Semplificazione? NO GRAZIE
Alla faccia della semplificazione! Il primo testo del nuovo Codice della Nautica che stava per essere licenziato dal Consiglio dei Ministri faceva acqua se non da tutte, da molte parti, con mancanze che di fatto tranciavano alla base il buon lavoro svolto da UCINA in tutti questi anni di tavoli tecnici e incontri con i ministri. Con il mondo dei diportisti in subbuglio, un incontro della presidente di Confindustria Nautica Carla Demaria, un'audizione in Senato e l'invio di un dossier alla Camera sono serviti forse ad arginare ulteriori allontanamenti di chi va in mare dalla bandiera italiana. Forse. Parliamoci chiaro, cari ministri che di nautica avete dimostrato in passato di non capirci un’acca. Con la recente “follia” croata di aumentare di molto la tassa di soggiorno per le imbarcazioni sul suolo nazionale e il giro di vite sul noleggio in Francia, se il sistema burocratico italiano diventasse competitivo sarebbe una vera manna per tutto il settore e per l’Erario. Perché potremmo attrarre barche (e soldi) anche dall’estero e non perderemmo italiani che iscrivono le loro barche nei registri di Olanda e Belgio ecc. per dribblare l’asfissiante burocrazia e inefficienza nostrana. Potremmo, senza le aberrazioni contenute nel testo da voi “corretto”. Ripercorriamo tutto quello che è accaduto e le dimenticanze essenziali della bozza della Semplificazione della Nautica. Indiziato numero uno del caos, le Capitanerie di Porto. LA MISTERIOSA SPARIZIONE DEL SISTE Dove sono finiti il Registro telematico delle