FATTI LA BARCA CON MENO DI 10.000 EURO (e mantienila con 1.000 euro all’anno)
La vela è da ricchi? Ma neanche per idea! Spendendo meno che per un’utilitaria, con un po’ di olio di gomito, diventerete armatori di una piccola grande barca. Ecco come diventare armatori
La percezione che ha la “gente della strada” della vela, lasciatecelo dire, è falsata. Ricchi yachtsman in blazer blu, arroccati nel loro circolo ultraesclusivo con vista sulle banchine dove troneggiano 20 metri in legno lucidato. Oppure “sboroni” in stile magnate russo, sulle loro costosissime (e brutte) barche hi-tech. No. La vela è alla portata di tutti. Si può acquistare una barca per meno di 10.000 euro e rimetterla a posto con accortezza per navigarci a lungo. Con costi che, come scopriremo, sono di molto inferiori rispetto a quelli di una casa e un’automobile. Anche a livello di mantenimento, si può riuscire a spendere meno di mille euro all’anno. Ovviamente non stiamo parlando di un bluewater di 50 piedi dotato di ogni comodità, ma di soluzioni più “spartane” tra i 20 e i 27 piedi (dai 6 ai 9 metri, per intenderci), che abbiano qualche annetto sulle spalle, meglio se in vetroresina (la loro manutenzione è meno impegnativa rispetto al legno lamellare che si utilizzava sino a 40 anni fa).
NON CI STIAMO INVENTANDO NULLA Se non siete alla ricerca di una appartamento a cinque stelle sul mare, sappiate che generalmente un 25 piedi sarà in grado di offrirvi fino a quattro cuccette, un piccolo quadrato, una cucina a scomparsa e la possibilità di “intrufolarvi” in piccoli ormeggi e accedere a baie nascoste. Credete che vi stiamo raccontando fandonie? Andate a scoprire (e questo è solo uno dei tanti esempi) la storia di Charles Stocks (www.shoalwaters.moonfruit.com) e delle 70.000 miglia percorse, dagli anni ‘60 fino alla sua morte, avvenuta cinque anni fa, a bordo del suo piccolo cabinato di 16 piedi senza motore, spesso assieme alla moglie e ai nipoti. O, per restare in Italia, quella di Simone Pierotti, che con Tamatino, un Corribee 21 (6,5 metri) del 1980 ha attraversato tutti i canali d’Europa contando su un budget ridotto all’osso, dall’Olanda al Mar Nero.
Un 7 metri sarà in grado di offrirvi fino a quattro cuccette, un quadrato, una cucina a scomparsa e la possibilità di intrufolarvi in piccoli ormeggi e accedere a baie nascoste
GRANDE BARCA, PICCOLA SPESA L’Arpège (9,25 m di lunghezza per 3,02 di larghezza) sul mercato si trova a prezzi davvero abbordabili: i ragazzi di Sula (il modello nella foto) l’hanno pagato 3.000 euro. E poi tanto sudore per rimetterlo a nuovo con un lavoro certosino.
Consiglio per risparmiare sulla manutenzione: perché invece di farla da soli nonvi lasciate aiutare dagli amici offrendo in cambio uscite in barca e... qualche birra?
L’ACQUISTO DELLA BARCA Ci siamo messi nei panni di un aspirante armatore che, mettendo insieme i risparmi di anni di lavoro, ha stabilito un budget massimo di 10.000 euro per l’acquisto della barca e ci siamo lanciati sui siti web alla ricerca di modelli affidabili e tutto sommato pronti all’uso: abbiamo scartato quelli in legno lamellare per concentrarci sulla vetroresina (meno passibile di danni da utilizzo prolungato), a partire dalla fine degli anni ‘70. Si trova di tutto. A partire dal bellissimo Comet 28 Race di Finot (varato nel 1986), lungo 8,60 metri e largo 2,49 con cabina matrimoniale a prua, bagno, due posti letto in quadrato e cucina a scomparsa a 10.000 euro. Una barca con cui, oltre a splendide crociere in famiglia, vi potrete togliere anche soddisfazioni in regata. Scendendo di prezzo, sugli 8-9.000 euro, è un pullulare di piccoli “cabin cruiser” tipo Nytec 25 e 23, Comet 700, 701 e 801, Gib’Sea 242, CBS 888, Jez 27 e chi più ne ha più ne metta. Meteor e J-24 usati si trovano a una fascia di prezzo ancora inferiore: in giro per i nostri mari si incontrano tanti amanti della “minialtura” che si avventurano in crociere, anche lunghe, a bordo di questi sempreverdi: scafi ideati per la regata, ma facilmente convertibili a un uso crocieristico. Per non parlare di cosa si trova sui laghi, ma in questo caso dovrete aggiungere i costi di trasporto su strada. Sopra trovate otto esempi di “piccole grandi barche” e i loro prezzi sul mercato dell’usato attuale.
Per assicurare un fuoribordo con potenza di 10 cavalli abbiamo scoperto che il costo annuo indicativo che va dai 45 ai 60 euro
L’ASSICURAZIONE E adesso arriviamo ai costi di mantenimento. Il vantaggio è chiaro fin da subito: barca piccola, spese piccole. Ricordate che stiamo ragionando su budget ridotti al lumicino per cui, per quanto riguarda l’assicurazione della barca, ci occuperemo soltanto di stipulare la polizza di Responsabilità Civile (RC) prevista dalla legge, che copre i danni nei confronti di persone o cose, durante la navigazione, ma anche a causa di urti e incidenti che si verificano quando la barca è ormeggiata in porto o si trova in secca. Ipotizzando per eccesso un fuoribordo con potenza di 10 cavalli (ma, volendo, si può anche scendere), chiamando i principali assicuratori e sfruttando i comparatori di polizze online abbiamo stabilito un costo annuo indicativo che va dai 45 ai 60 euro. Non ci siamo occupati delle formule “Corpi Yacht”, in grado di offrire coperture e clausole aggiuntive a vari livelli.
ORMEGGIO Veniamo adesso alla voce “costi di ormeggio”. Lo scenario meno economico è quello che dovrete affrontare se avete intenzione di tenere la vostra barca sempre in acqua, pronta all’uso 365 giorni l’anno. Non esistono molte al-
ternative: scartando i moderni marina dotati di ogni comodità, non vi restano che i circoli nautici e le società della Lega Navale, che spesso propongono tariffe agevolate per i soci, talvolta in cambio della possibilità di poter utilizzare la barca per attività di carattere sociale. Lungo tutto lo stivale, i prezzi annuali variano, per uno scafo di 8 metri, dai 600 ai 1.100 euro l’anno, per ormeggi alla boa o al pontile: non vi resta che associarvi per entrare in graduatoria per l’assegnazione del posto! Se invece avete la fortuna di avere un giardino o uno spazio privato, potreste tenere la barca in secco a casa vostra. Dovrete spendere per un carrello e un invaso: circa 2.500 euro (prezzi dell’usato) in totale, che ammortizzerete in due anni non dovendo pagare il posto barca. Senza contare che, tirando la barca in secco, non avrete spese per l’antivegetativa. A proposito, esistono anche “porti a secco” lungo le nostre coste, con prezzi più abbordabili rispetto ai porticcioli (1.000-1.200 euro annui per un 8 metri), calcolati sulla base dei metri quadri occupati sul suolo. Spesso nella tariffa è inclusa anche la movimentazione della barca (alaggio e varo) una volta al giorno. MANUTENZIONE Infine, la manutenzione: ci stiamo riferendo ovviamente a quella base e fai-da-te. Partiamo dalla stesura dell’ an ti vegetativa: perl’ applic azione di due mani di prodotto, per una barca di 8-9 metri, saranno necessarie all’incirca 6-7 latte da 0,75 l. di prodotto. Calcolando un prezzo indicativo di 25 euro a latta, dovrete spendere 150-175 euro di materie prime più alaggio e varo ed eventuale sosta (stimati in un massimo di 200 euro, se avete un vostro spazio solo di varo e alaggio potrete spendere 100 euro). Il consiglio è quello di non fare tutto da soli, ma di farvi aiutare dagli amici offrendo in cambio uscite in barca e, perché no… qualche birra. Per quanto riguarda tutti gli altri lavori, ragazzi, olio di gomito. Un buon manuale (vi consigliamo “Lavori a Bordo” di Davide Zerbinati, una vera e propria “bibbia” edita da Nutrimenti) o i tanti tutorial ormai disponibili su Youtube per gli amanti del fai-da-te di bordo vi aiuteranno non poco, dalla riparazione delle vele (un kit di riparazione delle vele, su nauticplace.com, costa 43 euro) alla manutenzione del motore: per quest’ultimo approntate un budget di circa 100 euro all’anno per il cambio filtri, le candele e l’olio.