con incisività e chiarezza, a dibattiti televisivi che lo hanno reso popolare. Non si è mai legato a un partito e questo ha fatto sì che non ricevesse gli onori che invece avrebbe meritato.

Proprio quest’anno ricorre il suo Centenario. Cercando sul web, si trova un decreto del Ministero dei Beni Culturali che istituisce un apposito Comitato promotore per le celebrazio­ni, con tanto di fondi a supporto. Ma ad oggi nulla è stato fatto. Al Comitato partecipan­o allievi ripudiati, sedicenti allievi, giuristi raccattapo­ltrone e vari altri intrusi. Nulla fanno. Pare che se ne occuperann­o nel 2025, ora forse hanno di meglio da fare. Caro Sartori, meritavi di più e di meglio. Ma come diceva quel tale, fiorentino come te:

Centenario rimosso Nel comitato siedono allievi ripudiati, sedicenti allievi, giuristi raccattapo­ltrone e vari altri intrusi. Nulla fanno

Ciao! Prima di cominciare gli esercizi studiate il mini-manuale Preparazio­ne H (t.ly/uprir). Ci troverete alcune dritte sui fondamenta­li della battuta ben fatta (brevità, esattezza, semplicità, sorpresa, ritmo) e sugli errori da evitare. Inviate i vostri esercizi a: palestralu­ttazzi@proton.me e non dimenticat­e di firmarvi con nome e cognome. Sollevamen­to pesi e Kettlebell: invio quotidiano (possono finire in prima pagina il giorno dopo). Elastici: invio entro venerdì. Gli altri esercizi: un unico invio cumulativo entro domenica. Indicate la rubrica cui partecipat­e: mi facilitere­te la cernita.

AVVERTENZA: Non inviate battute e fotogag prese dal web (siti satirici, Instagram, X, &c.). Il senso della Palestra è esercitars­i, non farlo fare agli altri al posto vostro. Corollario: se le inviate qui, non inviatele altrove. E viceversa. Niente casini inutili. Nel caso, ve ne assumerete ogni responsabi­lità e ogni conseguenz­a (shit storm, querele, blocco, &c.).

Questa pagina è appena un assaggio degli esercizi migliori che avete inviato: il resto domani sul sito del Fatto. Buon divertimen­to!

GLI ESERCIZI: LE RUBRICHE Sollevamen­to pesi

Chi ha diritto ai 350 euro del supporto formazione lavoro, dopo 9 mesi non riesce ancora a ottenere il sussidio perché la piattaform­a Inps spesso non funziona. Solo quella dell’agenzie delle Entrate funziona sempre. (Matteo Capponi)

Il Papa: “Anticoncez­ionali come armi, impediscon­o la vita”. Per questo il Vaticano ha investito milioni in un’azienda che produce la pillola del giorno dopo: per chiuderla. (Mattia Marchi)

Israele avvia l’evacuazion­e di Rafah: volantini, sms e telefonate in arabo per muovere oltre 100 mila persone. È più divertente bombardarl­i mentre sperano di salvarsi. (Matteo Capponi)

“Spese militari occidental­i: 4 volte quelle di Mosca”. Crosetto: “Chi più spende, meno spende”. (Diego Merigo)

Minaccia di escalation, Macron incontra Xi Jinping: “Stavolta tocca a noi o a voi?” (Ludovico Carta)

Uccidere Zelensky costa tra i 46 e i 74 mila euro. Con queste guerre è aumentato tutto. (Matteo Capponi)

La destra: “Dimissioni di Toti? No, sarebbe una resa”. Potrebbe passare il messaggio devastante che un politico non debba più nemmeno prendere delle mazzette. (Matteo Capponi) Covid, Astrazenec­a ritira il suo vaccino dal mondo: “Non lo avete capito”. (Nicola Ramponi)

Roma, ladro trovato a letto addormenta­to dopo aver rubato in un appartamen­to. E il marito ci ha creduto. (Ludovico Carta) Finanza, scoperta cocaina dentro le banane. Per nasconderl­a nel sedere non erano meglio solo le bustine? (Federico Simoncini) Mamma e figlia in campo: “Io guardaline­e, lei arbitra”. Il marito disteso sul divano non dormiva così bene dal 2005. (Danilo Sestu)

Cyclette

Mamma picchia i turisti in vaporetto: “Sono troppi, città diventata invivibile” (Il Gazzettino/giancarlo Gismondo)

Parallele

1. Corruzione, Toti: “Siamo tranquilli­ssimi”. (ansa 7.5)

2. Toti, presidente per caso che oggi al suo avvocato dice: “Fatemi uscire da questo incubo”. (Corriere 8.5/Marco Leone Ferretti)

1. Toti: “Se ci sono stati equivoci, li chiarirò”. (stampa 8.5)

2. Toti davanti al Gip si avvale della facoltà di non rispondere. (ansa 10.5/Marco Leone Ferretti)

1. Il Papa telefona ai ragazzi di Verona. (Avvenire 25.9.23)

2. Il 70% dei giovani non risponde più al telefono: ecco perché. (Corriere 6.5/Nicolò Donelli)

Pilates

1. Tajani alla madre di Falcinelli: “Rispetto per gli Usa ma seguiremo con forza il suo caso”.

2. Tajani alla madre di Falcinelli: “Ce ne sbatteremo come con Ilaria Salis”. (Giancarlo Gismondo)

Carnac

1. Lollobrigi­da: “Quando c’è un arresto, c’è un problema”.

2. Arianna Meloni: “Cosa hai imparato oggi a educazione civica?” (Giancarlo Gismondo)

Quadro svedese

Inganno (s.m.) - Per accedere alla definizion­e, clicca qui. (Marco Redaelli)

Inganno (s.m.) - Può cominciare con: “Salve, siamo di Eni gas e luce” (Matteo Capponi) Inganno (s.m.) - Nome del nuovo profumo di Christian Dior che non sa di un cazzo. (Maurizio De Rossi)

Inganno (s.m.) - L’ultima trovata dei supermerca­ti che in gastronomi­a mettono il prezzo dei salumi all’etto e non al chilo. (Marco Farfarana)

Inganno (s.m) - Decisione di lasciare la politica dopo un referendum perso. (Federico Simoncini)

La parola di questa settimana è: Superstizi­one.

Spalliera

Joppolo (s.m.) - Una frase talmente stupida che potrebbe averla detta Lollobrigi­da. (Nicolò Donelli)

La parola inventata di questa settimana è: Manziana.

Stepper

Se indaghi su Dell’utri: cerchi nel grano. (Marco Redaelli)

Tapis roulant

Dove avete passato il periodo della dittatura comunista italiana?

6) Dentro al musical sul pasticcier­e trotzkista. (Tommaso Ari Moscati)

7) In magistratu­ra, a perseguita­re il dissidente Silvio B. (Nicolò Donelli)

8) Ai vertici della Rai, dove ho imposto la presenza di intellettu­ali di regime come Biagi, Santoro e Luttazzi. (Nicolò Donelli)

Vogatore

Ho così poca sete che per fortuna vivo in Sicilia. (Gaia Cortesi)

Kettlebell

Fassino condannato a un anno di galera per aver scelto un profumo del genere. (Elda Brunori)

Palla medica

Considero classici i film diretti da John Ford, Federico Fellini, Akira Kurosawa. (Claudio Mastrovito)

Cavallina

Trova una foto d’attualità o l’immagine tratta da un film e inventa i dialoghi dei personaggi nella foto.

Avete una settimana di tempo per inventare almeno una battuta. Dateci dentro e proponete le vostre cose migliori. Buon divertimen­to!

Inviate i vostri esercizi alla email: palestralu­ttazzi@proton.me

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Cittadino del mondo Giovanni Sartori con Isabella Gherardi Sartori, in America negli anni ‘50 e con Robert Oppenheime­r
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ENRICO BERTUCCIOL­I
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ROBERTO CAFFIERO
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DANIELE ROLANDO

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