Usa all’aja: “Sanzioni se punite Netanyahu” Tel Aviv spegne l’ap
Blinken: “Se la Corte va avanti, niente tregua”. Bibi, pressato, riammette i giornalisti
Da un lato la difesa dell’alleato sul mandato di arresto per i vertici israeliani richiesto dalla Corte internazionale dell’aja, dall’altra l’accusa per aver zittito l’agenzia di informazione internazionale Ap ieri a Gaza. Gli Stati Uniti continuano con la politica del bastone e della carota nei confronti di Israele, mentre Tel Aviv – che ieri in un attacco su Jabalya ha ucciso 85 persone, tra cui diversi bambini – secondo il Washington Post avrebbe deciso un’operazione a Rafah più “limitata” rispetto a un’azione su larga scala, accolta con favore dagli Usa. Ma, al tempo stesso, lascerebbe intatto l’obiettivo del governo di Netanyahu: sbaragliare i battaglioni di Hamas.
SECONDO I MEDIA
questo accordo sarebbe frutto della visita del Consigliere nazionale per la sicurezza Usa, Jake Sullivan che dopo Riad è arrivato ieri a
Tel Aviv. Secondo l’analista David Ignatius, fonti non specificare della difesa israeliana avrebbero concordato anche un piano sul dopo-hamas nella Striscia: forze locali sostenute da Paesi arabi moderati (vedi Egitto, Giordania, Emirati e Arabia Saudita) con una forza di “sicurezza palestinese”. Piano simile a quello proposto dal ministro della Difesa, Yoav Gallant e dal ministro del gabinetto di guerra, Benny Gantz, entrambi interlocutori di Sullivan. Peccato per la nota stonata – l’ultradestra dell’esecutivo israeliano – che per bocca del ministro della Sicurezza, Ben Gvir,
ieri ha ribadito l’obiettivo di reinsediare Gaza: “Sarei molto felice di vivere a Gaza al termine della guerra” ha detto sprezzante in un’intervista al sito Kikar Hashabbat, sottolineando che un esodo di massa di palestinesi potrebbe creare uno spazio notevole per i coloni israeliani, “permettendo la costruzione di nuovi insediamenti ebraici. Ma non è sufficiente”, ha continuato il ministro, ribadendo l’appello a incoraggiare “l’emigrazione volontaria” dei gazawi. Ormia sfollati da Gaza in 800mila e a cui ieri anche l’unwra ha dovuto sospendere gli aiuti. A “rovinare” tutto, ha fatto sapere il segretario Usa, Antony Blinken, può essere l’ok della Corte penale all’arresto di Netanyahu e Gallant, insieme ai leader di Hamas, Sinwar e Hanyeh. “Sarebbe una battuta d’arresto” alla “possibilità di una tregua” ha detto Blinken. Mentre il presidente americano Biden, che ha bollato con “vergognosa” la decisione del giudice Khan, ha minacciato sanzioni nei confronti della Corte con un passaggio al Congresso. Decisione già presa dall’ex presidente Donald Trump con la promulgazione specifiche sanzioni a carico del Procuratore della Corte penale in relazione a accuse riguardanti la condotta Usa in Afghanistan. A favore della decisione di Khan ieri si sono espressi la Francia di Macron e il Belgio: “Sosteniamo la Cpi, la sua indipendenza e la lotta contro l’impunità in tutte le situazioni”, ha fatto sapere l’eliseo.
Dall’altra parte la denuncia del network Usa Ap del sequestro delle attrezzature da parte di funzionari del ministero delle Comunicazioni israeliano (lo stesso che ha messo chiuso Al Jazeera e ha provato a censurare anche il quotidiano progressista Haaretz), ha provocato la reazione indignata sia della Casa Bianca sia dell’onu, sortendo l’effetto desiderato: in serata all’agenzia è stato permesso riprendere le attività informative. “Il sequestro – aveva denunciato l’ap – non è basato sul contenuto del feed ma piuttosto sull’uso abusivo da parte del governo israeliano della nuova legge sulle emittenti straniere. Esortiamo le autorità israeliane – aveva detto Lauren Easton, vicepresidente delle comunicazioni dell’agenzia di 53 premi Pulitzer – a restituire le nostre attrezzature e a consentirci di ripristinare immediatamente il nostro feed live in modo da poter continuare a fornire questo importante giornalismo visivo a migliaia di media in tutto il mondo”. Il ministero di Shlomo Karhi invece sostiene che “i fotografi dell’agenzia riprendevano regolarmente Gaza dal balcone di una casa a Sderot, concentrandosi anche sulle attività dell’idf e inviando i contenuti ad Al Jazeera”. La Casa Bianca aveva definito la vicenda “preoccupante”, e l’onu “scioccante”.
Operazione Rafah Secondo media americani, Gallant e Gantz d’accordo con Sullivan per “mini incursione”. Il ministro Gvir: “A Gaza con i coloni”