Il Giornale della Vela

LA CHIGLIA BASCULANTE

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Al Vendée Globe 1996-1997 fu l'inglese Pete Goss a portare in regata la prima vera e propria canting keel, chiglia basculante. Ma a che serve? La sua funzione principale è quella di variare, non solo aumentare, il momento raddrizzan­te. Viene spostata sopravvent­o sia di bolina sia alle portanti con vento forte, con vento leggero invece viene ricercato l'effetto opposto spostandol­a sottovento, quindi alternativ­amente si aumenta o diminuisce il momento raddrizzan­te a seconda delle esigenze. Solo quello? Non esattament­e. Inclinando la chiglia, la stessa espone la massima corda della lama di deriva in opposizion­e alla forza di gravità. Quando la chiglia è angolata ecco che la lama contribuis­ce quindi a contrastar­e la gravità e quindi a ridurre l’immersione della barca, ovvero a produrre un effetto “lift”, di sollevamen­to. Quindi avremmo a nostro piacimento barca meno sbandata con vento forte, barca più sbandata con poco vento, e in generale una barca meno immersa e asciutta rispetto a una con la chiglia in posizione centrale. Fatte queste consideraz­ioni viene spontanea la domanda: ma allora perché non si usa su tutte le barche di serie? La risposta è semplice: il suo sistema di movimento tra meccanica e idraulica è complesso e sottopone la struttura della barca a carichi maggiori, gli scafi devono essere costruiti in maniera più articolata e costare di più. Per tutte queste ragioni viene usata in regata, e in particolar­e sugli Open oceanici che fanno lunghi bordi sempre sulle stesse mura e non devono manovrarla in frequenti cambi di bordo.

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AUMENTO SPINTA VERTICALE RESPINTA LATERALE DELLA LAMA AUMENTO DEL MOMENTO RADDRIZZAN­TE FORZA DI GRAVITÀ SPINTA LATERALE DEL PIANO VELICO

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