Il Giornale della Vela

100 anni di vela e di vele

Come è cambiato il mondo del diporto nell’ultimo secolo attraverso testimonia­nze e aneddoti della storica famiglia di velai triestini Zadro

- Di Eugenio Ruocco della Seconda Guerra Mondiale”, “Vi svelo un aneddoto accaduto poco prima dello scoppio “Mio nonno e mio padre dovevano consegnare delle vele al Duca d’Aosta, che all’epoca viveva a Castello Miramare. Quando arrivarono ad attenderli c’er

Trieste, 1917. In quella terra contesa, tra le incertezze della guerra, un uomo ha un’intuizione. Ernesto Zadro lavora, come tanti, in una veleria per navi commercial­i (il trasporto merci all’epoca avveniva per la maggior parte ancora a vela): ma sa guardarsi attorno, e vede che sono sempre di più gli esponenti della nobiltà triestino-austriaca che stanno acquistand­o vecchie barche da pesca per poi adattarle al diporto. “QUANDO FACEMMO SCARICARE LE VELE AL DUCA D’AOSTA” Ernesto decide di mettersi in proprio e apre la sua veleria, dedicata esclusivam­ente a chi va in mare per il puro piacere di farlo: una “mission”, per dirla in modo moderno, a cui non verrà mai meno (Zadro non realizzerà mai vele per le grandi navi, salvo una per l’Amerigo Vespucci). Certo, la nautica da diporto è un affare per pochi, ma nel periodo tra le due guerre la veleria, assoluta apripista nel settore, va via via strutturan­dosi (anche se tutto il lavoro veniva ancora svolto a mano: si veniva pagati a metro di cucitura realizzata) e tra i signori gode di buona fama. Intanto, ad Ernesto si è affiancato il figlio, Ernesto jr.

racconta Aldo Zadro, figlio di Ernesto Jr. e titolare della veleria fino lo scorso anno, quando ha deciso di lasciare il timone al nipote Federico.

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