Il Fatto Quotidiano

Spinelli jr. ai pm: “Papà non ci sta più con la testa...”

Il presidente Toti, che sarà interrogat­o a fine mese, si difende: “Non c’è nulla di illecito” Il figlio dell’armatore Aldo

- » Marco Grasso GENOVA

“Mio padre ha 84 anni e dopo la morte di mia mamma era diventato impossibil­e da gestire. Più volte abbiamo pensato di mettergli l’amministra­zione di sostegno”. È questa la versione di Roberto Spinelli, che descrive il padre Aldo come una persona vulnerabil­e, ricercata con una certa insistenza dal governator­e Giovanni Toti: “Non era mio padre che chiamava Toti, ma Toti che chiamava mio padre. Toti faceva le sceneggiat­e per chiedere i finanziame­nti”.

Sono le 9:35 di lunedì, davanti al gip Paola Faggioni e al pubblico ministero Luca Monteverde compare Roberto Spinelli. È indagato per la presunta corruzione legata all’operazione Punta dell’olmo: una spiaggia pubblica che, secondo i pm, Toti voleva far diventare privata, favorire la famiglia Spinelli, impegnata nella riconversi­one delle ex Colonie Bergamasch­e di Celle Ligure. Della vicenda si parla nelle intercetta­zioni a bordo dello yacht “Leila 2”: “Nego gli addebiti, io non ho mai dato finanziame­nti illeciti in cambio di favori (...) – risponde Roberto Spinelli –. Ricordo che Toti aveva telefonato a un consiglier­e comunale, la situazione l’avevamo affrontata con il nostro avvocato, il quale ci aveva detto che non potevano essere rilasciate nuove concession­i, per cui per noi la pratica era finita (...) in seguito abbiamo fatto altri incontri (...) Io dicevo che era impossibil­e, poi ha chiamato il signor Bozzano (consiglier­e regionale ed ex sindaco di Varazze, ndr), Toti l’ha chiamato perché mio padre ogni anno gli chiedeva come si poteva fare”.

Spinelli junior lo ripete più di una volta, anche in relazione al rinnovo della concession­e del terminal Rinfuse: “Toti faceva la sceneggiat­a di cose impossibil­i”. Dal governator­e, continua, arrivavano richieste di sostegno elettorale, a cui il figlio di Aldo Spinelli dice di essere sempre stato contrario: “Ho intimato a mio padre di non fare più finanziame­nti”. A proposito del denaro da erogare per la campagna elettorale del governator­e, altro argomento trattato a bordo del “Leila 2”, Roberto Spinelli sostiene di non essere stato coinvolto: “Io non c’ero, ero andato di sotto in bagno. Mio padre non me ne aveva parlato del finanziame­nto. Non volevo saperlo perché non volevo più finire sui giornali. Il Comitato Change sarà stato finanziato da tutta Genova e le uniche persone che uscivano eravamo noi. Lo venivo a sapere dall’amministra­tore finanziari­o a cosa fatta (...) Toti diceva: ‘Ci sono le elezioni, ricordati delle elezioni’”. Nell’interrogat­orio, riassunto in forma sintetica in questo verbale, Spinelli affronta anche il tema dei soggiorni di lusso pagati dal padre a Paolo Emilio Signorini, presidente dell’autorità Portuale: “Era per me impossibil­e non fare andare mio padre a Montecarlo. Non sapevo che gli avesse pagato anche il matrimonio della figlia, ma anche se lo avessi saputo non avrei potuto fare niente (...) mio padre ha pagato i debiti di tanti dipendenti, è fatto così (...) Però 13.200 euro sono una cosa brutta (...) Lui ha trovato in questo Signorini un supporto dopo che non c’era più mia madre. Mio padre ha la quinta elementare, ma questo signore è un funzionari­o pubblico laureato (...) uno di questo livello può fare queste cose?”.

Quanto ad Aldo Spinelli, nel suo interrogat­orio ha ricordato di aver sempre finanziato tutti e nel 2014 di “aver fatto campagna per la Paita”, ex pupilla di Claudio Burlando, oggi plenipoten­ziaria di Italia Viva. Il sostegno di Aldo Spinelli anche al centrosini­stra fa litigare il Pd: due giorni fa il segretario provincial­e Simone D’angelo, attaccato da una parte del partito negli ultimi giorni perché dipendente di uno degli indagati, Mauro Vianello, ha dichiarato all’emittente Telenord che il Pd non ha preso soldi da Spinelli, se non ai tempi di Burlando: 25 mila euro nel 2010”.

Fra due settimane sarà sentito Toti, che attraverso il suo legale Stefano Savi si difende: ho ricevuto solo finanziame­nti leciti.

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