Il Giornale della Vela

COLPO GROSSO delle piccole contro i giganti

La regina delle regate d’altura estive, che attraversa tutto il Tirreno, se l’aggiudica una barca di 11 metri che riesce a battere in tempo compensato un maxi di 19 metri. Come ha fatto?

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La Palermo-Montecarlo, la grande classica tra le regate d’altura estive, è stata quest’anno ricca di colpi di scena con condizioni meteo varie e difficili da interpreta­re per tattici e navigatori. Gli stop obbligati per la bonaccia hanno finito per premiare le barche più piccole e meno attese. Ad aggiudicar­si il Trofeo Angelo Randazzo, assegnato al vincitore in tempo compensato nella categoria con più barche iscritte (quest’anno ORC), è stato L’Ottavo Peccato, M37 (progetto di Maurizio Cossutti) del giovane armatore di Bari Francesco De Nicolò con Daniele De Tullio alla tattica. “E’ stata la nostra prima Palermo-Montecarlo e, anche se puntavamo a un buon risultato, la vittoria ci ha sorpreso – dice De Nicolò –. La regata è stata molto difficile e a un certo punto siamo rimasti 18 ore senza vento, però il gruppo non ha mai mollato e ha lottato metro dopo metro fino all’arrivo”. Fa festa anche il Giornale della Vela che, con il Rodman 42 Cheyenne di Tommaso Oriani, sale sul secondo gradino del podio dopo una bella prestazion­e arrivata all’esordio per il Cheyenne Sailing Team. Terzo posto per il Comet 45 Quattro Gatti di Andrea Casini. Il Trofeo Giuseppe Tasca d’Almerita, assegnato alla prima barca in tempo reale, è andato invece a Lucky (Reichel-Pugh 63 dell’armatore di Chicago Bryon Ehrhart, in rappresent­anza del New York Yacht Club), che ha vinto l’atteso duello contro l’IMOCA 60 Malizia II di Herrmann-Casiraghi. Lucky si aggiudica anche la classifica IRC, davanti all’Ottavo Peccato

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e al J 133 Jvaro di Yves Grosjean. Ma cosa vuol dire partecipar­e ad una regata di oltre 400 miglia lungo una rotta che dalla Sicilia risale tutto il Tirreno, passando per Sardegna e Corsica sino ad arrivare a Montecarlo? Ce lo raccontano Tommaso Oriani, armatore del Rodman 42 Cheyenne e Stefano Rusconi quello della barca più piccola, il First 30 Take Five.

A BORDO DI CHEYENNE

“Un percorso bellissimo, molto tattico, con alcuni passaggi fondamenta­li che determinan­o la vittoria. Poco dopo la partenza, si può puntare su Trapani per poi alzarsi verso la Sardegna. In alternativ­a si può fare rotta su Ustica, passarla a nord o a sud, o ancora navigare diretti verso il cancello di Porto Cervo o più bassi verso Golfo Aranci, in base al posizionam­ento dell’alta pressione che in questo periodo può essere ancora ben presente in Tirreno. Poi la classica Corsica a occidente o a oriente, con l’eventuale passaggio delle Bocche di Bonifacio attraverso la rotta più breve, il famoso Passo delle Bisce. Noi abbiamo optato per quest’ultima soluzione, ma abbiamo trovato le Bocche cosi piatte che sembrava di essere sul lago di Pusiano in Brianza. In quali di questi punti si è decisa la regata? Le dinamiche in gioco sono state diverse. Noi abbiamo perso il treno per la vittoria perché siamo restati troppo distanti dalla costa sarda durante un lunghissim­o giorno di bonaccia. L’NM 37 L’Ottavo Peccato ha vinto qui, sfruttando le termiche sotto costa. Noi impantanat­i a poco più di un miglio da loro non potevamo che vederli avanzare nella loro scelta azzeccata. E i maxi? Anche loro a soffrire. Le previsioni hanno giocato a favore dei piccoli, il vento è tornato troppo tardi per permettere “ai grandi” di aumentare il vantaggio a sufficienz­a per il successo in tempo compensato. L’unica cosa che ci ha lasciato un po’ di amaro è stata la beffa sul traguardo subita in reale da Quattro Gatti (Comet 45 s), dopo 500 miglia un arrivo da match race. A onor del vero dopo pochi minuti brindavamo insieme. I due equipaggi che si sono fronteggia­ti per tutte quelle ore, e che hanno concluso al secondo e terzo posto, festeggiav­ano giustament­e una lunga battaglia. Infine un plauso a chi lavora dietro la regata: il trattament­o riservatoc­i a Palermo dal Circolo della Vela Sicilia è stato fantastico. Il calore e l’organizzaz­ione, il golfo magico di Mondello e la super comoda soluzione “pallet” per spedire il superfluo, e ritrovarlo a Montecarlo, sono stati encomiabil­i”.

A BORDO DI TAKE FIVE

“Arrivare a Montecarlo dopo cinque giorni di navigazion­e è stato veramente emozionant­e, sul filo dei minuti per non andare oltre il tempo limite a causa del poco vento incontrato soprattutt­o nella prima parte di regata. Il secondo e il terzo giorno sono stati tremendi, meno di 50 miglia in due giorni. Un incubo! Poi una bella aria da sud ci ha portato sino all'arrivo, permettend­oci medie elevatissi­me per un piccolo 30 piedi (250 miglia in meno di due giorni). Arrivati davanti a Monaco abbiamo rischiato la beffa, al sorgere del sole eravamo a sole 1,5 nm dall'arrivo. Ma l'alba ha bloccato le leggere brezze notturne e per soli 30 min abbiamo tagliato il traguardo in tempo. Un grazie ai ragazzi per non aver mai mollato e per aver sofferto sacrifican­do addirittur­a l'acqua e il cibo che abbiamo scaricato in mare per cercare di arrivare in tempo. Un 8' posto in compensato è una giusta ricompensa per lo sforzo fatto da tutti durante la stagione, che ci ha visto impegnati nel grande mondo dell'altura”.

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 ??  ?? I “PECCATORI” L’M37 L’Ottavo Peccato di Francesco De Nicolò vincitore overall in tempo compensato della PalermoMon­tecarlo 2017.
I “PECCATORI” L’M37 L’Ottavo Peccato di Francesco De Nicolò vincitore overall in tempo compensato della PalermoMon­tecarlo 2017.
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