Da Hitler a Vox, “l’ecofascismo” promuove razza pura e natura
Il pamphlet della Santolini sulle destre “green”
L’ambientalismo come ideologia unicamente progressista? Un vero e proprio “bias cognitivo”. Non solo perché Hitler si convertì al vegetarianismo, mentre Göring era animalista e Himmler sperimentò fattorie biologiche. Come spiega la giornalista Francesca Santolini nel suo Ecofascismo (Einaudi), esiste un ecologismo di destra la cui incarnazione più estrema, l’ecologia nazista, fu proprio “l’impasto di misticismo, teoria della razza e nazionalismo per promuovere la purezza del sangue a condizione indispensabile per un equilibrio tra la terra e le comunità umane”. D’altronde, si deve proprio al teosofo austriaco Richard Walther Darré il moto nazista Blut und Boden, “sangue e suolo”. Oggi sono diffuse anche correnti reazionarie che dal negazionismo climatico sono approdate a contenuti razzisti: l’azione per il clima si riassume nel lasciare fuori i migranti, “vandali ambientali”, perché solo le popolazioni sul territorio possono rivendicare una complicità con la natura. Un “nazionalismo verde” che oggi sfocia nell’“ecofascismo”, per il quale l’ecologia si riduce alla protezione delle frontiere e la lotta al clima è declinata come patriottismo. Chi è nomade non può essere in comunione con la natura, ha dichiarato Marine Le Pen: una visione a cui si ispirano numerosi partiti, dallo Schweizerische Volkspartei al British National Party, dal Freiheitliche Partei Österreichs a Vox.
Esiste poi, spesso confuso con il precedente, un “fascismo fossile” legato al concetto di “petro-mascolinità”, all’incrocio tra destra, difesa dei combustibili fossili e negazionismo climatico per difendere lo status quo. Ed esiste infine un “fascismo ecologico” che invece teorizza, oltre a una radicale critica alla modernità e al consumismo, la limitazione di ogni libertà umana, ma anche la riduzione della popolazione con ogni mezzo per proteggere il pianeta dalla catastrofe ecologica. Una distopia verde, come quella del filosofo Pentti Linkola, che sfocia nell’autoritarismo e che riecheggia sui siti internet dei suprematisti bianchi, razzisti, negazionisti, misantropi e spesso autori di sparatorie e stragi.
E la destra italiana? Si è attestata, secondo l’autrice, su un negazionismo primitivo, e superato, che si limita a battaglie di retroguardia in Europa sulle scelte green, basandosi su letture labili, superficiali, spesso infondate e contraddittorie degli invocati riferimenti culturali. Neanche, insomma, la dignità di un pensiero forte, per quanto reazionario, sulla natura. Da noi, è solo “ecocialtronismo”.