TOFINOU 10 Un daysailer da manuale
Le linee classiche ed eleganti non riescono a nascondere il carattere marino di questo nuovo modello del cantiere francese Latitude 46. Un daysailer che strizza entrambi gli occhi al mondo della crociera
Sicuramente i Tofinou, grazie alle loro linee eleganti e classiche, fanno parte di quelle imbarcazioni che si fanno riconoscere da lontano. Quando arrivo in banchina al porto di Saint Martin a l’Ile de Re (Francia Atlantica) , riconosco immediatamente le linee del nuovo Tofinou 10 fermo in banchina. Dopo essere stati in visita al cantiere a La Rochelle, qualche ora prima, ora è giunto il momento di uscire in mare per la prova della barca.
LE CARATTERISTICHE DI UN DAYSAILER D.O.C. Per sintetizzare la filosofia di questa imbarcazione basta guardare da vicino le sue caratteristiche distintive: chiglia fissa o mobile per accontentare sia gli armatori di casa che devono fare i conti con la marea, che gli appassionati che sognano questa bar-
ca da tenere ormeggiata fuori dalla loro casa sul mare o sul lago. Due pale del timone per garantire facilità e precisione nella conduzione e un ottimo controllo; costruzione in vetroresina e laminazione in infusione per garantire allo scafo leggerezza, resistenza e durata. Linee eleganti che portano questa imbarcazione fuori dal tempo e disposizione funzionale delle manovre per rendere le gite giornaliere semplici anche in solitario. E per finire interni con due letti matrimoniali, cucinino e bagno che consentono di rimanere fuori anche la notte. Un mix di successo che ha lanciato questo 10 metri sul mercato ancora prima che fosse costruito il primo esemplare, come ci racconta durante la nostra visita in cantiere Christian Iscovici, l’ad del cantiere Latitude 46: “sulla carta abbiamo subito venduto cinque imbarcazioni, un segno importante che ci ha dato la certezza di essere sulla strada giusta. Uno dei punti cha hanno portato al successo di questo daysailer è l’infinita possibilità di customizzazione che offriamo agli armatori mettendoci a loro completa disposizione”. Il cantiere ha una capacità produttiva tra le quindici e le venti barche all’anno: questo stabilimento riunisce un gruppo eccezionale di venticinque artigiani abilissimi, che ha conservato tradizione e controllo continuo sulla qualità del prodotto, creandosi una reputazione grazie all’attenzione ai dettagli nella co- struzione delle barche. In co-
struzione c’era anche il quarto Tofinou 10, un modello che ha addosso la “responsabilità” di essere il primo progetto realizzato dopo l’acquisizione del cantiere da parte del gruppo Experton, che aveva già acquistato anche il cantiere Wauquiez.
NAVIGARE A VELA CON POCO VENTO Ma andiamo a vedere come si è comportato in mare questo piccolo gioiellino, bellissimo da vedere in acqua con le parti in mogano che brillano al sole (queste possono essere facilmente smontabili per essere sottoposte agli ordinari lavori di manutenzione). Sfortunatamente il vento non è stato dalla nostra parte e abbiamo faticato alla ricerca di qualche raffichetta che ci permettesse di gonfiare le vele (in hydranet): con una brezzolina intorno ai 6 nodi, con Code 0 in azione e un angolo di 45° la nostra velocità ha toccato i 6,2 nodi grazie a un piano velico di tutto rispetto composto da una randa di 33,7 metri quadri e un fiocco autovirante di 22,5. Senza Code e navigando unicamente con randa e fiocco la velocità di bolina della barca è stata intorno ai 4,5 nodi di velocità. Al timone, complice anche l’assenza di onda e la scarsa intensità del vento, il Tofinou 10 si è dimostrato reattivo e rapido in manovra, anche in virata. La versione della barca era full optional, con albero 7/8 e boma in carbonio della Axxon (ma è disponibile anche una versione con albero in alluminio), vang rigido, timone a ruota (ma si può richiedere a anche a barra), chiglia fissa di 2 m (che volendo può essere anche mobile e passare da 1 a 2,35 metri di pescaggio), winch elettrici della Harken e manovre rimandate in zona timoneria per portare la barca anche in solitario. La scotta della randa ha un punto fisso in pozzetto ed è rimandata su due winch posizionati davanti alla ruota del timone. Dietro alle ruota a poppa c’è un ampio spazio dove potersi rilassare e godersi la navigazione. Al di sotto di questa zona si aprono due ampi gavoni gemelli per lo stivaggio, che nulla hanno da invidiare alle imbarcazioni devote alla crociera. A questi si aggiunge un gavone più piccolo situato sotto la panca di sinistra. Tra gli imperativi di bordo ci sono l’ordine e la pulizia: per questo, davanti alla ruota del timone sono sta-
ti pensati due vani dove raccogliere e nascondere tutte le scotte e le drizze a scomparsa e che “rispuntano” in questa zona dell’imbarcazione. Due ulteriori piccoli vani ai lati della ruota contengono invece i plotter di bordo. Quando sono chiusi per inutilizzo sono a filo coperta che rimane così sempre sgombra e pulita. Altra caratteristica del pozzetto è il tavolo centrale che si alza dal piano di calpestio. A prua invece c’è un gavone dedicato all’ancora e al suo musone ribaltabile a scomparsa in modo tale da non disturbare le linee eleganti della barca (la stessa attenzione è stata utilizzata per i tientibene sulla tuga, lunghi ma sapientemente mimetizzati). Per quanto riguarda la navigazione a motore (Yanmar 20 cv con saildrive e elica a due pale abbattibili) la velocità di crociera registrata è stata di 5,4 nodi.
UN DAYSAILER ANCHE DA CROCIERA Rispetto ai modelli precedenti, questo nuovo dieci metri vuole dire la sua anche nel mondo della crociera: il bordo libero più alto rispetto ai modelli precedenti e la tuga più importante permettono di guadagnare volumi e abitabilità sottocoperta (l’altezza degli spazi varia tra i 165 e i 175 centimetri), dove non manca nulla per passare qualche giorno a bordo. Doppio letto matrimoniale (una cabina a poppa e una cuccetta a prua a V 200x150 cm sotto la quale è posizionato il serbatoio dell’acqua), bagno con un elegante lavandino in cristallo, cucina (piano in corian, frigorifero da 25 litri e piano di cottura a un fuoco) tavolo per pranzare con ali laterali sollevabili (interessante la possibilità di farlo scorrere verso poppa quando è chiuso per creare un passaggio comodo verso la cuccetta a V), un locale tecnico per tutti gli impianti di bordo accessibile dal bagno o dal pozzetto e addirittura una tavolo da carteggio di tutto rispetto, a sottolineare la marinità di questa imbarcazione, che non vuole nascondersi troppo dietro l’eleganza e la classicità delle linee. Lo spazio è completato da due divani sotto i quali sono stati ricavati importanti spazi per lo stivaggio. La qualità della costruzione artigianale è evidente anche sottocoperta dove trionfano l’utilizzo di legno massello e la cura delle finiture. Possiamo dire che i trent’anni del cantiere Latitude 46 segnano davvero l’inizio di un nuovo corso dove l’attenzione ai dettagli da crociera non dimentica il carattere distintivo di queste imbarcazioni, nate per stupire con la loro eleganza sull’acqua e portano queste