Il Giornale della Vela

“Così siamo stati travolti da una tromba d’aria”: un racconto che sembra tratto dai diari dei navigatori nei mari del Sud, e invece siamo nel Golfo di Gaeta

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Sembrava una giornata come le altre nel Golfo di Gaeta. Cielo coperto, arietta. Una giornata perfetta per uscire in Finn, si sono detti i velisti Paolo Cisbani ed Ettore Thermes. All’improvviso, i due sono stati investiti da una tempesta e una tromba d’aria. Ecco il racconto di Thermes: “…Verso la fine di Vindicio, Paolo mi strilla che sta arrivando un temporale che non avevo visto… Passano un paio di minuti e senza accorgerce­ne arriva l’inferno. Avevamo bolinato tenendoci a terra e siamo forse a 300 mt da riva, ma il vento viene da lì. Le prime botte sono potenti, mi tolgono il cappello dalla testa che è ben stretto ma lo acchiappo al volo. Le barche sono senza controllo, praticamen­te siamo seduti sulla poppa cercando di tenerle al vento ma non si riesce: come perdi il controllo e la barca poggia il rischio è che sbandando, il boma finisca in acqua e scuffi. E se scuffi con quasi 50 nodi le probabilit­à che la barca ti scappi via sono alte e restare in mare alle sei di pomeriggio nel golfo di Gaeta con 15 miglia di acqua sottovento, significa pericolo di ipotermia e di non essere trovati. Riesco a tenere la barca mentre la vela di Paolo va in brandelli, poi lui scuffia e da esperto che è non cerca di raddrizzar­e la barca ma ci sale a cavallo tenendosi alla deriva. L’immediatez­za della botta non ha nemmeno permesso di legarci al piede la coda della scotta. Cerco di tenere ma alla fine scuffio anche io, ma la barca non va giù ed inizio a combattere con l’albero per mandarla giù ma il vento tiene la barca a 90 gradi. Il problema è che se me la raddrizza comincia a rotolare e probabilme­nte scappa via... Riesco dopo un po’ a mandare giù l’albero e salgo finalmente sullo scafo dopo aver mollato la scotta della deriva. A cavallo della barca con la deriva in mano la barca si mette a 90° rispetto al vento con il boma sott’acqua verso il vento e nella sua direzione. L’acqua nebulizza...”. Per fortuna i due sono stati recuperati dalla Guardia Costiera. Non eravamo nei terribili mari del sud. Ma nel Golfo di Gaeta.

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