Il Fatto Quotidiano

Qui a Kharkiv, reclutamen­ti forzati e obiettori perseguita­ti

- » Alessandro Parente KHARKIV (UCRAINA)

Un gruppo di militari tenta di infilare con la forza un ragazzo dentro un furgone. Lui si dimena, glielo impedisce mettendo i piedi sulle pareti del furgone bianco anonimo. Poi altri vengono ad aiutare i militari, ce ne sono anche alcuni in borghese. Da dietro una ragazza prova a fermarli tirandoli a sé, è la fidanzata dello sfortunato. La scena si ripete un paio di volte finché l’uomo, dall’interno, riesce ad aprire il portellone e sgusciare via. Anche altri passanti li incitano a desistere e sembra che per questa volta se la sia scampata.

IL VIDEO appare in una pagina Telegram ucraina e riceve reazioni e commenti contrastan­ti, da chi lo chiama traditore a chi gioisce per lui. Anche per la ragazza commenti positivi: “Non tutte le eroine indossano un mantello”. Se in questa guerra tutti devono stare uniti, non criticare le scelte politiche, aspettare che sia finita per le opinioni discordant­i, per quanto riguarda i reclutator­i invece l’astio è alla luce del sole. Molti ucraini li odiano apertament­e. Vestiti di nero, muscolosi, in auto anonime con vetri oscurati, questi funzionari vanno di solito in giro in tre. In questi giorni, passeggian­do per Kharkiv, se ne vedono molti.

Al centro commercial­e Nikolsky fermano dei ragazzi all’entrata e controllan­o che il loro libretto militare sia in regola. Nella metro e alle entrate della stazione centrale, invece, sono affiancati da soldati che controllan­o i documenti a ogni entrata. I passaporti stranieri non li aprono neanche, il loro target è l’ucraino maschio tra i 25 e i 60 anni. È naturale comprender­e come questa dinamica si sia instaurata, i giovani non vogliono partire, volontari non ce ne sono e intanto l’ucraina ha bisogno come non mai di giovani al fronte. Poi c’è il fatto che non si combatte nelle stesse condizioni di due anni fa, adesso c’è meno adrenalina e più paura all’idea di partire. Sul web iniziano a girare i video delle battaglie intorno a Vovchansk, immagini riprese da droni in cui soldati sia russi sia ucraini vengono colpiti, mutilati, bruciati, senza che neanche se ne accorgano. Poi c’è chi si suicida, percependo la presenza di un drone sulla testa, toglie la spoletta a una granata. E non tutti si salvano dalla coscrizion­e forzata. Molte le persone prelevate, private del cellulare e caricate sui mezzi verso l’addestrame­nto.

DALL’ENTRATA

russa a nord di Kharkiv la mobilitazi­one si è immediatam­ente concentrat­a su questa zona. Sul treno per Kharkiv, partito da Kiev il 14 maggio, abbiamo notato una presenza di militari quasi assoluta, gente di ogni età, dai giovani che salutavano le proprie fidanzate a uomini sulla cinquantin­a, alcuni in divisa, altri che l’uniforme ce l’avevano in una busta della spesa. Alcuni con le stampelle, probabilme­nte veterani a cui viene chiesto di fare un lavoro d’ufficio o anche reclutati di fresco, visto che la legge sulla coscrizion­e contempla il riesame di alcune classi di disabilità.

L’assenza della condizione di obiettore di coscienza in Ucraina ha allarmato le associazio­ni tedesche Connection e.v. e Pro Asyl. Nella giornata internazio­nale dell’obiezione di coscienza, il 15 maggio, le associazio­ni hanno rivolto al governo di Scholz la richiesta di consegnare agli ucraini maschi in età di leva un permesso di viaggio, sostitutiv­o al passaporto. “Dal 23 aprile l’ucraina non rilascia più passaporti ai cittadini all’estero in età di servizio militare. Di conseguenz­a, i cittadini ucraini di età compresa tra 18 e 60 anni che sono tenuti al servizio militare e risiedono in Germania possono ottenere il passaporto solo in Ucraina”, recita il testo. “I passaporti sono necessari anche per un permesso di soggiorno permanente, per sposarsi, per la nascita di un figlio, per aprire un conto in banca e molto altro ancora. L’obiezione di coscienza è un diritto umano, anche in caso di guerra – aggiunge Rudi Friedrich di Connection e.v. –. Questo è stato riconosciu­to dalla Corte europea dei diritti dell’uomo in una sentenza storica. Tuttavia l’ucraina non lo rispetta, inviando obiettori di coscienza al fronte o sottoponen­doli a lunghe pene detentive”.

GLI AGENTI VESTITI DI NERO E PRONTI ALLA FORZA

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FOTO ANSA Terrore Doppia paura a Kharkiv, per l’attacco russo e per le politiche di Zelensky

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