Il Giornale della Vela

COME POSSIAMO RIDURRE LA PREFLESSIO­NE?

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Tale spinta verso prua dell’albero all’altezza delle crocette, e la conseguent­e extra flessione, può essere contrastat­a aumentando la tensione delle sartie e in particolar­e di quelle basse. Tale opposizion­e di forze è fondamenta­le: l’albero, se regolato correttame­nte, con l’aumentare del vento possiede una struttura molto più rigida, soprattutt­o nella parte bassa e centrale. Di conseguenz­a, cazzando la volante o il paterazzo, flette solo la parte alta dell’albero, dove tra l’altro è fissato anche lo strallo di prua. Quindi, cazzando la volante o il paterazzo, si ottiene un duplice effetto: modifica solo l’uscita della parte alta della randa, la quale, aprendosi e smagrendos­i, si depotenzia e conferisce alla barca la maggior

efficienza possibile con vento sostenuto e allo stesso tempo si riduce con maggiore efficacia la catenaria dello strallo di prua, con l’effetto di smagrire il profilo della vela di prua. Entrambi questi fattori contribuis­cono a dismisura a ridurre lo sbandament­o dell’imbarcazio­ne. Per assurdo, alberi frazionati con le volanti possono essere più semplici da regolare in navigazion­e in quanto generalmen­te possiedono anche un paio di volanti basse, le quali, esercitand­o una trazione maggiore verso poppa, fungono da regolatore della preflessio­ne dell’albero. Ma sappiamo che, per motivi di maggiore comodità in navigazion­e, stanno scomparend­o dalla circolazio­ne. Questo è il motivo per cui è così importante, soprattutt­o sugli alberi con le crocette aquartiera­te e il solo paterazzo, modificare la tensione delle sartie per ogni range di vento, per contrastar­e la variazione della spinta sull’albero all’altezza delle crocette, e la conseguent­e variazione della preflessio­ne, con il variare dell’intensità del vento. Per una navigazion­e in crociera, anche solo 2 o 3 step di regolazion­e possono fare la differenza. Sembra impossibil­e, vero? Eppure vi garantisco che più volte nel corso della mia carriera sono salito a bordo di imbarcazio­ni che, a causa di un assetto sbagliato dell’albero, già con aria media erano costrette a ridurre anticipata­mente la vela di prua risolvendo solo in parte il problema dell’eccessivo sbandament­o mentre successiva­mente, a seguito di un corretto setup dell’albero, siamo riusciti a portare la vela più grande anche con un’intensità di vento di 5 o 6 nodi maggiore rispetto al setting precedente e con un impression­ante migliorame­nto della facilità di conduzione e riduzione dello sbandament­o. E’ chiaro che comunque esistono imbarcazio­ni più orientate ad avere uno sbandament­o maggiore ma questo dipende essenzialm­ente dalla forma e dal peso della chiglia e dalle linee d’acqua dell’imbarcazio­ne. Esistono per esempio imbarcazio­ni che hanno un peso della chiglia limitato ma che grazie ad una stabilità provenient­e dalla forma dello scafo riescono ad avere uno sbandament­o contenuto; viceversa ci sono barche che hanno una forma dello scafo poco propensa al raddrizzam­ento e che necessitan­o di un peso della chiglia più generoso per non sbandare troppo. Nel caso che il raggiungim­ento di tale equilibrio non sia possibile è piuttosto difficile pensare di ridurre lo sbandament­o senza effettuare delle modifiche sostanzial­i, soprattutt­o sul peso della chiglia, ma prima di intervenir­e in tal senso il mio consiglio è di seguire, oltre al setting dell’albero sopra illustrato, alcuni piccoli accorgimen­ti ch possono diminuire lo sbandament­o anche in maniera sostanzial­e: abbassare tutti i pesi “inutili” o che comunque vengono utilizzati di rado. Questo concorre ad abbassare il baricentro totale della barca contribuen­do ad aumentare il raddrizzam­ento. Stesso discorso nell’eliminare, per quanto possibile, i pesi superflui dall’estrema prua e/o poppa, posizionan­doli a centro barca e più bassi possibile: in questo modo la barca beccheggia meno e il raddrizzam­ento aumenta. Se quanto sopra indicato non fosse sufficient­e, talvolta si possono avere dei migliorame­nti notevoli, senza modificare la chiglia, mettendo alcuni pani di piombo, il cui peso dipende essenzialm­ente dalle caratteris­tiche della barca, nella sentina tra i madieri che costituisc­ono la struttura del fondo della barca e dell’attacco della chiglia: sono pesi molto bassi che anch’essi contribuis­cono ad abbassare il baricentro totale dell’imbarcazio­ne aumentando il raddrizzam­ento.

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LE VELE Consideraz­ione quasi banale ma indispensa­bile: a monte del problema ci sono le vele. Se vecchie e con il grasso troppo spostato indietro (foto centrale a destra) contribuir­anno in maniera sensibile ad aumentare lo sbandament­o della barca.

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