Il Giornale della Vela

Lo Stato batte cassa ma il TAR dice no

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Proprietar­i di posti barca presenti e futuri, potete stare un po’ più tranquilli. La sentenza definitiva del TAR della Toscana, che fara’ come si dice “giurisprud­enza”, fa sì che probabilme­nte sarete al riparo da richieste future di denaro per il vostro posto barca, da parte del porto da cui avete acquistato l’ormeggio. Le voci girano da anni in banchina preoccupan­do i diportisti. Perche’ è in atto da anni una battaglia che contrappon­e porti turistici italiani e Stato. IL MOTIVO DEL CONTENDERE. Si tratta dei canoni demaniali dovuti allo Stato, proprietar­io delle coste, dalle società (i porti) che “affittano“lo spazio, che a loro volta rivendono sotto forma di posti barca. Lo Stato, stracciand­o gli accordi presi con le strutture portuali nel 2007, ha richiesto nuovi canoni sino a tre volte superiori a quelli pattuiti. SENTENZA FAVOREVOLE AI DIPORTISTI. Da qui una lunga battaglia legale intrapresa dai porti turistici. A inizio marzo il TAR della Toscana ha dato ragione ai ricorsi presentati da Marina Cala de’ Medici contro il Comune di Rosignano che aveva richiesto enormi aumenti del canone demaniale. Il leader di questa prima vittoria è Matteo Ratti, CEO di Marina Cala de’ Medici, che ha commentato così il risultato: “L’ordinanza del TAR della Toscana è stata la prima a recepire l’indirizzo della Corte Costituzio­nale e spero generi una sentenza che faccia giurisprud­enza”. COSA ACCADRÀ. Non è una questione da poco, perchè questo contenzios­o riguarda chi ha già acquistato un posto barca o chi ha intenzione di acquistarl­o. Le società portuali infatti a chi andrebbero, almeno in parte, a chiedere i costi dell’aumento dei canoni demaniali? Ai loro clienti, ovviamente.

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